118 NEBRODI – Punto di partenza: Non sono untori. Per andare “oltre” allo sfogo di Gaetano Scaffidi
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118 NEBRODI – Punto di partenza: Non sono untori. Per andare “oltre” allo sfogo di Gaetano Scaffidi

Salvano persone e devono “essere salvati”.

…il sapere non è fatto per comprendere, è fatto per prendere posizione

Lo sfogo-denuncia del consigliere d’opposizione brolese Gaetano Scaffidi, che parla anche da “cittadino”, non solo punta i fari sulla questione sicurezza degli operatori del 118 ma accende le polemiche.

Un video che va oltre ad essere uno sfogo. Che partendo da contagi, poi, forse nella foga dell’esposizione – pur se Scaffidi loda l’operato degli operatori dei soccorritori – ha lasciato l’amaro in bocca soprattutto tra questi, generando malintesi e ombre inopportune e scatenando le tifoserie sui social

E mentre sui social infuria la polemica, anche il sindaco di Ficarra, pubblicamente, prende posizione in favore degli operatori del 118.

Facciamo il punto.

“Nella serata di ieri (martedì per chi legge ora) ho appreso che i colleghi dell’operatore del 118 di Brolo, risultato positivo al COVID19, che sono stati a diretto contatto con lui, continuano a svolgere, ancora oggi, normalmente il loro lavoro. Tutto questo lo trovo onestamente sconcertante”.

Questo è l’incipit dello sfogo-denuncia di Gaetano Scaffidi, che deve essere – ovviamente – visto guardando oltre; volando sopra il fatto di cronaca che altrimenti se letto così diventa semplicemente un grido di allarme, e se si ascolta frettolosamente genera altri pensieri, quando parla di responsabilità da parte autorità sanitarie. Ma non certo additabili agli operatori del 118.

Insomma – anche se non era questo l’intento di Scaffidi-  il rischio che  il messaggio diventi fuorviante c’è stato, altrimenti non si sarebbero spiegate le polemiche.

Nel senso che le responsabilità, in questo caso, non sono assolutamente degli operatori del 118, ma – semmai – quelle di un sistema di programmazione del loro lavoro. Quindi dai presidi che mancano a rigidi protocolli ai quali devono attenersi; dai ritardi nell’acquisizione dei risultati diagnostici. Qui è tutto da rivedere. Ma non è colpa loro. Loro sono presenti, agiscono, intervengono, lavorano in maniera sempre umana e professionale.

Ma tornando a Gaetano Scaffidi, lui si dice “arrabbiato, anzi incazzato” per aver appurato quelle circostanze che definisce sconcertanti, riguardo agli episodi che racconta. Scaffidi evidenzia i ritardi sull’effettuazione dei tamponi, dell’arrivo dei risultati, anche quelli delle contro-analisi e di quanto è successo nell’attesa di questi esiti. “Mi aspettavo grande senso di responsabilità” .

Ed è questa, la frase che va chiarita.

Ovviamente indirizzare il tiro, verso il vertice della catena di comando, verso le regole ed i protocolli che vanno riscritti e non certamente verso gli operatori, in prima linea, con grande spirito di responsabilità e sacrificio.

La denuncia

Giorno 10 aprile vengono effettuati analisi e tamponi agli uomini dei 118 di diversi presidi di quest’area nebroidea  – si evince dal video pubblicato su facebook – Si aspettano giorni per avere risultati, intanto un medico dell’equipe destinata a fare i prelievi si è ammalato (dopo anche un operatore del 118) –  afferma Scaffidi – , ma nell’attesa dei risultati né operatori nè presidi sono stati posti in sicurezza né il personale andato in isolamento. Giorno 18 sono stati ripetuti i tamponi ed uno tra questi è risultato positivo. Scaffidi, certo di quello che dice, si chiede come mai il protocollo obbligatorio per i cittadini non vale per gli operatori e questo per lui ha dell’incredibile, chiedendosi anche se i locali che ospitano le equipe mediche sono stati sanificati. Ovviamente si augura pronte guarigioni, ma resta in attesa di risposte.

