ORE 21.00, piazza scaffidi – LA NOTTE DELLA TARANTA HAPPENING: SUONI, SUGGESTIONI, SUPERSTIZIONI,VOCI ANTICHE, DANZE, RITI LIBERATORI PROGETTO DI ANNA RICCIARDI, COREOGRAFIE PATRIZIA BELLITTI, CLAUDIA BERTUCCELLI (OLTREDANZA) PUCCI ROMEO SU MUSICHE DI SALVO NIGRO ESEGUITE DAL VIVO DA FRANCO ARICO’ CHITARRA, STEFANO RUSSO BASSO LUIGI PERRONI CAJON, SALVO NIGRO FLAUTO DOLCE E MANDOLINO – ORE 23.00 – PIAZZA SAN BIAGIO CONCERTO LAVINIA MANCUSI E I SEMILLA
Il programma
ARTISTI IN MOSTRA .
CRIPTA SANT’IPPOLITO
DANIELA BALSAMO, LAURA COSTANTINO, SOLVEIG COGLIANI,ANGELO SAVASTA, VALERIA INGRASSIA, MATTIA PIRANDELLO, GIUSEPPE PIZZARDI
CHIESA DEGLI AGONIZZANTI
INSTALLAZIONE E DIPINTI DI LAURA COSTANTINO
SOTTERRANEO DI SANT’IPPOLITO
SCULTURA DI GIUSEPPE BRANCATO
SCALA ANTICA DI VIA MONASTERO
IL CARRETTO SICILIANO è STATO GENTILMENTE CONCESSO DA CLAUDIO RUBEIS E ALBA ZUCCARELLO
LA MIA TARANTULà MI MUZZICA LU PEDI, PEDI CU PEDI
mo’ si ni veni
la mia tarantùla commu veni si ni va’.
Zu Paulu Betta
l progetto prende spunto da una delle tradizioni più affascinanti dell’Italia del sud, la taranta: per il suo appeal, così intrisa di mito antico,di sacro e profano ,di estatica necessità di guarigione, di rito liberatorio dal veleno” ma anche dal maleficio, dal mal d’amore, di danza come liberazione, di musica sfrenata e allegra che esalta le passioni, spinge e sollecità a pregnanti contaminazioni tra le tradizioni musicali e rituali del Sud , con la Sicilia in particolar modo.
Nelle tradizioni di civiltà classiche, forte era il collegamento con la catarsi musicale nei riti dionisiaci delle melodie delle Baccanti o Maenadi, tradizione praticata in tutta la Grecia e la Magna Grecia. E così dicasi per tutte le pratiche protomediterranee e afromediterranee dove si fa riferimento a modalità simili diesorcismo attraverso la musica tribale e popolare
I segni identificativi della cultura popolare mediterranea ispirano gli artisti protagonisti di questo happening.la taranta/tarantella, si intreccia con ritmi tribali e con l’evocazione di una gestualità che rimanda ad un tempo infinito senza l’urgenza del quotidiano oppressivo e sterile. C’è qui l’espressione d’una passione meridionale ancestrale I canti dialettali diventano canti universale della nostra terra.Gli artisti hanno colto le suggestioni accattivanti di questo tema e con l’intersecarsi di punti di osservazione diversi, hanno creato un allure magica.
Il confine tra gli spettatori e i performers è sottile quasi a voler sradicare qualunque barriera che possa inficiare il fluire emotivo necessario per “sanare” la comunità” , la collettività.
E come non cogliere, anche la valenza apotropàica della taranta/tarantella che allontana e depotenzia le influenze maligne; le invocazioni religiose tramandate a voce, nei ricordi degli antichi si mescolano con antichi scioglilingua e cunti, preghiere e effetti benefici di antichi antidoti contro i mali (sarà lì’ultima sezione dell’happening).
E se zu Paulu Betta, nel lontano ’78, tra racconti e canti, consegnò ad Otello Profazio una divertente e maliziosa taranta-pizzica siciliana, oggi si rinnova la tradizione;Oggi gli stessi figghi da Marina, rielaborano la tradizione Francesco Saporito, ha scritto un testo dirompente, cogliendo la visceralità di questa tradizione messo in musica con il solito piglio fresco e sperimentatore da Salvo Nigro. E Ringrazio per questo. la felice intuizione di Patrizia Bellitti!
Per apprezzarne la poesia, il cui eroe è l’amore, che si vede nascere, aumentare, lottare e vincere, bisogna veder danzare questa poesia sotto i cieli che l’hanno ispirata e dal popolo che l’Italia l’ha composta». Così scrisse nel 1845 Charles Didier.
Vi aspettiamo:portate con voi la terribile e meravigliosa tentazione di lasciare l’ordinario, per qualche giorno almeno, di guardare il mondo senza filtri inibitori, e non abbiate timore di restare felicemente a piedi nudi…. impregnandovi di effetti beneficatori e liberatori.
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