Una lettera in redazione che si lega all’articolo pubblicato qualche giorno fa. Le attenzioni di addetti ali lavori come il contributo dello psicologo pubblicato avantieri, ma soprattutto uno sguardo attento al territorio dove si intensificano controlli e i fermi (due recentissimi) tesi a disegnare la mappa dello spaccio, ma anche per definire nuovi riscontri primi di altre operazioni… Riparliamone
Così pubblichiamo appresso quanto ha scritto una madre\nonna dal passato da addetta ai lavori che scrive da un punto di vista privilegiato, ma che qui diventa testimonianza ma anche una voce come tante che punta il dito sul problema. Reale. e grave.
Dobbiamo ancora dire, per precisione e per evitar speculazioni, che queste attenzioni riservate al fenomeno dello spaccio e del consumo di sostanze stupefacenti a Brolo e nel territorio non è certo per qualche click in più o per criminalizzare istituzioni o persone, men che meno i ragazzi- anello debole di una catena che porta lontano – ma semplicemente sollevare il velo su un fenomeno gravissimo.
Quell’abbassamento dell’età di chi si avvicina al mondo dell’assunzione e dello spaccio che diventa ora una realtà anche a Brolo, dove si avvertono chiaramente i segnali delle pressioni dei militari, dei carabinieri della locale stazione , impegnati in un evidente quanto costante controllo massiccio sul territorio e che coinvolge anche il comando della polizia municipale del luogo, che oltre alla vigilanza, oggi è chiamato, con le ausiliari in servizio, in quanto agenti di ps, ad effettuare i controlli personali sulle giovani donne fermate.
E’ chiaro che in questo momento – tra leggende metropolitane e racconti di frammenti di episodi accaduti che nel passa parola diventano “altro” – si devono tutelare i minori, ma non lo si fa nascondendo il problema.
Lo si fa agendo diversamente … parlandone, attenzionando il problema, facendo aprire gli occhi ai più…. denunciando, evitando comunque di porre etichette ghettizzanti che indicano “come persone sbagliate” i ragazzi coinvolti.
Guardare, analizzare, saper osservare da dove nasce la “passione” per la droga e per l’alcool – altro fenomeno sempre più dilagante – diventa un compito tecnico di una società attenta, mentre la repressione del fenomeno spetta ad altri.
Star zitti, in maniera omertosa, diventa a tratti un rimedio peggior dei mali al pari di metter la polvere di casa sotto lo zerbino d’ingresso, diventando, a dispetto di ruoli e posizioni che istituzionalmente rivestiamo, a tratti quasi giudici ben pensanti, buoni solo ad affilare quel coltello tanto tagliente da costringere i cuori più irrequieti all’autodistruzione o in altri casi molto simili un pò a quel Ponzio Pilato che disse “non sono responsabile di questo sangue” nel celebre passo biblico.
Ma torniamo alla lettera inviataci. Ne riportiamo dei brani
“Allarme sociale … droga a scuola … e tutto tace”
Inizia così la nota
“Eppure tutti sanno, tutti ne parlano, più o meno sottovoce, a casa, per le strade, davanti alle scuole, tutti si chiedono.
C’è chi, meglio di chiunque altro sa e nega ancora caparbiamente, nei luoghi ufficiali, su facebook, spesso cadendo in contraddizione, “non c’è stato nessun blitz, e non è stato trovato nulla”.
Si nega l’evidenza, molti hanno visto la presenza delle forze dell’ordine, fonti di prima mano confermano, ma si cerca di minimizzare e nascondere.
Perché?
Dall’errore si rinasce più forti, eppure si ripete ancora una volta la stolta tradizione siciliana di far passare tutto sotto il silenzio più assoluto, anche alterando la verità[…] e dire che si spendono centinaia di euro per progetti sulla legalità e per educare al rispetto delle regole”.
E continuando:
“Oggi la posta in gioco è alta.
E’ il futuro, la vita dei nostri adolescenti, sempre più piccoli e più fragili, dei nostri figli, nipoti, (quasi tutti abbiamo figli, o nipoti, pronipoti che frequentano scuola dell’infanzia, scuola primaria e secondaria di 1° e 2° grado).
Certo, si comprende bene che bisogna tutelare chi ha sbagliato, perché molto giovane e inconsapevole o incosciente; ma la domanda è se è corretto farlo non parlandone, o piuttosto agire attivamente, compattando le forze sociali positive: genitori, scuola, comune, associazioni, esperti, forze dell’ordine e, per una volta, procedere uniti, per sostenere, educare veramente, rafforzare i nostri giovani, che appaiono sempre più isolati e deboli.”
Quindi l’invito al dialogo\confronto.
“A tal proposito vorrei sapere cosa ne pensano i gruppi politici e sociali, le aggregazioni giovanili – ovviamente quelle organizzate come i Gd o i gruppi sociali/culturali – che operano a Brolo, […] e poi l’amministrazione comune cosa intende fare e gli obiettivi, concreti, del “tavolo tecnico” attualmente in fase di avvio della sua funzione.”
Questo per comprendere, in maniera trasversale com’è avvertito il problema. Questo per capire.”
Ed ancora:
“Nell’anonimato dei soggetti coinvolti nella vicenda, occorre fornire a chi è preposto strumenti e occasioni per informare, approfondire, orientare, ascoltare, rimuovere eventuali disagi, aiutare a costruire un’identità personale e civica che sia di soddisfazione ai ragazzi e che non lasci spazio a facili attrazioni, deleterie ed insane e che spesso si cerca di trasmettere all’amico o al compagno più vicino.
E non dimentichiamo che la scuola è chiamata in primis ad agire, educando, verso questa finalità, elaborando contenuti, attività, riflessioni che investono gli aspetti cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali, religiosi. (Centralità della persona – Indicazioni Nazionali 2012 del Miur – Belle pagine di pedagogia ma che spesso vengono ignorate!).
I genitori, che vivono nel panico e nell’incertezza, devono conoscere la verità perché sono i primi interlocutori dei giovani, in quanto loro figli; i docenti altrettanto, perché stanno quotidianamente a contatto con gli studenti e non trasmettono solo informazioni o saperi; a seguire, tutti coloro che possono contribuire a tutelare e costruire una generazione libera, democratica, civile, sana e forte, capace di intendere e volere.
E allora bisogna scendere in campo, attivarsi e pretendere, educare finalmente!
La storia insegna che la tecnica dello struzzo non ha mai prodotto risultato alcuno se non quello di rinviare i problemi emersi ad altri tempi, quando probabilmente riemergono ancora con più forza e saranno difficili da risolvere perché ormai troppo tardi.”
… parliamone
Ed è encomiabile in questo frangente quanto fatto dal Comando Generale della Guardia di Finanza di Capo d’Orlando, che in collaborazione con la Dirigente dell’Istituto Comprensivo, ha programmato due incontri con gli studenti e i docenti di Brolo, Sant’Angelo di Brolo e Ficarra.
Tra i vari temi trattati, quali spazianti dalla lotta alla contraffazione e pirateria audio-visiva al corretto uso di internet e dei social network, ma anche sulla lotta all’evasione fiscale ed al contrasto dello spaccio della droga e le conseguenze devastanti dell’ utilizzo di sostanze stupefacenti.
Una preziosa occasione di riflessione e di confronto.
La Dirigente Scolastica Maria Ricciardello ha voluto ringraziare il Capitano, Francesco Vitellio, il Luogotenente, Santino Gatani, il Brigadiere, Antonino Pirrone, il Vicebrigadiere, Francesco Longo, dell Comando della Guardia di Finanza di Capo d’ Orlando per quanto fatto.
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