Ma il messaggio che alla fine arriva sembra puntare in tutt’altra direzione.

Al punto che ci dice uno di loro, la supermercato, ieri mi guardavano quasi come un Untore… venivo evitato..

E questo, a loro i primi – giustamente aggiungiamo noi – non va giù.

Sicurezza.

Se guardiamo quanti operatori sulle ambulanze sono incappati nel virus ci rendiamo conto che il problema della loro sicurezza è grave e poi, a caduta, diventa generale.

 “Nessuno era pronto per affrontare un’emergenza sanitaria così grave.”

Non è un assioma che serve a giustificare nessuno.

Facciamo il conto di personale stremato e insufficiente, di turni massacranti, di presidi e dotazioni di sicurezza “leggeri” per proteggersi dal contagio”, E loro spesso, anzi quasi sempre, si sono automuniti, acquistandoli direttamente, quando li hanno trovati, di queste dotazioni, per tutelarsi, e tutelare pazienti e familiari.

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E questo lo ha detto chiaramente Raffaele Lanteri, segretario regionale di Ugl Medici, nonché professore e medico chirurgo dell’ospedale Policlinico del comune etneo.

Il 118 sembra trovarsi già in una situazione critica e il sistema sanitario a in suo supporto non sembrerebbe funzionare a dovere. Necessita uno screening per gli operatori sanitari regolare, la certezza di risultati tempestivi. Il 118 è un servizio davvero indispensabile per la comunità, soprattutto in questo momento. Non possiamo non tutelarlo e far sì che venga meno per sopraggiunta malattia del personale. I tamponi devono essere eseguiti immediatamente. Inoltre, in condizioni straordinarie come questa, è assolutamente indispensabile la presenza di un medico su ogni veicolo di soccorso. La vita umana vale molto più del denaro risparmiato. E il decreto ‘Cura Italia’ sembra dirlo a gran voce”.

La questione della sanificazione delle ambulanze, e dei locali dei vari presidi che potrebbe essere motivo di ulteriori criticità diventa priorità.

A sottolineare ciò che sta accadendo, è sempre  Raffaele Lanteri che aggiunge: “Se si vuole fermare la catena di contagio si deve censire con frequenza tutto il personale, anche non sintomatico, a cominciare dagli operatori del 118 che purtroppo oggi non hanno ancora dispositivi di protezione a sufficienza, per passare con i medici e sanitari dei pronto soccorso e poi tutto il personale degli ospedali siciliani, anche quello delle ditte in appalto che curano i servizi sanitari, le pulizie il facchinaggio e le manutenzioni. Continuiamo a ribadire infatti che chi è chiamato a prestare cure e ad operare nei luoghi di cura, non può di certo finire ad essere il paziente da curare”. Che tra l’altro – continua il sindacalista – oltre ai turni massacranti sono lavoratori che fanno rientro a casa e, se contagiati e non debitamente controllati, potrebbero trasferire il virus ai loro familiari: una catastrofe!

Problematiche finiti sul tavolo di discussione, quello del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e dell’assessore della Salute Ruggero Razza. Ma il blindare le aziende ospedaliere, limitando al minimo e stretto indispensabile gli accessi di personale, evitare commistioni, per esempio tra i soccorritori e il personale dello stesso 118 poi diventa in casi limiti come a Sant’Agata dove si compromette la stessa funzionalità delle ambulanze del 118 prive o di medici o di ausiliari.

 

La solidarietà agli Uomini del 118.

In questo contesto inseriamo immediatamente le parole di Gaetano Artale, sindaco di Ficarra:

Dissento fermamente dall’opinione di chi, persona che per altri versi stimo, in modo a mio avviso contraddittorio, nel contesto di un intervento intessuto di lodi, ha mosso l’addebito di irresponsabilità al personale del Presidio Territoriale di Emergenza (PTE) di Brolo che in questi giorni sta operando in condizioni difficili.

Conosco la professionalità dei medici e dei soccorritori, tutti nessuno escluso, che operano presso il PTE di Brolo e ritengo che per loro la salute dei cittadini sia un bene di valenza primaria da tutelare e non da mettere a rischio.

