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Storie Brolesi – Luca Buonocore… la Cina è vicina ed il Futuro è già realtà, anche dentro uno spot televisivo

“Da sempre ho amato viaggiare e scoprire posti nuovi. Qui il tempo vola e ho dovuto imparare a gestire i mille stimoli che questo popopolo, questa terra offre. La Cina ti entra proprio nelle ossa in un turbinio di colori e di idee strane. La Cina è un altro mondo, non è facile sintetizzare in poche righe di quante contraddizioni è capace questo paese, non è facile descrivere un popolo che gioisce e si accontenta di far volare gli aquiloni sul prato di fronte al lago, che ti accoglie anche nelle loro umilissime case come un ospite di riguardo solo perchè vieni dall’Italia, perchè la nostra cultura e la loro sono entrambe millenarie, perchè si ricordano di  Marco Polo e di Matteo Ricci, e poi abbiamo la moda… quasi tutto quello che copiano è Made in Italy, quasi tutto quello che fa tendenza è made in Italy. C’è la Cina folkloristica, ma c’è la Cina del futuro, del lavoro, della tecnologia, che guarda all’occidente, che “invaderà”.

E’ la Cina quella dove vive questo giovane brolese ancora ricca di contraddizioni.

E lo sarà forse sempre.

Quella degli odori e dei rumori dei grandi mercati, dei motorini, delle strade intasate, dei bambini in divisa che ordinatamente inquadrati escono da scuola.

Difficile descrivere che ci sono cinesi che fumano sigarette da 10 euro al pacchetto e che guidano grosse macchine da migliaia di euro, che si guardano intorno con la spocchia di quelli arrivati, è difficile descrivere i vecchietti che ancora raccolgono le foglie cadute o sistemano le aiuole, chiacchierando o canticchiando… è difficilissimo descrivere la promiscuità di questo paese il contatto fisico e verbale continuo.

Ma per Luca è il sogno che si realizza.

Il Futuro.

Così oggi ci interessiamo di lui, ne raccontiamo l’esperienza nella nostra rubrica “Brolesi”.

Questa si occupa di raccontare storie, spesso ripescandole dal passato, dalla memoria di questo paese, dove davvero in tanti ci hanno messo impegno per modificarlo, a tratti ingentilirlo, molti – e sono di più – a deturparlo, distruggerne i sogni, farlo inciampare sul suo futuro.

Questa volta scriviamo di una bella storia attuale.

Raccontiamo come il sogno di Luca Buonocore, trent’anni ancora da fare,  diventa realtà in Cina, all’ombra della grande muraglia. Diventa studio e lavoro, all’università di Hangzhou,  e ne siamo conviti,  per lui, sarà il futuro.

Scriviamo di Luca, che abbiamo visto crescere con la sua generazione di “bravi ragazzi” come tanti che a Brolo, che rappresentano il futuro di questo paese.

Lasciandoci dietro l’icona, senza caderci dentro – ma del resto lo è anche – di classico bravo ragazzo che studia e sgobba d’estate, ma vogliamo raccontar  sopratutto la concretezza del suo fare,  della voglia di tirar fuori un sogno che aveva nel cassetto e tramutarlo – ora – in progetto futuro. Di guardare alle soddisfazioni di Pippo e Santina, i genitori, che ben sanno cos’è il lavoro ed ai quali la vita non ha regalato nulla… tutto sudato e conquistato. Di come la sua storia può divenatare esempio, positivo e propositivo.

Ma tornando a Luca.

Luca dal Liceo Linguistico Sciascia-Fermi di Sant’Agata di Militello approda alla “Sapienza” di Roma  per imparare  Lingue e Civiltà Orientali, qui studia per diventare “bravo” in Lingua Cinese e quindi  finalmente supera l’ultimo esame della “specialistica” in filologia cinese con il massimo dei voti e la  tesi dal titolo “Lifan Yuan Zeli: traduzione e annotazione dei primi tre capitoli del Lama Shili”.

