Claudio Palmulli ne è l‘autore. Lui è un atleta paralimpico che, attraverso le maratone alle quali partecipa porta avanti battaglie per il riconoscimento di diritti civili. Vuole corre alla maratona di New York. Ma Claudio Palmuli per riuscirci ha bisogno di comprare una handbike, una carrozzina speciale per competizioni agonistiche. Per farlo ha scritto questo libro Il vento sulle braccia, che sta presentando in tutta Italia vendendolo come forma di autofinanziamento. Ora rimbalza sulla cronaca dopo che Matteo Ricci, il sindaco di Pecara, ha negato quella sala prenotata due mesi fa – quella circoscrizionale attrezzata per disabili forse perchè Claudio Palmulli è anche un militante di CasaPound . Una “giusta causa” per cercare di boicottare il suo sogno. La presentazione,a Pescara, però, si farà lo stesso, solo che sarà in uno spazio privato: l’appuntamento è il 16 dicembre, alle 18, presso il Baia Flaminia Resort. Lui ne ha ricavato tanta pubblicità… ringrazia ma il libro va oltre la politica.
Ci sono storie che sanno farsi raccontare.
E poi, poi ci sono vite di uomini e donne che hanno conosciuto il dolore, vissuto sofferenze sulla propria pelle. “Il vento sulle braccia” di Claudio Palmulli, è la storia di una rinascita.
Il vento sulle braccia, paradossalmente, può raffigurare uno spostamento nella staticità: in realtà, però, non è che la rappresentazione della dicotomia tra la c.d. normalità e la disabilità, sempre più drammaticamente presente nel quotidiano di una società che si definisce civile, ma che tale non è. Una società che non si configura a misura di uomo, continuando ad erigere barriere di ogni tipo, sia architettoniche che burocratiche.
Allora questo vento…. può apparire metaforicamente tormentato, perché, magari, sa di non poterlo cambiare questo mondo ma, intanto, con impeto, tocca tutte le cose che non vanno, per ripulirle, per cancellarle, per alleggerirle.
Un vento che si fa voce e porta in giro pensieri, sogni, speranze, parole strozzate alla gola, progetti e poi si ferma sulle braccia di un ragazzo “disabile” che, grazie alla sua caparbietà, alla sua sincerità, alla sua generosità, alla sua voglia di non arrendersi mai, con la vita ci parla e la affronta da uomo, per migliorare la sua condizione e quella di tante altre persone. Perchè il crimine più grave che si possa commettere, da essere umani, è quello di voltarsi dall’altra parte, di restare indifferenti ai fatti che accadono, di rimanere con le mani in mano. Un mondo differente non può essere costruito da persone indifferenti.
La storia di Claudio è un attestato di riscatto, grazie, soprattutto, a se stesso, alla sua famiglia, ai suoi pochi e fidati amici, all’amore e alla passione per lo sport. Una testimonianza concreta, sul campo, di come la vita sia un cammino continuo, spesso, molto spesso, in salita, piena di ostacoli, dove niente può risultare facile, ma anche dove nulla può sembrare impossibile se lo si desidera veramente. Sono solita pensare che, se le giornate finissero con i titoli di coda di un film, in tanti potremmo tranquillamente affermare di aver vissuto gran parte del nostro quotidiano con la consapevolezza di aver attuato cambiamenti epocali.
Invece, non avviene nulla di tutto questo. Allora diventa fondamentale non smettere mai di porsi domande, di dissentire, di mettersi in discussione e di porre in discussione l’autorità e le istituzioni quando sbagliano, di essere voce fuori dal coro, se necessario. Prima o poi,nella vita, arriva un momento in cui bisogna prendere una posizione che non è né sicura, né conveniente, né popolare, ma bisogna prenderla perché è giusta.
Tutto questo e ancora di più …..può essere: Il vento sulle braccia di Claudio Palmulli, infatti, siamo al mondo per essere veri, non perfetti.
Articolo di Monica Cattaneo pubblicato su www.agronline.it/
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