50MILA FIRME – In soli due mesi. Un successo per l’iniziativa promossa dall’Unione delle Camere Penali
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50MILA FIRME – In soli due mesi. Un successo per l’iniziativa promossa dall’Unione delle Camere Penali

Ieri l’Unione delle Camere Penali ha festeggiato il raggiungimento in soli 2 mesi delle 50.000 firme necessarie per chiedere il referendum costituzionale sulla separazione delle carriere tra PM e giudicante.

I promotori – tra i quali anche l’avvocato Carmelo Occhiuto che recentemente era stato anche ai microfoni di Radio Radicale proprio sull’argomento –  erano a Roma nella Biblioteca della Stazione Termini, luogo simbolico, per dimostrare che adesso si parte.
Anche l’ex ministro Claudio Martelli si è unito all’Unione delle Camere Penali in questa battaglia per il giusto processo
L’iniziativa era stata presentata anche, a fine maggio, al convegno che i penalista hanno tenuto a Villa Piccolo
L’avvocato Occhiuto ha inviato Martelli a partecipare ad un prossimo incontro promosso dagli Avvocati proprio “sul processo che verrà e sulla separazione delle carriere”. e quest’ultimo si è detto già disponibile a parteciparvi.

PERCHÉ SEPARARE

Perché separare le carriere?

Il sistema del giudizio penale, ma non solo penale, si regge su di un principio basilare, riconosciuto da tutti gli ordinamenti evoluti ed accolto espressamente nel sistema italiano con la riforma dell’art. 111 della Costituzione. Chi giudica deve disporre di due caratteristiche, vale a dire la terzietà e la imparzialità.

Il sistema processuale attuale, purtroppo, non garantisce però ciò che la Costituzione imporrebbe. Giudici e Pubblici Ministeri sono operatori del diritto che, pur giocando ruoli assai diversi in seno al processo, appartengono oggigiorno allo stesso ordine, partecipano delle stesse prerogative, possono trasmigrare da una funzione all’altra, siedono negli stessi consigli di disciplina ed autogoverno – valutandosi e giudicandosi reciprocamente – e, non ultimo, si aggregano nelle medesime in associazioni di categoria (Associazione nazionale Magistrati, Magistratura Democratica, Autonomia ed Indipendenza, Unicost).

Questa situazione rende assai sbilanciato il sistema del giudizio penale: da una parte un giudice ed un pubblico ministero accomunati da esperienze, concorsi e carriere professionali intrecciate, dall’altra un difensore isolato dal contesto e posto in una situazione di obbiettiva difficoltà nel far valere i diritti del suo assistito.

Il traguardo che ci poniamo è quello di riequilibrare il sistema, concedendo a tutte e due le parti del processo penale (l’accusa e la difesa) le stesse opportunità di partenza nel dimostrare le proprie tesi.

Pensaci: se fossi tratto a giudizio e fossi innocente non vorresti che chi ti difende disponesse delle stesse armi di cui dispone chi ti accusa?

Ecco perché.

5 Luglio 2017

Autore:

redazione


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