Nel 2015, non ancora sindaco, ho elaborato io la motivazione del premio Città di Ficarra che quell’anno veniva attribuito a tutto il personale del PTE/118 di Brolo.
CONTINUO AD ESSERE CONVINTO DI QUELLO CHE ALLORA HO SCRITTO.

Ed idealmente sarei pronto a tornare a conferire quel premio per il lavoro che questi amici stanno svolgendo mentre il COVID19 nei nostri paesi, per intervento della Provvidenza o della fortuna, non importa, non sta assestando i colpi tremendi inflitti in giro per l’Italia e per il mondo.

Ma anche quelle che scrive una giovane figlia di un operatore sanitario


[…]

Come si fa a giudicare “irresponsabili” medici e operatori sanitari che, in virtù della missione che svolgono quotidianamente, mettono a rischio la propria vita e quella dei propri familiari?

Chi si mette in gioco ogni giorno, per SALVARE VITE UMANE, adesso è la causa dei contagi?
E’ facile esprimersi in termini di doveri e responsabilità parlando ad un computer dal divano di casa.

Da figlia di un medico del 118 sono indignata e profondamente amareggiata da queste parole. Sarebbe più confortante sapere che mio padre sia a casa a trascorrere la quarantena, come tutti, invece di “andare nelle case della gente”, come dice lei.

Penso che non sia assolutamente chiaro il significato dell’espressione “senso di responsabilità”!

Avere senso di responsabilità, in particolare in ambito sanitario, significa essere disposti a rischiare, essere sempre al servizio del prossimo e svolgere il proprio lavoro, con dedizione, tenacia e grande coraggio, anche e soprattutto durante una situazione di emergenza come quella che stiamo attualmente vivendo.

Le consiglio vivamente di informarsi prima di emettere sentenze!!

A tal proposito, le ricordo che l’Ordinanza n.17 del 18 aprile 2020, emessa dal Presidente della regione Sicilia, si esprime, nel Titolo V, Art. 9 e 11, riguardo le misure urgenti in materia di prevenzione sanitaria. Secondo l’art.11, in particolare, sono ESONERATI dall’osservanza dell’obbligo di permanenza in isolamento, gli appartenenti alle categorie di operatori sanitari pubblici e privati, Forze dell’ordine, Forze armate ecc. e SOLO nel caso di sintomatologia respiratoria ed esito positivo del COVID-19 devono sospendere la propria attività.

Infatti, l’unico operatore risultato positivo, a cui lei fa riferimento, è in isolamento domiciliare obbligatorio, mentre tutti gli altri, essendo asintomatici e negativi al tampone, stanno continuando a lavorare, come previsto, con grande senso civico.

Non saprei cos’altro possa significare “avere senso di responsabilità” se non attenersi alle ordinanze regionali e, soprattutto, continuare, eroicamente, a svolgere il proprio lavoro.

La verità è che c’è il costante bisogno di additare un “colpevole” solo per attirare l’attenzione e che nessuno di noi ha l’umiltà di accettare che siamo tutti vulnerabili ed impotenti di fronte ad un killer invisibile

Più solidarietà e meno populismo.

Il Punto della situazione

Intanto, dice il sindaco di Sant’Angelo di Brolo, parlando dell’operatore sociosanitario, che questo insieme a tutti i suoi familiari, già si trova in stato di isolamento domiciliare ed è sottoposto alle misure di sorveglianza previste dal protocollo sanitario regionale, e nel contempo, si sta risalendo a tutti i contatti avuti recentemente.

Per Concludere

Senza voler far gli avvocati di nessuno, riteniamo che una parola mal pesata, una frase inopportuna, ma anche un’interpretazione errata di un frase, possa scatenare l’inferno. Grande rispetto per gli uomini del 118 …Chiudiamola qui.

Non è tempo di polemiche e di allarmismo… verranno tempi migliori anche per questo. Grandi gli operatori del 118, godendoci la splendida illustrazione che a loro ha dedicato il grande Luciano Manara.

24 Aprile 2020

Autore:

redazione


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