Durante tutto questo il lavoro in Cina.

Infatti  ci arriva prima della laurea. Per perfezionarsi.

Così come  Marco Polo, giunto a Hangzhou nel tredicesimo secolo, che la descrisse come “la città più bella ed elegante del mondo”, Luca scopre  la capitale del Zhejiang, una delle province della Cina orientale, una delle città più fiorenti e moderne di tutto il paese grazie anche alla sua breve distanza da Shanghai (circa 100 chilometri), alla sua posizione strategica all’estremità meridionale del Grande Canale ed alla sua ricca e lunga storia (Hangzhou era una delle sette antiche capitali cinesi sotto la dinastia Tang (618-907). La scopre e ne resta affascinato.

Ma torniamo indietro di qualche anno.

Luca lo abbiamo sempre visto d’estate a lavora nei bar di Brolo, sorridente,  o sulla torretta, tra i ragazzi del corso di bagnini, con la sua canotta rossa,  timido e grande amico di tutti,  a discutere di informatica, fare “rete” tra vi ragazzi, passarsi i trucchi dell’ultimo programma di fotoritocco, i giornalleti, infervorasi per le vicende calcistiche del “suo” grande Milan..

Poi la scelta, andare in Cina per seguire un corso di un anno volto al potenziamento della lingua cinese, ottenendo un importante quanto ostica  borsa di studio, fornita da parte dell’Istituto Confucio (孔子学院, Kǒngzǐ Xuéyuàn, l’istituzione cinese che si occupa dell’insegnamento del mandarino in ambito extra-universitario).

Una “borsa” determinante per affrontare quest’esperienza.

Lui ci ha creduto, investito su se stesso, studiato tanto.

Va a  Hangzhou  e termina il primo semestre di studi nel livello più alto dell’università cinese che ha scelto di frequentare, ovvero l’Università Normale di Hangzhou (杭州师范大学, Hángzhōu Shīfàn Dàxué, polo formativo che, tra l’altro, si trova a due passi dalla sede di Alibaba, colosso cinese di commercio online.

Lui frequenta il corso con ottimi risultati, e non banalizza un attimo di quest’esperienza.

Infatti qui il tempo è prezioso, quindi si ritrova adar lezioni di inglese a dei bambini di scuola elementare, rispettivamente due terze ed un quinta, tutto rigorosamente spiegando in cinese considerata la giovane età degli studenti ed il loro livello di inglese non ancora così alto.

Adesso – rientrato dall’Italia, dopo le vacanze natalizie – si gode l’attimo di pausa concesso agli universitari e a chi vive nel mondo dell’insegnamento dall’ordinamento cinese per via del capodanno cinese, poi tornerà a studiare sino a giugno.

Ed intanto lavora e si guarda intorno e non esclude  di restarci in questa grande nazione..

Gira anche uno spot televisivo, e lo racconta così : “è stata tutta una trovata della mia università.

Serviva un attore maschio occidentale e hanno pensato di mandare me a girarlo.

Dopo avermi contattato, il segretario dell’università mi ha fatto incontrare ci responsabili della produzione per poi farmi portare in un grande parco in città dove si sarebbe girato lo spot.

Tutto ciò che dovevo fare era stare seduto su una sedia sdraio, sotto il sole, con un calice ed una bottiglia di vino rosso su di un tavolino alla mia destra mentre osservavo compiaciuto il “mio” tagliaerba automatico fare il lavoro al posto mio.

L’importante per loro era avere un attore occidentale poiché tutto quello che proviene dall’occidente fa tendenza e piace in Cina“.

E poi raccontandosi ancora, e lo lasciamo fare perchè è un bell’esempio per tutti::”Il mio corso di studi a Roma è cominciato nel 2006.

Dopo essermi diplomato, decisi insieme ad alcuni ex compagni di liceo di trasferirmi in capitale e frequentare l’allora Facoltà di Studi Orientali dell’Università “La Sapienza”.

