Domenica 20 dicembre 2015 il Museo della Città di Taormina Casa Cuseni ed il Festival delle narrazioni Naxos Legge di Giardini-Naxos, presenterà: Storie di presepi tra Campania e Sicilia.
Per l’occasione Franz Riccobono spiegherà il significato del presepe nel regno delle due Sicilie e, a seguire, è programmato un intervento straordinario di Carlo Muratori con un canto natalizio scelto dal suo vastissimo repertorio musicale. Per l’occasione il Museo della città esporrà, circostanza praticamente unica, un preziosissimo presepe napoletano del 1700. La preziosità del manufatto sta nel significato che il presepe ha sempre avuto per i Siciliani. I moti rivoluzionari del 1812 in Sicilia contrapposero la monarchia borbonica all’aristocrazia siciliana. La corona inglese si alleò con la parte liberale della nobiltà Siciliana mentre il nostro Re Ferdinando IV, cercò alleanze tra i nobili Siciliani più conservatori. Ad uno di questi principi regalò, nel Natale del 1811, un presepe napoletano, nel tentativo, infruttuoso, di scongiurare l’alleanza tra Lord Bentick, che in Sicilia rappresentava l’Inghilterra, e la nobiltà Siciliana. Cento anni dopo, la famiglia del fortunato principe siciliano vendette questo presepe, sempre con la stessa logica che ha portato alla dispersione dei preziosi presepi: prima si vendeva la sacra famiglia, poi i magi, poi il resto. Ed proprio questo “ resto”, la parte sopravvissuta alla dispersione che verrà messa in mostra il 20 dicembre prossimo.
E’ con orgoglio che la Città di Taormina potrà esibire ai nostri numerosi visitatori parte di un antico e originale presepe appartenuto alla famiglia Reale. Comprendere il valore e la complessità del presepe nell’identità Siciliana, tanto forte da poter rappresentare degnamente il dono per un principe,con l’aiuto dello storivo Franz Riccobono e del maestro Carlo Muratori, Casa Cuseni e Naxos Legge vi aspettano per il 20 dicembre, alle ore 17.30
Breve descrizione del Presepe che sarà esposto.
Sono statuine, la testa, le mani ed i piedi sono in terracotta, poi dipinta. La struttura è invece in filo di ferro rivestito di stoppa. Questo per dare possibilità, alla stessa figura, di assumere moltissime posizioni differenti. I vestiti sono tutti in seta proveniente dalla Real Seteria di San Leucio. I decori sono tessuti in filo d’oro. il modellatore delle statuine fu Giuseppe De Luca ( 1785-1827).
La preziosità del manufatto sta nel significato che il presepe ha sempre avuto per i Siciliani. I moti rivoluzionari del 1812 in Sicilia contrapposero la monarchia borbonica all’aristocrazia siciliana. La corona inglese si alleò con la parte liberale della nobiltà Siciliana mentre il nostro Re Ferdinando IV, cercò alleanze tra i nobili Siciliani più conservatori. Ad uno di questi principi regalò, nel Natale del 1811, un presepe napoletano, nel tentativo, infruttuoso, di scongiurare l’alleanza tra Lord Bentick, che in Sicilia rappresentava l’Inghilterra, e la nobiltà Siciliana. Cento anni dopo, la famiglia del fortunato principe siciliano vendette questo presepe, sempre con la stessa logica che ha portato alla dispersione dei preziosi manufatti: prima si vendeva la sacra famiglia, poi i magi, poi il resto. Ed proprio questo “ resto”, la parte sopravvissuta alla dispersione che verrà messa in mostra il 20 dicembre prossimo.
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