La Variante di salvaguardia ambientale è l’argomento del momento. Lo strumento ha adesso ottenuto l’agognato parere favorevole, seppur “condizionato con prescrizioni”, da parte del Genio Civile. Per cui, completato l’iter approvativo, diverrà una sorta di simbolo di tutela del territorio di questa Amministrazione. Una sfida che l’assessore De Cola sta portando avanti caparbiamente. “Apre a nuove regole che si occupano di rigenerazione urbana, di recupero e valorizzazione dei nostri territori”, ha scritto in una nota. Ma l’iniziativa “bipartisan”, avviata nell’era Buzzanca e proseguita dall’attuale amministrazione, si offre a varie chiavi di lettura, ad iniziare dallo spostamento dei volumi dalle colline alla pianura. Dov’è finito l’annunciato Piano regolatore a consumo di suolo zero? – A margine dell’articolo la nota dell’assessore De Cola –
Argomento impegnativo e importante sul quale certamente ci saranno novità nei prossimi giorni.
E’ un terreno complesso e insidioso – lasciatecelo dire, senza fare facile ironia – e ovviamente “diritto di replica”.
Tutto iniziò dalla tragedia di Giampilieri: le colline messinesi non reggono cemento più di tanto. Fu Gaetano Sciacca, allora capo del Genio civile, a sollevare la questione, tra tante peripezie, fino a quando l’Amministrazione comunale si mosse su iniziativa dell’assessore Giuseppe Corvaja: Delibera 15/C del 23.2.2012, “Variante parziale alle norme di attuazione per il miglioramento delle condizioni di sicurezza del territorio comunale”; Delibera 74/C del 25.10.2012, “Abbattimento totale o parziale degli indici di edificabilità delle zone a bassa suscettività edificatoria. Facoltà di rinuncia/trasferimento dei volumi edificabili”.
La seconda, in particolare, è determinante, perché tra le due delibere interviene una legge regionale, la n. 8/2012, che consegna all’urbanistica comunale le zone industriali ZIR e ZIS, già di competenza dell’ASI. Nasce un “registro dei volumi” in cui i proprietari possono depositare le proprie cubature “sacrificate” in collina perché zone a rischio e quindi declassate. Volumi che si possono spostare a valle, e che nel caso della ex zona industriale vanno condivisi con i proprietari autoctoni.
Il tutto attraverso perequazioni, compensazioni, incentivazioni. E non solo, perché tale facoltà viene estesa anche a possessori di terreni inedificati in aree non a rischio.
Il quadro è quasi grottesco: un vignettista disegnerebbe proprietari di appezzamenti in collina scendere a valle portando con sé cubi di cemento da consegnare qua e là agli speculatori di turno.
Caduta la Giunta Buzzanca, dopo il Commissario, Palazzo Zanca passa di mano. La “stella polare” dell’amministrazione Accorinti, in tema di territorio è: “Avvio della revisione del P.R.G., con l’obiettivo di annullare il consumo di territorio, attivare processi di liberazione degli spazi urbani”.
E di spazio e di territorio, nonostante sembri il contrario, in quelle aree ce n’è tanto. Ed è lì che quella delibera destina i volumi. Per intenderci, la zona va dalla via Tommaso Cannizzaro e si estende, sotto via La Farina, per tutto il Sud cittadino. Ma il maggior interesse si concentra, ovviamente, dal centro fino a Gazzi.
A dire il vero, la Variante di salvaguardia ambientale che adesso ha nell’assessore Sergio De Cola il suo timoniere, non indica nello specifico dove destinare i volumi disponibili sottratti alle colline, ma la delibera in questione, che adesso su quelle aree industriali aspetta il PIRU – Piano Integrato Recupero Urbano, è l’anima, il cardine della Variante stessa.
E allora, perché la Giunta Accorinti ha anticipato un PRG “a consumo di suolo zero” con una Variante che compensa volumi in giro per la città? Un PRG non prevede compensazioni di sorta: taglia volumi e basta.
E poi, l’edilizia residenziale è in crisi, c’è decremento demografico, costruire nei pendii ormai è oltremodo complesso, rischioso e costoso. Le colline hanno già dato. E come se non bastasse, la Variante “salva” i proprietari allontanandoli dai vincoli della ZPS, che ne comprende anche di inedificabilità assoluta, e fa trasferire a valle quel cemento altrimenti “condizionato” dal forzato, per legge, rispetto della natura.
