UOMINI – Auguri Francesco
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UOMINI – Auguri Francesco

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di Nino Lo Iacono

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 AUGURI A PAPA FRANCESCO

Gli 80 anni di Papa Bergoglio non possono passare inosservati.

Prima di tutto per la ricorrenza in se stessa. Secondo perché si tratta del genetliaco di un uomo che ha,senza alcun dubbio, impresso una svolta alla Chiesa Cattolica, ai cristiani e a tutto il mondo, non credenti e scettici compresi.

Sono stati questi ultimi a parlarne di più e sono stati i credenti in altre fedi a soffrirne.

L’idea della misericordia quasi a tutti i costi, della tolleranza che si trasforma in una sorta di silente accettazione delle differenze anche incolmabili, ha inciso in maniera profonda sui rapporti fra religioni di etnie diverse e in maniera vistosa anche fra gli stessi cattolici e non sempre in maniera positiva.

Questa idea, spesso trasformatasi in ossessione, di dare ospitalità a profughi e diseredati provenienti da altri continenti, si è infatti spesso contrapposta all’insofferenza della gente comune,che si è vista emarginata davanti alle pressanti esigenze dei profughi ed alle insistenze della politica, apparentemente spalleggiata dalla stessa raccomandata accoglienza a tutti i costi, che veniva e viene dal Soglio spirituale per eccellenza.

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Dai cultori della Storia ci viene rammentato con insistenza che le grandi civiltà, di cui quella dell’impero romano è stata l’esempio più eclatante, si sono arrese ai continui progressi di una sottoscultura, che vandali e miscredenti erano riusciti ad incuneare nelle varie stratificazioni, in cui era diviso il mondo civile di allora. Un mondo che si è alla fine sgretolato per essere sostituito da qualcosa che nulla aveva della cultura e della precedente civiltà.

La stessa cosa è successo nel civilissimo mondo Arabo, nelle Americhe e nella Russia degli Zar.

Altro complice di questo modo strano di interpretare l’accoglienza è quello che viene correlato alla laicità a tutti i costi.

Un percorso che, non tenendo conto delle origini e della propria cultura, si appoggia ad una presunta uguaglianza, sacrificando persino tutto ciò che ha contribuito a costruire la nostra civiltà.

Un appiattimento generale senza basi che poggia su una sterile fanghiglia, su un coacervo di idee che viscidamente scivolano, ora da una parte, ora da un’altra, di millantate e quindi inesistenti posizioni culturali, suggerite da un determinato momento storico o da una impropriamente detta evoluzione sociale.

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Un esempio calzante è la ostinata laicità della Repubblica Francese, un percorso che alla fine si è rivelato non solo fallace ma anche pericoloso, autodistruttivo di una identità che rimase forte fin quando forti erano i valori aggreganti, che trovavano la loro ragione nel Cristianesimo e nelle vicendevoli evoluzioni e reciproche integrazioni delle civiltà occidentali.

La supina accettazione dell’inquinamento delle proprie identità e origini, spesso finalizzate a scardinare e sostituire civiltà e culture esistenti, si può configurare come il ripetersi della stessa situazione sociale e politica che scardinò, a suo tempo, civiltà consolidate da secoli.

Dobbiamo certamente essere tolleranti e generosi nello spirito che la nostra civiltà e la storia della stessa Europa ci impongono, ma non dobbiamo fare l’errore di rinnegare ciò che da secoli ci ha aggregati, imponendoci come faro di civiltà, perché è stato e sarà sempre questo faro il punto catalizzatore di quanti sono rimasti indietro almeno quattro secoli.

Questo faro, qualunque cosa si possa dire, poggiava prima sull’Impero Romano e, dopo, sui valori Cristiani dei quali il Papa è stata sempre la più alta espressione. Rinnegare questa storica verità sarebbe da ipocriti.

Papa Bergoglio, che è si è formato ed è cresciuto in altre civiltà ed in altri mondi, nei quali era ed è reciproco il fenomeno della immigrazione e della emigrazione, predica con fervore l’obbligatorietà dell’accoglienza. Il dettato di Cristo lo impone e gli insegnamenti di quell’Uomo che cambiò il mondo, sono sacrosanti per tutti i Cristiani. Forse però non tutti i Cristiani sono disposti a morire da martiri, anche perché in una Europa democratica e libera sarebbe un sacrificio incomprensibile, ed è proprio questo timore che dovrebbe suggerire a quanti reggono il potere temporale e spirituale dell’Europa, a riflettere sulla validità delle politiche per l’accoglienza fin qui attivate.

Misericordia ed accoglienza, due termini che sollecitano pensieri eccelsi di bontà, ma che spesso producono risultati che cozzano con gli scopi imposti dagli stessi benefattori.

Auguri a Papa Bergoglio anche a nome e per conto di quegli ignoti martiri che questa tolleranza e questa Misericordia ha, loro malgrado, creato, con la certezza che prima o dopo qualcuno si accorgerà che anche i Cristiani hanno due sole guance da porgere.

lo iacono maggio  (4)

 

 

 

 

18 Dicembre 2016

Autore:

redazione


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