Un minuto di raccoglimento per commemorare il magistrato nel 18° anniversario dell’eccidio via D’Amelio. Il “popolo delle agende rosse” chiede di conoscere la verità. Il fratello Salvatore: “Sono calate le tenebre su quello che successe il 19 luglio 1992”. La sorella Rita: “Forse i politici hanno ancora paura, qualcuno ha perso il diritto di piangere Paolo”.
Davanti a centinaia di agende rosse alzate, alle 16.55 – l’ora dell’eccidio – è calato il silenzio in via D’Amelio, dove morirono il 19 luglio del 1992 il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta.
Un minuto senza cori e parole per commemorare il magistrato, prima di un lungo applauso da parte della circa 500 persone presenti alla manifestazione. Il popolo delle agende rosse, come quella appartenuta al giudice e misteriosamente sparita dopo l’attentato, chiede di sapere chi è stato a volere la morte del giudice che proseguì le indagini su Cosa nostra cominciate da Giovanni Falcone, ucciso due mesi prima, il 23 maggio del 1992.
“Sono calate le tenebre su quello che successe il 19 luglio 1992. I riflettori restano solo su via D’Amelio, su castello Utveggio e sui luoghi dove la strage è stata pensata c’è buio fitto. Il colonnello Giovanni Arcangioli si è allontanato da qui con quell’agenda rossa”.
Ogni 19 luglio vengono qui le istituzioni per controllare che tutto proceda come sempre, senza luce”, ha detto Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso diciotto anni fa, ricordando amaramente quel giorno e questi anni trascorsi senza la verità. In via D’Amelio, tra i manifestanti, anche i parlamentari della commissione nazionale Antimafia Fabio Granata e Giuseppe Lumia.
Anche oggi, come ieri, la marcia delle ‘Agende rosse’ ha avuto una scarsissima adesione -, i palermitani hanno scelto di restare a casa. “Questo era solo un presidio – ha commentato questa mattina Marco Bertelli, dell’associazione 19 luglio – sono certo che il resto della giornata andrà diversamente”.
Questa sera alle 20,30, infine, Giovane Italia ha organizzato una fiaccolata a cui parteciperanno il presidente della Camera Gianfranco Fini, Maurizio Gasparri e il sindaco di Roma Gianni Alemanno.
Nessun esponente del governo sarà a Palermo il giorno del diciottesimo anniversario della strage. Il ministro della Giustizia Angelino Alfano farà celebrare, alle 18, una messa in suffragio, al ministero per ricordare Paolo Borsellino.
E Rita Borsellino, sorella di Paolo, giunta in via D’Amelio, sbotta: “Mi sono stufata di contare le persone e di fare i confronti con l’anniversario della morte di Falcone. La vera antimafia comunque si fa ogni giorno senza stare attenti ai numeri”.
A proposito delle statue che raffigurano Paolo Borsellino e Giovanni Falcone danneggiate nei giorni scorsi e riparate, Rita Borsellino ha sottolineato: “È una dimostrazione di quanto Giovanni e Paolo facciano ancora paura se c’è chi si scaglia contro delle statue”.
Sulla partecipazione delle istituzioni alle manifestazioni per la strage di via D’Amelio, Rita Borsellino ha osservato: “La loro indifferenza è forse da attribuire alla paura di ricevere delle contestazioni da parte della società civile. Comunque proprio nelle istituzioni e negli alti vertici ci sono personaggi che hanno perso il diritto di piangere Paolo”.