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Lo psicologo Stefano Benemeglio puntualizza che non corrisponde al vero quanto pubblicato a pagina 13 dell’edizione del 4 agosto 2010 del quotidiano «Il Messaggero». In particolare non corrisponde al vero che Stefano Benemeglio abbia inventato alcun braccialetto ipnotico, come asserito da «Il Messaggero». Altresì non corrisponde al vero che Stefano Benemeglio abbia mai affermato che «molti volontari che avrebbero partecipato alla sperimentazione hanno riferito grande soddisfazione, riduzione dello stress, miglioramento della concentrazione».
Vero è infatti che lo psicologo Stefano Benemeglio non è a conoscenza di tali esperimenti e che non ha rilasciato alcuna dichiarazione in merito a questi fatti. Così come è anche vero che la giornalista che firma l’articolo pubblicato da «Il Messaggero» non ha provveduto a controllare la veridicità della notizia attribuita allo psicologo nè con lo psicologo stesso nè con il suo ufficio stampa i cui recapiti sono di pubblico dominio.
Il pensiero di Stefano Benemeglio in merito a presunti «braccialetti miracolosi» è quello rilasciato nelle interviste ai giornalisti che hanno effettivamente preso contatto con lo psicologo e tale pensiero è fedelmente riportato nell’articolo pubblicato dal quotidiano «La Stampa» in data 27 luglio 2010: «Può un braccialetto risolvere tanti problemi? “La nostra mente è influenzata da diversi stimoli: qualsiasi espressione simbolica può creare un effetto emozionale. Direi che il Power Balance ha lo stesso valore di un talismano, come nelle fiabe popolari”».
«Le spiegazioni vanno cercate più nell’antropologia e nella psicologia collettiva, che nella logica? “Le emozioni si prendono lo spazio, indipendentemente dalla logica. La richiesta di consulenza magico-esoterica ha un immenso valore economico. Soltanto lo 0,5 per cento si rivolge ai medici e agli psicologi. Vi ricordate Vanna Marchi e i suoi scioglipancia? Gli obesi preferivano lei ai dietologi”» così risponde Benemeglio al quotidiano «La Stampa».
«Anche in questo caso abbiamo un messaggio basato sulle emozioni? “C’è del buon marketing che prende in esame i bisogni emotivi. Anche lo slogan ‘Non crederci, provalo’ esorcizza lo scetticismo, è molto ben pensato. Si tratta di un prodotto commerciale. Che risponde a esigenze no razionali. Un imbroglio? Tutt’al più un’illusione”» prosegue lo psicologo.
C’è da chiedersi quanto sia potente un messaggio pubblicitario capace di convincere numerose persone a fidarsi del potere di «bilanciamento» di un braccialetto. E c’è anche da chiedersi quale sie il ruolo e le responsabilità dei media in tutto questo. Ma soprattutto c’è da chiedersi come è possibile che un quotidiano come «Il Messaggero» pubblichi notizie che non corrispondono al vero attribuendo fatti e pensieri a persone che neanche vengono interpellate per sapere se è vero ciò che viene loro attribuito.
C’è poi da chiedersi perché un’agenzia stampa quale «Adn Kronos», successivamente alla pubblicazione dell’articolo del quotidiano «Il Messaggero», diffonda altre notizie su questo presunto braccialetto «magico» di cui Stefano Benemeglio ignora perfino l’esistenza, affermando che «non sarà in vendita, ma sarà dato in omaggio come gadget per promuovere corsi». Ma chi lo dice?
E perché attribuire tutte queste notizie che non hanno alcuna adesione con la realtà dei fatti ad un professionista di indubbia reputazione quale Stefano Benemeglio? Un professionista stimato a livello internazionale, che recentemente è stato protagonista di un convegno presso l’Ordine dei Medici di Madrid e che ancora più recentemente ha concesso una duplice intervista speciale per JOI, canale del digitale terrestre di Mediaset, sul tema “I Poteri della Mente” e sul tema “Identità”, durante le quali interviste sono stati ricostruiti i momenti più significativi del lavoro e degli impegni di Stefano Benemeglio. Il girato è stato anche inserito nel contesto del progetto “Archivio della Memoria Italiana”, fatto che costituisce un ulteriore grande riconoscimento per il lavoro e la professionalità di Stefano Benemeglio.
L’idea di un braccialetto con le caratteristiche esposte negli articoli pubblicati da «Il Messaggero» è qualcosa che sa di esoterismo, che non obbedisce ad alcuna legge o attività scientifica accertata e che nulla ha a che vedere con l’attività professionale di Stefano Benemeglio, uno dei quattro pilastri dell’ipnosi a livello mondiale.
Vero è infatti che nelle più autorevoli pubblicazioni sull’ipnosi quattro sono i pilastri riconosciuti: Franz Mesmer che ha scoperto l’influenza ipnotica dell’energia, Sigmund Freud che dell’ipnosi ha dato un’interpretazione psicoanalitica identificando nei «turbamenti» gli agenti ipnotici e gettando le basi dell’ipnosi quale dialogo verbale, Milton Erickson —presidente e fondatore della «Società Americana di Ipnosi Clinica»— che fu il primo a vedere l’inconscio come qualcosa di completamente distinto e separato dalla mente conscia con la sua specifica consapevolezza e Stefano Benemeglio che ha scoperto la «Comunicazione Analogica Non Verbale» quale strumento che permette di comunicare con la sfera emotiva della persona attraverso segni e gesti utilizzati dall’operatore che così riesce ad arrivare allo stato ipnotico comunicando direttamente con l’«Io» profondo della persona.
Se Sigmund Freud ha scoperto l’inconscio, Stefano Benemeglio ha quindi scoperto come comunicare con l’inconscio come se fosse un «ente presente», riuscendo quindi ad interagire e a negoziare con «lui» attraverso un dialogo relazionale in cui l’ipnosi diventa comunicazione e la comunicazione diventa ipnosi.
Dopo Erickson la continua ricerca di Stefano Benemeglio sul comportamento umano e sulla comunicazione ha dimostrato come toccamenti, gesti, segni, suoni, rumori o variazioni della postura siano messaggi strutturati secondo un codice definito «analogico» molto simile a quell’insieme di principi che Sigmund Freud identificò nella produzione dei sogni, atti mancati e lapsus.
A differenza dell’ipnosi tradizionale, quella dinamica ideata da Stefano Benemeglio (www.ipnosibenemeglio.com) esclude le suggestioni verbali ed usa invece la «Comunicazione Analogica Non Verbale» che permette di comunicare con la sfera emotiva della persona attraverso segni e gesti utilizzati dall’operatore che rappresentano potenti archetipi simbolici.