Il sindaco, Vincenzo Lionetto non ci sta a che il paesino dei nebrodi venga definito, nell’interrogazione parlamentare del senatore Giuseppe Lumia, fatta al Ministero dell’Interno, subito dopo i fatti occorsi al presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, che in un passaggio testualmente recita: ” …posto che per l’ubicazione dei territori in luoghi lontani dal centro abitato, o per la loro vicinanza a paesi tradizionalmente legati alla mafia dei Nebrodi (Tortorici, Cesarò, San Fratello, Maniace, Montalbano Elicona, Castell’Umberto) la presenza, all’interno di tali aree, è stata costantemente riservata ad allevatori e famiglie legate, inevitabilmente, ad ambienti della mafia messinese, in particolare tortoriciana…”
Il sindaco Umbertinoora scrive in una lettera aperta inviata a tutte le autorità pertinenti che il suo paese “non è paese tradizionalmente legato alla mafia dei nebrodi” e non può pagare vicinanze territoriali con altri ambiti.
Insomma il sindaco, pur considerando legittima l’interrogazione e condannando l’agguato di stampo mafioso ai danni di Antoci, difende, a spada tratta, interpretando il sentimento dei paesani, la sua cittadina.
L’essere indicati come paese tradizionalmente legato alla mafia dei Nebrodi non è certo un buon biglietto da visita ed è per questo che il primo cittadino è insorto a sua difesa.
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