L’ADDIO A TURI ZIINO – Forse l’ultimo socialista storico di Brolo
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L’ADDIO A TURI ZIINO – Forse l’ultimo socialista storico di Brolo

La morte dell’ultimo socialista: oggi l’addio a Salvatore Ziino Coloanino – per molti “Turi Lanora”, imprenditore illuminato nel settore agrumicolo, amministratore comunale per oltre venti anni a Brolo e protagonista del “risveglio” politico negli anni ottanta che caratterizzò la vita politica locale, amico di Capria e Cimino, con Pippo Piccolo, Cono Ziino, Teodoro Lamonica, i fratelli Lenzo fu tra i protagonisti che animarono il dibattito interno alla sezione dell’allora PSI. Fu anche oggetto d’intimidazioni e minacce… caparbio e deciso fece della mediazione e del dialogo una sua prerogativa. Era un Signore dentro e fuori della politica. I funerali quest’oggi a Brolo.

 

 

Era l’ultimo, ancora in vita dei fratelli Ziino, Salvatore, Nino, Maria, Joe, Giuseppina ed Eleonora che sono stati i figli di Cono e Maria Condipodero. Lui e i suoi fratelli, a differenza di Joe, Eleonora e Giuseppina nati in America dove i genitori erano emigrati, nacque nella casa di Piana.

Crebbe in una Brolo che viveva tempi difficili, tra le due guerre.

E di quegli anni non dimenticò mai gli stenti, la povertà delle fasce più deboli, i soprusi dei “padroni”, le arroganze di podestà e dei signorotti locali, la mancanza di servizi primari, di assistenza, e vide anche un altro fratellino morire per una “banale” polmonite.

Quel tanto che innescò il lui la voglia di socialismo, di umanità cristiana, del desiderio, mai domo, di costruire le basi per una società migliore.

Conobbe anche il dolore, lo strappo, dalle famiglie divise. Quando Joe decise di ritornare, giovanissimo in America, a fare, come fece, fortuna non dimenticò mai le lacrime della madre mentre leggeva le lettere provenienti dagli States.

Una certezza… generare occupazione, con i suoi posti di lavoro, per favorire l’emancipazione delle future generazioni.

Da ragazzo di bottega, faceva il calzolaio, già giovanissimo iniziò a lavorare, poi come operaio nei magazzini di limoni, “sotto padrone”.

La voglia di scommettere su se stesso era forte.

Con Nino, suo fratello, diventarono prima piccoli, poi grandi imprenditori, nel settore dell’esportazione degli agrumi, dei prodotti della terra di Sicilia. Costruirono e fecero una rete con i mercati italiani, Firenze, Genova, Verona, Milano, Bologna, poi anche all’estero.

L’epopea di Parigi e della Francia, vissuta con un altro “self-employed” brolese, Mariano Scarpaci, quindi Stoccarda, la Russia, ancora bolscevica, l’Inghilterra e Graz in Austria dall’amico Tindaro Agnello, erano le sedi di Mercati, di Importatori che poi diventavano amici e soci e spesso, per andarli a trovare,  portava, in questi lungi viaggi in treno, il piccolo Cono. Suo figlio. Esperienze di vita, di lavoro, di padre.

Così gli Ziino, dove Salvatore era una guida ed una forza con il fratello Nino, crescono e diventano, prima i magazzini nel quartiere Macello quindi quello della Filanda, mentre aumentavano i dipendenti, e da imprenditori agrumicoli diventano anche manager turistici con il complesso “La Riviera del Sole” di Gliaca di Piraino.

Salvatore è caparbio, non molla mai, ha un sogno e lo insegue, anche combattendo con “problemi di salute” giovanili. Così anche in politica.

Socialista della prima ora era amico e compagno. Una personalità tutto d’un pezzo, mai burbero, cercava nella lettura, nei grandi testi, la frase giusta, per rendere concetti, vincere battaglie, smussare angoli, era uomo in grado di sintetizzare giudizi e considerazioni sugli oppositori politici, mettere in riga i problemi. Gli avversari politici apprezzavano la personalità, la coerenza, l’onestà intellettuale e le doti umane dell’uomo.

E’ sempre stato un convinto socialista che ha dato tanto al P.S.I. locale e regionale, rappresentava il gruppo storico del pensiero De Martiniano: “la politica non come mestiere, ma al servizio delle classi più deboli”.

“Turi” Ziino era sempre presente, con Pippo Piccolo, i fratelli Lenzo, sia quelli che stavano a Brolo – Rino e Duccio – che quelli di Jannello, Vittorio e Michele, nelle manifestazioni, negli incontri e nelle vari fasi della vita politica che caratterizzeranno la storia delle sezioni socialista di Brolo, anche al tempo del suo commissariamento, dell’epopea alla segreteria dell’avvocato Nino Bruno, del dialogo con gli allora ragazzi dell’Upb, i Barnà, i Ruggeri, i Calderaro, i Frassica i Magistro, che trovavano in Nino Indaimo un leader più consono.

Consigliere comunale in diverse amministrazioni, vide bruciare la sua “alfetta” sotto casa negli anni bui della politica brolese dove, per chi non ne accettava i compromessi, arrivavano gli attentati intimidatori, le minacce telefoniche, la paura per i figli, avuti con la donna della sua vita Carmela Giuffrè. Lui non piegò mai la testa neanche quando il racket voleva imporre il pizzo e diede fuoco al grande magazzino appena costruito alla Filanda.

Ripartirono, i due Ziino con a fianco i figli già grandi, come sempre… con determinazione.

Negli ultimi anni  ha scelto il caldo abbraccio della famiglia alla vita pubblica e politica, che spesso ha sentito la sua assenza, dedicando tempo ai nipoti, raccontando storie pregnanti di ricordi ed aneddoti del passato, con spirito giovanile, condito di affetto lasciando un’eredità di una nobile pagina di storia umana e sociale, che sarà certamente sempre presente nei loro più intimi ricordi.

Nel 2014, Salvatore fui tra i protagonisti di “Rughe” il film di Mirian Rizzo, presentato poi al Festival del Cinema di Venezia.

Qui con Nino, Michelangelo e Carmelo, senza cader mai nei luoghi comuni, parlando e puntando dritto al cuore, raccontò delle aspettative, di futuro, di chi ha già superato gli ottant’anni. Si mise a nudo, e rivolgendosi agli adolescenti spettatori del docu-film,  parlò non del passato nè di come si era, ma di ciò che oggi “un anziano come lui” vuole, dei sogni che si coltivano, di cose che hanno perso, di nuove consapevolezze, di Dio e nipoti, di fede e razionalità, di amore della paura per i giovani che non trovano lavoro.. colpevolizzando la “sua” generazione che non ha trovato le forze per dar loro un futuro migliore.

In quella lunghissima intervista,  serrata, tutta di un fiato, girata in presa diretta, senza luce artificiale, con la macchina da presa bassa, proprio per esaltare l’espressione del viso, Salvatore espresse concetti e pensieri, emozioni lucidissime che dipinsero il paesaggio di una vita che scorre, regalò pillole di ottimismo, e le rughe si aprirono al sorriso, e vennero con i ricordi fuori parole come con-passione, perdono.. speranza.

Parole in libertà come le lacrime che a volte gli fu difficile da trattenere e che forse, per chi scrive, è il ricordo più bello che conserva parlando di quest’ultimo socialista.

I funerali saranno celebrati quest’oggi, nella Chiesa madre di Brolo, alle ore 17,30.

 

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L’ADDIO A TURI ZIINO – Forse l’ultimo socialista storico di Brolo

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18 Settembre 2017

Autore:

redazione


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