Inauguriamo una nuova rubrica: “10 domande a…”, curata d Italo Zeus. Ed iniziamo con la giovane scrittrice Ivonne Agostino. Le domande sono quelle che sottoporremo a scrittori, musicisti, autori, pittori, fotografi, artisti gente comune. 10 domande, per conoscerli più intimamente e per entrare dentro il loro mondo. Ivonne è alla sua “seconda prova” con il libro che sta percorrendo una strada di incontri che è stato presentato a Gliaca di Piraino, presso il bar/salotto culturale la capannina, ad aprile e di cui abbiamo già parlato (vedi link)
Parlaci di te: dati anagrafici, studi ed esperienze, produzione letteraria…
Sono nata a Patti in nel dicembre del 98, sono sagittario, e penso di interpretare bene questo segno, essendo schietta, ottimista, briosi, impulsiva …, vivo a Gliaca di Piraino e ho studiato presso il Liceo Vittorio Emanuele III. Attualmente frequento il primo anno di Lettere Moderne presso l’Università di Messina.
Attualmente ho scritto due libri: il primo è uscito nel 2016 e si intitola Non esiste solo il nero; il secondo è uscito nel 2017 e si intitola Un caffè al Bar delle Folies-Bèrgere.
I tuoi autori preferiti
Per quanto riguarda i miei autori preferiti posso dire di essere letteralmente cresciuta con i fantasy di Lisa Jane Smith.
Mi piace moltissimo anche il genere distopico e a riguardo tra i miei preferiti c’è Veronica Roth e Suzanne Collins.
Infine mi piace particolarmente Cassandra Clare.
Cosa significa “scrivere”
Cosa significa scrivere? Ti rispondo con una definizione data da Bukowski: “Scrivere spesso è la sola cosa tra te e l’impossibilità.
Nessuna bevuta, nessun amore di donna, nessuna ricchezza possono eguagliarlo.
Nulla può salvarti eccetto scrivere: impedisce ai muri di crollare alle orde di accerchiarti.
Fa esplodere l’oscurità.
Scrivere è il massimo psichiatra, il dio più gentile di tutti gli dei.
Scrivere molesta la morte,non conosce requie.
E’ l’ultima speranza, l’ultima spiegazione.
Ecco che cos’è.”
Il tuo modo di scrivere secondo me si avvicina molto alla sceneggiatura cinematografica, è cosi? e se si ci spieghi come e perchè?
Immagino di sì. Fondamentalmente non è uno stile adottato volutamente: quando scrivo le mie storie e do voce ai personaggi è come se, prima di iniziare, immaginandomi le scene, io vedo scorrere il tutto in mente come si trattasse di un film.
Dopo di ché non faccio altro che riportare i loro dialoghi e descriverne le intenzioni e i luoghi dove li immagino ambientati!
Come per ogni autore c’è molto di tuo nei libri che scrivi, cosa c’è di tuo nei primi due libri che hai scritto?
Ci sono alcune mie piccole sfaccettature, effettivamente: Alessandra adorava il piccolo principe e Teen Wolf come me, mentre Giovanna è particolarmente legata al Guernica di Picasso, quadro che vidi nel viaggio fatto a Madrid nel terzo superiore.
Nel primo libro il migliore amico di Alessandra è Francesco.
Anche il mio migliore amico si chiama Francesco e, quando ho scritto del loro rapporto di amicizia, mi sono ispirata al nostro.
Gabriel è, in assoluto, il personaggio che più sento parte di me: c’è un passo, all’inizio di “Un caffè al Bar delle Folies Bergère”, dove Gabriel ha una conversazione con un professore scolastico sul concetto del legarsi.
Io ho tenuto la stessa identica conversazione con il mio professore di spagnolo, nella hall dell’hotel in cui albergavamo a Madrid.
E poi, ovviamente, c’è la canzone dei Metallica. Nothing else matters è la canzone che mi lega ad un mio vecchio amico di nome Gabriel, da cui è tratto, appunto, il nome del protagonista.
Il prossimo libro?
Voglio abbandonare la narrativa.
Sono cresciuta leggendo fantasy e ho sempre desiderato occuparmi di questo genere.
Ci sto lavorando e spero proprio di esserne in grado!
Se dovessero fare un film dai tuoi libri quale sceglieresti e perchè?
Sceglierei Non esiste solo il nero.
Alessandra è la mia protagonista preferita ed ho un debole in particolare per il mio primo lavoro.
In più penso che, eventualmente, questa storia possa esser meglio rappresentata e offrire di più al pubblico.
Un consiglio ai nostri lettori di un buon libro contemporaneo?
Charles Bukowski, assolutamente!
Consiglio sempre di iniziare con “Pulp”. Bukowski era un politicamente scorretto, a volte forse un pò misantropico ma l’ho sempre definito uno degli ultimi filosofi. Se si sa leggere fra le righe, questo autore può far entusiasmare e fornire sempre buoni consigli!