Mettiamo un punto fermo sulla Variante di Salvaguardia: sulle colline non si costruisce e non è necessario trasferire volumi. L’opinione di CapitaleMessina a firma di Pino Falzea
Continuiamo ad assistere al surreale balletto dell’iter di approvazione della cosiddetta Variante di salvaguardia cosiddetta “Salva Colline”, elaborata dall’Amministrazione Accorinti.
La variante viene stoppata prima dal Genio Civile e poi dalla Regione perché non dotata di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), riabilitata dal TAR e ora bloccata dalla stessa Regione, ed inviata per un secondo giudizio, al Consiglio di Giustizia Amministrativa.
Noi non vogliamo entrare nel groviglio del conflitto burocratico, legale, forse anche politico, tra i contendenti, che risulta incomprensibile ai più. Quello che a noi preme è fare chiarezza sull’argomento, ed allo scopo scriviamo queste righe.
Per tutta una serie di ragioni concernenti il rischio idrogeologico, evidenziate dagli studi dell’ENEA non è più possibile costruire sulle colline. Punto. Gli 820 ettari precedentemente pianificati, non possono essere costruiti. Non c’è altro da dire o da fare.
In aggiunta riteniamo che, in una città che demograficamente decresce, dove il numero di immobili vuoti è enorme e soprattutto in una città il cui il patrimonio costruito è oggettivamente degradato e sottoposto a un pesante rischio sismico, non è necessario alcun trasferimento di volumi.
Esiste un’area degradata in centro (ZIR ZIS) che andrebbe recuperata? Bene, non la si occupi con lo spostamento di volumetrie inutili.
Si pianifichi, invece, un nuovo quartiere che faccia da volano alla ricostruzione dell’area immediatamente a Nord che arriva fino alla Zona Falcata che oggi, finalmente, grazie all’accordo tra Autorità Portuale e Università, inizia a vedere la speranza di essere riqualificata.
Che si immagini in quest’area un nuovo quartiere produttivo 4.0, che riesca a coniugare le grandi necessità imprenditoriali e turistiche con minime opportunità residenziali, ma non si pensi in alcun modo di trasferire logiche costruttive obsolete, stoppate dal destino “geologico”. E di questa nuova pianificazione si faccia una VAS completa e non elusiva come spesso accade e si sottoponga l’area un’approfondita microzonazione sismica.
Per quanto riguarda l’aspetto residenziale, auspichiamo da sempre, una presa d’atto dello stato di fatto del patrimonio costruito e un’azione politica forte e convinta indirizzata verso il miglioramento sismico. L’adeguamento sismico tout court è quasi impossibile da realizzare su tutta l’edilizia privata, ma sicuramente un valido miglioramento metterebbe in condizioni di sicurezza dal rischio sismico, una buona parte della popolazione oggi pericolosamente esposta.
In conclusione, al di là della solidarietà che, ancora una volta esprimiamo nei confronti del Genio Civile che appare ormai l’unico baluardo cittadino, contro l’improvvisazione tecnico – amministrativa comunale (vedi i massi di Giampilieri), auspicheremmo che la Giunta comprendesse la necessità di fare un passo indietro per il bene della popolazione, dimenticando l’interesse di pochi proprietari e attivasse una politica di risanamento necessaria per rilanciare l’impresa edilizia, vero motore economico di questa città continuamente costruita e ricostruita.
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