L’istruttoria del Genio civile sulla Variante “Salvacolline”, il 15 marzo del 2016, aveva prodotto un “parere favorevole condizionato con prescrizioni”, e pertanto non risolutivo ai fini del compimento dell’iter autorizzativo.
Il 1° marzo l’Ufficio di via Saffi aveva così chiesto la copia degli atti allegati alla delibera con la quale la Giunta aveva inviato la Variante in Consiglio comunale. Occorreva valutare se il Comune avesse o meno ottemperato a quelle prescrizioni prima che si esprimesse il Consiglio. Palazzo Zanca ha riposto otto giorni dopo, ma il contenuto della nota non ha soddisfatto il Genio civile: è stata rispettata soltanto una delle tre prescrizioni, per cui il parere adesso è stato revocato. Il nuovo provvedimento, emesso ieri, 23 marzo, con protocollo 67043, non lascia spazio ad interpretazioni: “Revoca del parere condizionato ai sensi dell’art. 13 della Legge 64/74 emesso con nota n. 49415 del 15.3.2016”. Tra i motivi, l’assenza di un nuovo studio di micro zonazione sismica più approfondito ed esteso a tutto il territorio comunale e della relazione geologica allargata al di fuori delle ex aree Zir e Zis. Contestata inoltre dal Genio civile la mancata trasmissione del nuovo Regolamento edilizio, che avrebbe necessitato di un nuovo visto geomorfologico, prevedendo la possibilità del trasferimento di volumi edificatori anche oltre le ex aree industriali. Per il Genio civile si deve inserire nello strumento urbanistico anche un vincolo di inedificabilità assoluta su tutta la fascia costiera per rischio maremoti: dovranno essere rispettate le mappe di allagabilità da rischio onda anomala allegate al piano rischio alluvioni.
Alla fine, tra “riservatezze” e “secretazioni” oggetto dell’acceso dibattito sulla Variante “Salvacolline”, approdata in Consiglio lo scorso 22 febbraio, è prevalso un atto che invece attiene al “merito” della variante e non al “metodo”: il Genio civile ha revocato il proprio “parere favorevole condizionato con prescrizioni” n. 49415 del 15 marzo 2016 emesso ai sensi dell’art. 13 della Legge 64/74. Si tratta, in pratica, del nulla osta vincolante, di competenza del Genio civile, ai sensi della legge sismica per quanto concerne l’aspetto geomorfologico sugli strumenti urbanistici.
Pertanto adesso il Dipartimento Politiche del Territorio del Comune di Messina dovrà provvedere al completamento degli atti, affinché il Piano, che adesso deve ritenersi “congelato” in Commissione Urbanistica del Consiglio comunale, possa giungere a buon fine. In attesa che ciò avvenga, considerata la possibilità che la procedura si protragga oltremodo, si attendono le decisioni di Palazzo Zanca.
Andiamo nello specifico. Nel proprio parere “condizionato”, l’ufficio di via Saffi, diretto dall’ingegnere capo Leonardo Santoro, aveva indicato tre punti da risolvere. Nel primo si indicava di “notificare l’accertato stato di rischio di dissesto idrogeologico e suscettibilità a frane” agli enti proprietari di infrastrutture strategiche, come Anas, Cas, Città metropolitana, FS, etc. Si trattava di un aspetto essenzialmente burocratico – procedimentale cui il Comune ha ottemperato. Il secondo era più complesso: “Disporre, di concerto con gli enti preposti (Università e Dipartimento Reg.le Prot. Civ.) un nuovo studio di microzonazione sismica” comprendente gli ulteriori studi fatti dall’ENEA che non erano stati prodotti nella Variante. In questo, il Comune ha solo “avviato” la procedura con gli enti preposti, senza tuttavia aver ancora “disposto” il nuovo studio. ”Tale mancata redazione dello studio di micro zonazione sismica – si legge tra l’altro nel provvedimento di revoca del Genio civile – espone pericolosamente qualsiasi intervento di pianificazione urbanistica, ancorché riduttiva, ad imprevedibili effetti sul costruito e sull’edificabile, di accelerazione sismica dovuta alla particolare natura dei terreni di sottosuolo presenti nei centri abitati di Messina. Il tutto – si legge ancora – aggreverebbe, prevedibilmente, i livelli di pericolosità sismica anche nell’esistente tessuto edilizio, a causa di possibili amplificazioni della sollecitazione sismica e probabili fenomeni di liquefazione dei terreni già accertati peraltro nei terreni interessati dal PIAU”.