E poi, un proprietario “normale”, che possiede solamente un pezzo di terreno lassù, non andrà certo a recapitare volumi altrove. Saranno gli speculatori ad avvantaggiarsi di questa operazione, ovvero, chi ha traguardato affari nella fascia tra via La Farina e il mare, che adesso “gradirà” tutto ciò. Invero, i volumi vengono drasticamente abbattuti, ma l’incidenza della cubatura in pianura, proporzionalmente, è oltremodo impattante.
In questo caso, un’Amministrazione intenzionata a rompere i ponti col passato deve attuare soluzioni di discontinuità: trovare metodi immediati, alternativi, anche a costo di affrontare possibili contenziosi, per sospendere il cemento sulle colline e accelerare la stesura del PRG, scaduto nel 2012. Lo si apprende anche dall’Assessorato regionale al Territorio, che raccomanda: “Sospensione delle attività edificatorie. Valutazioni strategiche sul lungo periodo”.
D’altronde, non sembrano meno gravi i rischi derivanti da vincoli scaduti nel 2012 che, se diffusi, farebbero davvero male.
Il Genio civile, e non solo, ha sollevato questioni di carattere geologico e per questo la Variante ha rallentato il suo percorso. Adesso, l’ufficio di via Saffi, che in precedenza aveva già raccomandato di “precludere in via definitiva l’utilizzo delle potenziali cubature”, ha approvato l’atto sotto l’aspetto geomorfologico, inserendo condizioni e prescrizioni.
In sostanza, il provvedimento, a firma del dirigente Leonardo Santoro, dice che l’assenza di una relazione geologica integrativa che attesti la conformità delle aree in cui sarà destinata la cubatura – ossia le ex aree ZIR e ZIS – “appare inficiare” la validità del provvedimento stesso.
E più giù rincara la dose, definendo “improprio” il mantenimento di “cubature non necessarie, né giustificabili sia dal punto di vista ambientale che di ulteriore carico urbanistico”.
Questo sotto l’aspetto tecnico, ma la questione “politica”, in questo frangente, non è certo da meno.
L’ing. De Cola tiene duro, e con una nota di Sabato scorso, diffusa dalla stampa, difende il suo operato. “La Variante nel rispetto della volontà del Consiglio comunale – scrive tra l’altro de Cola – chiude un ciclo dell’Urbanistica messinese e apre, insieme agli altri strumenti urbanistici, a nuove regole che si occupano di rigenerazione urbana, di recupero e valorizzazione dei nostri territori.
Per sua natura è uno strumento che, in accordo con gli importanti studi sviluppati dall’ENEA, di fatto migliora i livelli di sicurezza degli insediamenti nei nostri territori cancellando la possibilità di edificare in aree potenzialmente pericolose”.
Una cosa è certa: il futuro urbano di Messina è in divenire. Tutto dipende dalla strada intrapresa, o meglio, ripresa da questa Amministrazione, laddove si trova in linea con la precedente.
Corrado Speziale
La nota dell’assessore De Cola
Esprimo la mia soddisfazione da cittadino prima che da amministratore, perchè la “Variante parziale di tutela ambientale” ha ottenuto oggi il parere positivo del Genio Civile; un importante riconoscimento per il lavoro serio e continuo sviluppato dal Dipartimento Politiche del Territorio e un altro passo avanti verso l’approvazione di uno strumento che ha grande significato nell’Urbanistica Messinese.
La collaborazione tra istituzioni porta a risultati positivi e costruttivi per la città e delude i sapientoni che prontamente avevano decretato, e forse auspicato, la fine di uno strumento strategico per un vero e attuale sviluppo della città. La Variante rappresenta una svolta nella storia dei piani della nostra città e l’attenzione che ha suscitato anche a livello nazionale ne è la prova.
L’impegno propositivo nel riassetto degli strumenti urbanistici, da i suoi frutti e porterà a risultati importanti, non solo per i possibili risultati sul piano occupazionale ma anche per l’immagine della città. Continueremo a lavorare condividendo con tutti principi e valutazioni, assumendoci, doverosamente, la responsabilità della scelta da sottoporre alla valutazione del Consiglio.
ing. Sergio De Cola
Assessore ai rapporti con il Consiglio, all’Urbanistica, alla Protezione Civile e ai Lavori Pubblici del Comune di Messina
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