PUNTO DI VISTA – La frantumazione della #politica
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PUNTO DI VISTA – La frantumazione della #politica

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E’ di questi giorni la materializzazione dell’ennesima scissione del sistema politico italiano.

 


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E’ la storia che si ripete. IL PD che per una parte diviene DP, più che uno scherzo carnavalesco appare come l’ennesimo episodio di una cronaca costellata da occasioni senza profondi perché.

Si è al cospetto dell’ennesima esperienza che sembra appartenere ad una scelta che riduce la democrazia ad una sorta di sperimentazione continua, che somiglia più a tentativi di laboratorio che ad una lotta di idee, all’uso di alambicchi e non alla elaborazione di progettualità.

Così si antepongono le ambizioni alle ragioni, le velleità ai valori.

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Certo la figura di Renzi non aiuta a ragionare sulle soluzioni che dovrebbe dare la politica alle dinamiche attuali, in cui la povertà cresce e dove si diffonde il senso di inadeguatezza dell’attuale classe di dirigente.

Sempre più vasta appare, infatti, la percezione tra chi sta a guardare di una vergognosa ed umiliante trasformazione di una sistema di potere in cui la politica, con la sua correlata governabilità e discussione pubblica, costituisce, non solo l’anello debole, non più un cuore pulsante della realtà che vive in prospettiva di qualcosa di più armonioso, ma solo una miscela di nichilismo ed inconsistenza.

occhio-in-pittura-2Viene fuori da questo crogiuolo la frantumazione del sistema, che potrebbe condurre alla sua disintegrazione, se la politica, con i suoi strumenti istituzionali di confronto, non avvia, da subito, un percorso in cui si ricostruisca quella rete di solidarietà, di metodi condivisi per ri-organizzare un sistema di regole e modalità di scelte amministrative in grado di garantire la democrazia, la pluralità, la capacità di ascolto e soprattutto sia capace di alimentare la sensibilità comunitaria, ridando significato allo stare assieme.

Solo riconsegnando un’anima civile alla democrazia sarà possibile superare i limiti di una crisi, che oggi vede le oligarchie e le metodologie finanziarie prendere il sopravvento, seguendo logiche ricattatorie, e conducendo i cittadini a soggiacere e subire nella speranza (mal nutrita) di sopravvivere.

Il clima sconcio, creatosi negli ultimi anni, non può essere più malsopportato.

Nella scacchiera su cui si esercitano i poteri bisogna ridare il giusto significato alle parole, ridare chiarezza alla confusione in atto e reagire alle speculazioni in cui la tecnocrazia, in mano ai banchieri ed alla burocrazia di Palazzo, possa ritornare alle scelte della politica che si confronta e decide nell’interesse generale, che è capace di sentire l’insostenibilità di una vita precaria al punto, che istiga al suicidio.

In questo quadro la frantumazione dell’oggi deve essere accompagnata da una riflessione rigorosa in cui tradurre il tentativo di una ricostruita democrazia, quale possibile esito di un impegno rivolto ai molti e non più ai pochissimi. Aderire a questa obbligatoria riflessione equivale a dare nobiltà ad una ricostruenda classe dirigente che aspiri al servizio comune e non alimenti un potere ingordo e senza futuro che, dopo aver spinto alla perdita di senso, condurrà al suicidio di stato.

Scorgendo l’inevitabile fine, chissà se, per sopravvivere, la politica riacquisti forza e capacità di direzione e sarà in grado, in un soprassalto di lucidità, di invertire l’effetto domino di una rovinosa caduta?

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rino nania – scritti audaci/66

#Renzi

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#paura

4 Marzo 2017

Autore:

redazione


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