Francesco Calanna, ex commissario dell’Esa, presidente del Gal NebrodiPlus oggi vicecapo di gabinetto dell’assessore alle Infrastrutture fa il punto sull’attuale situazione politica in vista delle prossime elezioni regionali. Dal suo post su facebook.
Il vento della restaurazione fischia impetuoso favorito da tre fattori che lo agevolano.
Se prima il centro-destra in Sicilia era l’espressione di un blocco burocratico-statalista e di un notabilato conservatore comunque ancorato ad una visione ideologica risorgimentale, oggi altro non è che un COMITATO ELETTORALE senza ideologia ne programma, meta agognata di opportunisti e di cambio casacca che in Sicilia e nel bel paese, a dire il vero, non sono mai mancati.
Il campo è affollato anche da tutti quei notabili, burocrati, clienti e affaristi che il governo Crocetta ha reso orfani di privilegi e fasti del passato e che oggi hanno una grande voglia di rifarsi. La bandiera che li unisce è quella dell’agognata vittoria, l’etica e l’estetica sono solo particolari di cui fanno volentieri a meno.
Ciò che serve e ritornare a vincere per gestire governo e potere.
Una speranza di vittoria che non tollera il DUBBIO, che rimuove ogni prudenza anche davanti a previsioni palesemente ingannevoli e non veritiere.
A questa speranza di vittoria contribuisce il movimento cinque stelle.
Un movimento che, storicamente ci riconduce all’esperienza dell’uomo qualunque, è riuscito a costruire degli abili spot mediatici e conquistare qualche municipalità ma si presenta senza un leader e senza un programma credibile che possa far ripartire la crescita e lo sviluppo della Sicilia. Socialmente ha dato vita, a quello che un tempo, la sinistra definiva spregevolmente qualunquismo e che oggi chiamiamo populismo, sentimento che caratterizza anche lo schieramento del centro-destra.
Il terzo fattore è rappresentato dal PD e dal centro-sinistra con il suo deficit di democrazia e con il suo rosario di contraddizioni.
Va da se che il metodo usato per la scelta del candidato civico non è esempio di democrazia in un partito, il PD, che ha fatto delle primarie la sua ragione fondante.
Aggiungiamo poi che Il concetto di “discontinuità ” pone il PD e i movimenti del centro-sinistra , che a tutt’oggi sono dentro questo governo, in una condizione di grave contraddizione e non ultimo, il messaggio ingiusto e dirompente nei confronti di un un uomo che ha guidato il governo della Sicilia in un mare tempestoso di crisi generale, di crisi politica e di crisi finanziaria, prossima al default, com’era la Sicilia all’atto dell’insediamento del governo Crocetta.
Per nulla utile il contributo del PD nazionale, che per bocca del leader arriva a dire “io ne resto fuori”, una formula pilatesca che prelude al disonore del Golgota.
Che fare?
Bisogna abbandonare il concetto negativo di discontinuità e abbracciare quello positivo di “progetto” Sicilia e attorno ad un unico tavolo, non chiedere a nessuno di fare un passo indietro ma, chiedere a tutti di fare un passo avanti. l’UNITA’, anche con la sinistra rinunciataria, ci farà VINCERE, diversamente segneremo e comprometteremo la battaglia politica siciliana e la prossima battaglia politica nazionale.
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