RIFLESSIONI AD ALTA VOCE  – … e li chiamano Turisti
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RIFLESSIONI AD ALTA VOCE – … e li chiamano Turisti

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Padre Enzo Caruso  a muso duro con chi non rispetta le regole della civile convivenza. Tutto questo a margine della Festa di Piana

Ormai ci siamo abituati.

Padre Enzo quel che pensa dice…anzi in questo caso scrive, e lo fa su facebook, con qualche nota di dispiaciuto rammarico per quanto accaduto.

IMMIGRATI O TURISTI…

“Chiediamo agli immigrati di rispettare le nostre tradizioni religiose mentre turisti nostri connazionali le calpestano con un disprezzo cinico da far paura… come se i nostri luoghi fossero:

  •  un grande bene di consumo a loro totale disposizione 
  • mentre la devozione del nostro popolo è un intollerabile fastidio su cui le autorità dovrebbero provvedere… per sopprimerle 
  • e i nostri spazi una discarica dove lasciare i loro rifiuti.

È come dire: io ti pago, faccio faccio fare i bisogni al mio cane dove mi pare; tu mi fai da pattumiera e poi mi ringrazi perché vengo.

Gente – continua il reverendo brolese – che ha capito poco o niente dello spirito di accoglienza della gente siciliana.

Uno spirito che viene da secoli di sofferenza e da dignità al nostro popolo”.

Poi scatta la denuncia:

Quello che ho visto la sera della sagra alla festa di Piana dà onore alla commissione e ai volontari che si sono prodigati perché questa festa non vada perduta mentre ne hanno subiti di tutti i colori.

Insulti compresi.

Tengo a sottolineare che non si fa di tutta l’erba un fascio.

Ci sono turisti che rispettano le regole e le persone e che, se vogliono, trovano una comunità accogliente e familiare.

Vogliamo che si sentano al loro agio.

Mi permetto di fare una nota qui: forse dovremmo essere noi più orgogliosi delle nostre tradizioni, del nostro patrimonio storico e culturale e degli spazi del nostro paese.

14 Agosto 2017

Autore:

redazione


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