Ancora un appuntamento importante nella rassegna “Se si insegnasse la bellezza”, al teatro Trifiletti Ieri in scena “L”Omu coraggiusu, Vita e Morte di Pio La Torre.” La pièce ha raccontato le vicende umane e politiche del segretario del P.C.I. siciliano, ucciso dalla mafia a Palermo, ispirandosi liberamente al testo “Pio La Torre, orgoglio di Sicilia ” di Vincenzo Consolo.
Chiediamo a Salvatore Presti che ha ideato la rassegna, un commento su questa iniziativa che ha puntato con successo i riflettori su Milazzo. ”
Questi progetti servono ad acquistare conoscenza e consapevolezza di un fenomeno che continua ad attraversare la nostra realtà.
Un percorso ragionato e approfondito di riflessione e condivisione, senza improvvisati proclami antimafia che, sempre più, assumono il volto della triste retorica.
“Se si i nsegnasse la bellezza” raccontare storie di uomini e di vita vera, richiamandosi alle parole di Paolo VI : ” Il nostro tempo non ha bisogno di maestri , ma di testimoni.” La rassegna di Milazzo ha dato anche voce a racconti di donne straordinarie che hanno combattuto la Cosa Nostra.
Lo spettacolo “Di mafia si muore sempre tre volte” ha infatti narrato vicende poco note in cui le donne hanno dato un esempio di coraggio e tenacia.
Chiediamo a Marina Romeo, autrice della fortunata pièce, un commento sulla kermesse di Milazzo.
” La mia idea mentre scrivevo il testo era principalmente rivolta ai giovani.
A questo scopo i passaggi tra i diversi personaggi sono volutamente precisi e didascalici, in modo da rendere chiara al pubblico la visione delle storie narrate.
Così è accaduto al teatro Trifiletti nei giorni scorsi, dove gli attori: Beatrice Damiano, Oriana Civile e Rossano Artino, hanno regalato ai numerosi ragazzi, una interpretazione commovente, resa ancor più struggente dalla presenza e dalla testimonianza di Piero Campagna.
“Di mafia si muore sempre tre volte”, continua il suo percorso nelle scuole e nei teatri siciliani, nella speranza che la mia ambizione di far superare le onde dello Stretto alle storie di donne che si sono rivelate eroiche, rendendo straordinario il loro quotidiano, venga esaudita.
Spero che il mio testo sia rappresentato anche in luoghi dove della mafia si conosce solo l’aspetto eclatante e superficiale. Bisogna raccontare le vicende di grandi donne e uomini di Sicilia perché la nostra contraddittoria isola è anche questo, anzi è sopratutto questo.
Sposando in toto le parole del giudice Paolo Borsellino: ” Parlate della mafia. Parlatene in televisione, sui giornali.
Però parlatene.”
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