Il terzo punto era altrettanto importante: “Redigere obbligatoriamente nuova relazione geologica in conformità alla circolare n. 3/DRA del 20.6.2014, da estendere agli areali del territorio comunale esterni agli 840 ettari oggetto della presente Variante nei quali sono stati previsti il trasferimento delle cubature (ex aree Zir e Zis)”. Tale richiesta è da collegare, sia alla procedura del PIAU, il piano innovativo in ambito urbano compreso tra la stazione marittima e Gazzi, in corso di approvazione, che al disposto della delibera 74/C del 2012, da cui prende spunto la “Salvacolline”, che prevede la possibilità che i volumi “decollati” dalle colline “atterrino” a valle anche al di fuori del PIAU, purché siano previsti nel nuovo PRG. “E’ stato prodotto uno studio geologico non esteso ma limitato all’areale relativo al ‘Progetto integrato per la ristrutturazione e riqualificazione urbana dell’area Stazione marittima Santa Cecilia’ (altrimenti detto PIAU, ndr) riguardante pertanto una minima parte e non l’intero territorio comunale oggetto della Variante in esame”. Ci sarebbe dunque voluta una relazione maggiormente estesa, così come richiesto dal Genio civile.
Sempre riguardo alla delibera 74/C del 2012, all’art. 8 la stessa richiama la modifica al regolamento edilizio integrato con l’art. 23 bis (trasferimento dei volumi). Qui, il Genio civile, fa un passo indietro nel tempo e contesta al Comune che “non si è provveduto a trasmettere il nuovo Regolamento edilizio comunale modificato rispetto a quello già esitato favorevolmente da questo Ufficio, nella stesura dell’art. 23 bis”, poiché il precedente parere sulla compatibilità geomorfologica, in virtù delle modifiche apportate, andava aggiornato. “Tale modifica del regolamento edilizio ha esteso all’esterno degli areali Zir e Zis le localizzazioni delle ‘volumetrie eventualmente non localizzabili nelle zone ex Zir e Zis in quanto eccedenti il dimensionamento del Piano Integrato di recupero Urbano’ – scrive il Genio civile – confermando ulteriormente la necessità di redazione di una relazione geologica ‘estesa’ e non già ‘limitata’ alle aree ex Zir e Zis”.
Quindi tira le somme e osserva soltanto il “parziale adempimento a quanto richiesto” dall’Ufficio. Da qui la “Revoca del parere favorevole condizionato rilasciato con nota n. 4915 del 15.3.2016 ai sensi dell’art. 13 della L. 64/74 sulla Variante di tutela ambientale”.
Ecco cosa chiede il Genio civile per il rilascio del nuovo parere sulla compatibilità geomorfologica sulla Variante: “nuova relazione geologica di tutto il territorio comunale interessato dalla variante al PRG redatta ai sensi della Circolare n. 3/DRA del 20 giugno 2014; nuovo regolamento edilizio comunale; studi di microzonazione sismica di primo, secondo e terzo livello”. Ed elencandone i criteri aggiunge che gli studi geologici dovranno essere supportati da “adeguate campagne di indagini geognostiche e da relazioni di accompagnamento”.
E non finisce qui, perché alla fine il provvedimento contiene qualche altro punto di un certo peso: “A corredo della richiesta di microzonazione sismica dovranno essere prodotte le risultanze delle verifiche tecniche dei livelli di sicurezza sismica di tutte le strutture a destinazione strategica o rilevanti ai fini di eventuale collasso di proprietà comunale”. Con questa possibilità: “Prevederne eventuale delocalizzazione al fine di non esporre i fruitori di tale strutture a livello di rischio sismico…”. Infine, un’altra condizione i cui effetti in città si faranno sentire in maniera detreminante. Scrive il Genio civile: “Tra i vincoli da considerare nelle tavole dello strumento urbanistico, alla luce delle risultanze dei richiesti studi di microzonazione sismica dovrà essere inserita (…) la fascia di perimetrazione costiera dell’areale esposto a rischio maremoti”. Ciò, in coerenza alle “mappe di allagabilità da rischio onda anomala allegate al piano di gestione del rischio alluvioni di cui al D.P. n. 47 del 20 febbraio 2015”.
Questa sembra già un’attenzione seria da porre sul nuovo PRG. Intanto la “Salvacolline”, che ha avuto in “cabina di regia” l’assessore Sergio De Cola, ha subito un brusco stop che l’Amministrazione Accorinti non metteva in conto. Con la delibera del 14 febbraio, la Giunta aveva provveduto alla “presa d’atto” sulla Variante e all’invio della stessa, una settimana dopo, al Consiglio comunale per l’approvazione.
A questo punto la “partita” è sospesa, in attesa che si definiscano ulteriori aspetti che gli uffici di Palazzo Zanca e la Giunta, evidentemente, ritenevano superati.
Corrado Speziale
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