MEMORIA & RICORDO – Nei giorni dedicati a Paolo Borsellino pochi ricordano che Piera Aiello è cittadina onoraria di Brolo
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MEMORIA & RICORDO – Nei giorni dedicati a Paolo Borsellino pochi ricordano che Piera Aiello è cittadina onoraria di Brolo

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25 anni fa la strage di via D’Amelio. Nei giorni dei ricordo, delle commemorazione, dei film mandati in tv, dei cortei per non dimenticare Paolo Borsellino, Giovanni Falcone gli uomini delle scorte, rammentando le stragi, la solitudine istituzionale della famiglia Borsellino, i commenti della Sagunto, noi spingiamo oltre il ricordo e evideniziamo che tra le testimonianze, fatte non solo di parole, ma di atti concreti registriamo anche quelle di una pubblica amministrazione che ha dedicato spazi, luoghi, concesso cittadinanze a chi ha rappresentato un esempio reale di lotta alla mafia. Raccontando quando, a due donne simbolo di una Sicilia che seppe dire di No, a Brolo, venne dedicata una sala – a Rita Atria – e la cittadinanza – a Piera Aiello – . Un esempio di società civile che molti neanche conoscono, ma anche un punto di riflessione di come è sfiorita una “primavera” d’impegno.

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L’otto marzo, giorno dedicato alla donna, del 2009, giorno scelto non a caso, la società civile di Brolo fece una scelta importante.

Alle presenza di tanti simboli viventi, nazionali e regionali, della lotta alle mafie, avvenne l’intitolazione dell’allora biblioteca multimediale del comune, luogo di aggregazione dei giovani e simbolo dell’attivismo culturale del territorio, proprio a Rita Atria, una delle figure simbolo di una Sicilia che vuole, allora come oggi, nel segno della legalità , trovare il suo riscatto.

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Una scelta  che avveniva ad un anno dall’intitolazione di uno slargo al “giudice ragazzino” Rosario Livatino.

E che fece seguito a quella delibera, l’01.04.2009, con la quale il consiglio comunale del tempo concesse a Piera Aiello, già testimone di giustizia, la cittadinanza onoraria del paese.

A presiedere quell’assemblea c’era Francesco Moscato, ed anche una giovanissima Irene Ricciardello, dai banchi dell’opposizione votò quella scelta, mentre era sindaco Salvo Messina.

Il Presidente sottolineò i sentimenti di partecipazione e di grande interesse che hanno animato i preparativi dell’evento porgendo a nome proprio e del Consiglio Comunale il benvenuto a Piera Aiello, presente, sotto scorta, in un ambiente blindato dove erano vietate telecamere, telefonini e macchine fotografiche.

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Moscato ricordò che quell’evento seguiva a quello di giorno 08 marzo, nel quale, con la celebrazione di una “ ragazzo-coraggio”, si è intitolata la biblioteca multimediale del Comune di Brolo Rita Atria. Tra i vari interventi anche quello dell’attuale vicesindaco, Gaetano Scaffidi Lallaro, che espresse “apprezzamento per l’operato di Piera Aiello” affermando “che è compito delle istituzioni e delle forze politiche dare un segnale forte e chiaro ai giovani, costruendo percorsi di giustizia”.

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Nuccio Ricciardello, si legge negli atti della delibera,  ringraziò dicendo “l’Amministrazione per l’iniziativa e anche Piera Aiello per la scelta di coraggio irripetibile, soprattutto per il contesto in cui ha vissuto ed ha operato tale scelta.L’iniziativa de qua non si può concludere con la sola consegna della cittadinanza ma deve essere una spinta ad agire per la legalità nel quotidiano. Auspica che nel tempo Piera Aiello possa riferire cosa ha significato per Lei aver ricevuto la cittadinanza Brolese”.

E Basilio Scaffidi – che sedeva tra i banchi del consiglio comunale – parlando anche a nome dei giovani evidenziò “Che la mafia va combattuta a livello culturale; nichilismo etico, relativismo politico vanno cancellati a favore di una cultura diversa”.

Per il sindaco quell’atto del consiglio comunale disse che rappresentava “per Brolo, nella prosecuzione di un percorso per la legalità” soffermandosi sul “ comune sentire” della collettività civile sana che ha emotivamente partecipato all’esperienza di testimonianza di giustizia vissuta in prima persona, mettendo a repentaglio la propria vita ed a rischio l’incolumità sua e dei propri affetti, per sete di giustizia”.

