La notizia in una email dell’ordine dei medici. Già morti 15 bovini tra i Nebrodi e l’Etna Si muovono i sindaci. A rischio l’immagine di sagre e festival del gusto che muovono l’economia, il turismo e l’immagine di quei luoghi. Per l’Asl di Catania i bovini infetti potrebbero giungere nell’area attraverso le transumanze
Serrati controlli in atto da parte dal Servizio veterinario dell’Asl.
Il carbonchio ematico è una patologia causata dal batterio “Bacillus anthracis”. Colpisce soprattutto gli animali erbivori, ma può interessare anche l’uomo, anche se il Servizio Veterinario del Distretto di Bronte, sente il dovere di tranquillizzare tutti.
I sindaci di Bronte, Maletto, Maniace, Randazzo, Cesarò, San Teodoro e Santa Domenica Vittoria hanno ieri tenuto una riunione per definire gli aspetti di quella che pur essendo un problema ancora – come ha detto il sindaco di Bronte, Graziano Calanna – non è un’emergenza.
Al momento l’obbiettivo è quello di dare ai cittadini, ai turisti, “ai villeggianti della domenica” che muovono l’economia dell’area la giusta informazione affinché, “evitando inutili allarmismi, si blocchi il proliferare del batterio e si eviti ogni possibile contagio con l’uomo”.
Che è comunque molto difficile in quanto può avvenire nella forma cutanea solo se si tocca un animale morto di carbonchio o si ha contatto con le spore del batterio che possono trovarsi nelle strette vicinanze. Mentre per quella ematica si deve aver un contato tra proprie ferite con quelle degli animali.
Bisogna far attenzione alla vendita del prodotto infetto.
Anche se questo è facilmente riconoscibile.
Infatti la carne dell’animale contagiato, come anche il sangue, diventano neri e quindi facilmente riconoscibili.
Il primo caso di carbonchio si è verificato lo scorso 28 settembre. I vaccini sono arrivati in poche ore dalla Spagna”.
Il carbonchio in forma cutanea si presenta con un grosso ponfo nelle zone di contato, che solitamente sono le mani”. E l’asl catanese sospetta, per la rete dei controlli che effettua, che l’epidemia si sia diffusa tramite capi provenienti da transumanze.
Questo allerterebbe gli agricoltori di altre zone, nebrodi compresi.
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