Cronaca

10 ANNI SOTTO SCORTA – Giuseppe Antoci

Sono passati dieci anni. Dieci lunghi anni segnati da privazioni, sacrifici, paura, ma anche da resilienza e determinazione. Giuseppe Antoci, ex Presidente del Parco dei Nebrodi e attuale eurodeputato, ricorda in un intenso intervento il decimo anniversario dal giorno in cui, per decisione della Magistratura Antimafia di Caltanissetta, fu messo sotto scorta.

Era il 23 dicembre 2014

Quando un’intercettazione svelò i piani di un summit mafioso che progettava di ucciderlo. La protezione scattò immediata, cambiando per sempre la sua vita e quella della sua famiglia. “Da quel giorno è iniziata una nuova vita – racconta – tante privazioni, tanti momenti difficili, e soprattutto tre bambine che di colpo sono dovute diventare delle donne”.

La notte dell’attentato e il peso della paura

Dopo alcuni mesi, la situazione si aggravò ulteriormente. Nuove intercettazioni del ROS svelarono altri piani omicidi nei confronti di Antoci, e il livello di protezione fu alzato. La notte del 18 maggio 2016 segnò un punto di non ritorno: Antoci fu vittima di un attentato. Quella notte, ricorda, “la paura non mi lascerà mai più”.

Nonostante il terrore, Antoci ha sempre trovato forza nel senso di dovere: “Resistere alla paura trasformandola in dovere, questa è stata la sfida di questi dieci anni”. Accanto a lui, uomini e donne della Polizia di Stato, “valorosi padri di famiglia che mi hanno salvato la vita quella notte e continuano a proteggermi ogni giorno”.

Durante questi dieci anni, Antoci non si è limitato a sopravvivere: ha continuato a combattere. Ha contribuito a scoperchiare frodi milionarie sui fondi europei per l’agricoltura, sottraendoli alle mafie e restituendoli agli agricoltori onesti. Un lavoro che ha avuto un impatto non solo in Sicilia, ma in tutta Italia e in Europa: “Ho contribuito a costruire nuove norme per difendere quei fondi e assicurare giustizia”. Parallelamente, ha incontrato migliaia di studenti, portando avanti un dialogo sui valori della legalità e della cittadinanza attiva: “Con loro abbiamo fatto squadra, piantando semi per un futuro migliore”.

Gli anni sotto scorta sono stati segnati anche da attacchi personali e delegittimazioni, spesso provenienti non solo dalle mafie, ma da chi cercava di fermarlo con calunnie. “Alcuni sono stati condannati, altri lo saranno. Ma la dignità rimane la sola questione vitale dell’essere umano”, afferma con fermezza.

Non sono mancate, però, le carezze al cuore, come l’incontro con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Quella mattina al Quirinale è stata un conforto immenso, una carezza per me e la mia famiglia”.

Un messaggio di speranza

A dieci anni da quel 23 dicembre, Antoci riflette sul peso del tempo trascorso: “5 milioni e 265.000 secondi di rinunce, privazioni e paura. Vorrei donarli a chi ha combattuto come me, a chi è stato isolato e ucciso, a chi non conosceremo mai ma continua a resistere con la paura addosso”. Un pensiero va anche ai suoi genitori, al padre scomparso due anni fa, e alla sua famiglia, che ha portato sulle spalle il peso di questi anni difficili: “Vorrei donarli a loro, perché questi dieci anni li hanno vissuti addosso insieme a me.

Sorprendentemente, Antoci rivolge un messaggio anche ai suoi nemici, a coloro che hanno tentato di ucciderlo: “Vorrei donarli anche a loro. Alcuni già sanno cosa significa perdere la libertà, altri forse lo scopriranno”.

Dieci anni fa, Giuseppe Antoci pensava che le mafie avessero vinto togliendogli la libertà. Oggi, invece, guarda con consapevolezza al cammino percorso: “Non hanno vinto loro, non vincono mai. Anche quando tolgono la vita a chi li combatte, quei sacrifici diventano semi per un futuro migliore”.

Conclude il suo messaggio con un invito alla speranza e alla responsabilità collettiva: “Trasformiamo queste lacrime in gioia, facciamo germogliare un paese migliore. Fare il proprio dovere è semplicemente normale”. Dieci anni dopo, Giuseppe Antoci continua a combattere, con la stessa determinazione di allora, per un’Italia più giusta e libera dalle mafie.

il testo integrale del messaggio

https://www.facebook.com/share/v/yEAi855KyxRvkHPi/?mibextid=wwXIfr

 

fotogallery di questi anni

Redazione Scomunicando.it

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