Conclusosi il protocollo il consiglio votò all’unanimità la cittadinanza a Piera Aiello (poi dopo qualche anno il gesto si ripetè quando venne conferita la cittadinanza onoraria a Dacia Maraini. Un riconoscimento non tanto per la sua attività letteraria ma per quanto aveva scritto sui Migrantes… Testo oggi più che mai attuale).

Per la cronaca, tornando a Piera Aiello, poi questo momento entrò a far parte di varie inchieste giudiziarie e giornalistiche, sia nelle vicende della testimone di giustizia che di Ignazio Cutrò. In un verbale dei carabinieri si evidenziò la presenza a Brolo della Aiello ma non si citarono le misure di sicurezza a tutela della sua immagine…per fare un esempio.

In quel contesto storico Brolo vedeva attiva anche la scuola.

Si rammenta che la dirigente scolastica, Nunziatina Lacchese, accettando l’invito fattole dall’assessore comunale alla cultura Maria Ricciardello, inserendolo nel progetto legalità, aveva permesso ai ragazzi delle Medie e delle ultime classi delle Elementari ad assistere alla proiezione,  del film “Angela” di Roberta Torre e ai video su Rita Atria curati da Carlo Lucarelli – che nella sua trasmissione Blu Notte ha ampiamente e dovutamente illustrato il ruolo e la figura della giovane di Partanna – e assemblati da Davide Canfora.

In quei giorni si registrarono gli interventi in “La verità vive” di Vincenzo Geraci e Nadia Furnari dell’associazione milazzese “Rita Atria”. Poi Geraci incontrò i docenti dell’Istituto Comprensivo, per parlare loro proprio di Rita Atria e della sua lezione di vita, concretizzatasi in un gesto estremo, di denuncia e di speranza.

A Brolo si animarono dibattiti, vennero  lette alcune poesie di Giovanna Gigliotti Manfredi, pezzi tratti da tesi di laurea su Rita Atria, proiettato un “corto” realizzato dai giovani della scuola media brolese, curato da Mariella Squillacioti, ci furono le testimonianze dei Ragazzi di “Addio Pizzo” di quelli dell’Associazione Libera di Don Luigi Ciotti, ed ancora i responsabili dell’associazione Rita Atria; anche di Pino Maniaci di Tele Jato, Vincenzo Conticello, autore di una denuncia contro il pizzo, e titolare dell’Antica Friggitoria San Francesco di Palermo, ma anche Magistrati del pool antimafia, esponenti del mondo della Politica, delle civiche amministrazioni locali e delle Associazioni Antiracket, prima fra tutti quella locale , l’Acib, oltre ai rappresentanti delle Forze dell’Ordine.

Tempi… che videro realizzarsi monumenti in ricordo di Peppino Impastato, ai Martiri di via Fani e Aldo Moro, e poi ancora assemblee, teatro, concerti, incontri, testimonianze in un’attivismo civico importante.

Un patrimonio di tanti, di tutti.

I giovani di Brolo sembravano davvero i grandi protagonisti di un risveglio.

Ora quel tempo sembra distante anni luce, e c’è da porsi una domanda… guardando silenzi e poco attivismo.

Dove abbiamo sbagliato?

Tanto seme disperso al vento… mal seminato oppure cosa?

Come mai si avverte silenzio?

Ecco il punto di domanda, senza critiche o escludendosi da colpe…

Dove si è sbagliato e perchè?

Una seria analisi, la mancanza di richiesta, cattivi esempi, l’apatia nell’impegno, le stanchezze che dirottano verso altri spazi, le cessate disponibilità all’ascolto che castrano e non favoriscono le richieste, o cos’altro?…

Ed ancora il non comprendere che a volte anche l’esternare movimento, il manifestarsi, l’occupare uno spazio diventa una necessità inderogabile ad altri.

Diventa esempio.

Ecco darsi risposte  oggi, forse vuol dire evitar che altri possano far lo stesso errore che a volte porta a chiudersi in ghetti d’oro in esilii intellettuali che alla fine lasciano soli… e diventano recinti sterili.

E nessuno è immune da colpe.

 

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24 Luglio 2017

Autore:

redazione


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