di Corrado Speziale
A Letojanni proseguono le ricerche in terra e in mare di Roberto Saccà, disperso nell’alluvione di venerdì scorso nella zona di Sillemi.
Messinese, 74 anni portati benissimo, egli, presentato dai media come “commerciante”, è in realtà un “creativo” che si è dedicato al commercio per la famiglia, a seguito della contingenza storica e della crisi attraversata dal settore dell’arredamento e della progettazione, in cui per anni aveva operato.
A Letojanni proseguono le ricerche in terra e in mare di Roberto Saccà, disperso nell’alluvione di venerdì scorso nella zona di Sillemi.
Saccà si trovava nella cittadina jonica, dove spesso si intratteneva per motivi di lavoro, poiché la figlia è titolare di un negozio di articoli sportivi sul lungomare.
La Protezione civile, con le sue unità cinofile, ha perlustrato la zona, in particolar modo quella sottostante il ponte della SS114 e la foce del torrente, coincidente con la spiaggia.
In mare nelle ore diurne i sommozzatori dei Vigili del fuoco stanno setacciando le acque del litorale, mentre in volo un elicottero della Guardia costiera sorvola tutta la costa, con la speranza di avvistare qualche segnale in mare. Ma la speranza, purtroppo, sta lasciando, ora dopo ora, spazio alla rassegnazione. Le ricerche, sospese ieri sera per il buio, riprenderanno stamattina.
Saccà, a bordo della sua moto, un’Honda Transalp, venerdì pomeriggio stava percorrendo il tratto in cui il torrente Sillemi coincide con la strada che collega l’omonima contrada con la SS114, quando è stato colto dalla piena delle acque. Da lì, una serie di telefonate alla moglie, che si trovava a Messina, per segnalare le sue difficoltà via via crescenti, fino all’ultima, alle 17.30, orario che potrebbe essergli stato fatale.
La sua moto è stata presto ritrovata poco avanti al ponte della SS114, adagiata sulla sponda sinistra del torrente. Ieri mattina è stato ritrovato anche il suo casco, che presumibilmente portava agganciato al manubrio, trascinato dal torrente fino alla battigia. Infine, ieri pomeriggio, nella medesima zona è stata recuperata una scarpa che potrebbe appartenergli. L’oggetto è stato collocato dentro un sacchetto preso in consegna dal carabinieri.
Le ricerche di Roberto Saccà sono riprese sta stamattina, con l’ausilio di un piccolo braccio meccanico, giunto sui luoghi ieri sera, che con molta cura scaverà nei detriti partendo dalla spiaggia e risalendo il torrente fin dove possibile. In caso di esito negativo, le operazioni si sposteranno sotto il ponte della SS114. Il braccio opererà passo passo con le unità cinofile, con i cani che fiuteranno centimetro per centimetro la zona di scavo.
Roberto Saccà è molto conosciuto a Messina per le sue innate doti di “creativo”, avendo collaborato per decenni con un importante centro d’arredamenti con realizzazioni di prestigiose progettazioni in città che andavano ben oltre l’arredamento “ordinario”.
Molti negozi del centro portano la sua firma, così come tante abitazioni, specie da quando aveva intrapreso autonomamente l’attività, con risultati straordinari, prima che la crisi del settore lo costringesse a cambiare lavoro. La sua “matita” creativa, dal tratto raffinato e variegato, carica di soluzioni per qualunque esigenza e aspettativa, arrivò dunque al capolinea. Si dedicò così al commercio, aprendo in città due negozi: il primo, collaborando con la moglie, di abbigliamento e accessori per la danza; il secondo di articoli sportivi. Dopodiché capì che, visti i tempi, occorreva “provarci” fuori città, al fine di diversificare l’esercizio. Qualche anno fa scelse allora Letojanni, dove aveva già preso casa in località Sillemi, contando sulle potenzialità turistiche della cittadina jonica, a un passo da Taormina. Lì si concentrò maggiormente nei mesi estivi, fino a quando vi trasferì del tutto l’attività. Quest’anno, assieme alla figlia, che ne è titolare, aveva rilanciato il negozio, per cui si soffermava sempre più spesso a Letojanni, rientrando a casa a Messina solo per i fine settimana.
Audace, simpatico, gioviale, amante della convivialità, ha da sempre nutrito la passione per le moto e la pesca. La sua età anagrafica è ben distante dalla realtà: in base alla sua straordinaria vitalità e le sue capacità, chiunque lo abbia conosciuto gli ha sempre “tolto” almeno vent’anni. Egli porta con sé una storia di vita unica, contrassegnata anche da momenti singolari e avventurosi. Per questo è molto conosciuto in città. Sua padre era un noto e affermato ingegnere e insegnante, un decano della professione, un calcolista e strutturista rigoroso che contribuì alla ricostruzione della Messina post bellica. Ancora più singolare è stata la figura del nonno paterno, titolare di un’impresa di costruzioni, il quale all’inizio del secolo scorso progetto e realizzò una nave/veliero da carico nientemeno che in cemento armato. Il bastimento adempì ai suoi compiti per vari anni, solcando i mari di mezzo mondo con la sua bandiera sabauda, fino a quando affondò carico di legname nelle acque della Grecia.
Da nonno a nipote, passando per il padre, Roberto sembrò ereditare questo genio, ma non completò mai i suoi studi in ingegneria: sarebbe stato troppo “normale”. Per questo, da estroso, preferì distinguersi in altri modi.
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