Lì, a parte lo studio della lingua, ho studiato tutto ciò che riguarda la Cina, in particolare la storia, letteratura, arte, religione, società, insieme ad altre materie di contorno che in un modo o nell’altro avevano a che fare col mondo cinese.

Dopo la laurea triennale decisi di non iscrivermi immediatamente alla magistrale ma, piuttosto, di concedermi il mio primo viaggio studio a Pechino, il quale è stato essenziale per poter finalmente mettere in pratica ciò che avevo studiato precedentemente.

Dopo tre mesi di corso nella capitale cinese, sono ritornato a Brolo a fine maggio 2012 e, dopo aver lavorato per la stagione estiva, mi sono re-iscritto alla Sapienza, sempre nella stessa facoltà precedente, la quale però aveva subito dei cambiamenti, diventando Dipartimento di Studi Orientali e venendo accorpato alla Facoltà di Lettere e Filosofia.

Questa volta, alla magistrale, ho avuto la possibilità di crearmi un piano di studi personale, scegliendo le materie che avrei voluto approfondire dopo la triennale insieme ad altre nuove (recandomi nel frattempo nuovamente a Pechino, sempre presso l’università dove ero stato precedentemente, l’Università di Lingue Straniere di Pechino, 北京外国语大学, Běijīng Wàiguóyǔ Dàxué, per seguire un corso avanzato di lingua cinese che mi sarebbe valso il superamento della seconda ed ultima annualità di lingua a Roma con relativi crediti universitari).

Lavorando ho rallentato il ritmo degli esami, ma alla fine quello che volevo è giunto.  L’importante è che tutto sia andato bene e abbia raggiunto il mio fine”.

 

Oltre al cinese, Luca conosce altre  lingue, a partire dall’inglese (ottimo), poi lo spagnolo, mastica qualcosa di giapponese e francese. Suggerisce a tutti, e non solo per la sua esperienza, che oggi più che mai è importante sapersi districare nelle lingue straniere… sarà il punto di partenza per il lavoro.

Poi parlandoci della sua laurea,con il cuore in mano, aggiunge” Una bella soddisfazione per i miei genitori, per la mia famiglia, e per chi ha creduto in me, sono stati importanti e per me è stato anche un modo anche per ripagarne gli sforzi e i sacrifici”.  E certamente, da lassù, nonno Lucio e zio Antonio non potranno che essere contenti di quanto lui sta realizzando.

Ma per lui la Cina è stato anche altro.

Qui , a Pechino, a conosciuto, Fabiana, nel 2012. Anche lei si trovava lì per frequentare il corso di cinese, e da 2 anni ne condivide la vita e l’esperienza.

Poi conclude: L’unica cosa che mi sento di dire a chi vuol studiare lingue è quello di concentrarsi completamente sullo studio di quella scelta e di non abbattersi se i risultati tardano ad arrivare, basta insistere nel praticare la lingua ed essere costanti nello studio che questi arriveranno quando meno li si aspetta. Per ultimo, è essenziale recarsi nel luogo dove si parla la lingua scelta e praticare in loco ciò che si è studiato, solo in questo modo si riesce ad apprendere appieno un idioma, ovvero parlandolo”.

造化 ( tradotto per chi non comprende il cinese: Buona fortuna)

Altro su storie e note di Brolo, brolitani e brolesi: Scomunicando ne ha fatto una rubrica. Ecco alcuni titoli da ricercare nell’archivio del nostro giornale.

Storie Brolesi – Luca Buonocore… la Cina è vicina ed il Futuro è già realtà, anche dentro uno spot televisivo

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Ricordando il Vajont – E Brolo, quella mattina, pianse un suo “figlio”

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Brolesi – Vincenzo Stancampiano, l’arte dell’intarsio e il serio lavoro di artigianoBrolesi –

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Redazione Scomunicando.it

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