BROLO – Inchieste e garantismo. Pesante contraddittorio tra “Per Brolo” e Irene Ricciardello
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BROLO – Inchieste e garantismo. Pesante contraddittorio tra “Per Brolo” e Irene Ricciardello

Il pesante comunicato stampa di stamani a firma del gruppo consiliare d’opposizione “per Brolo” e la replica dagli altrettanti toni duri di Irene Ricciardello che fa, nel suo dire, il distinguono tra il ruolo pubblico e quello dirigenziale all’interno dell’azienda di famiglia che svolge, alza i toni del confronto della locale politica, e potrebbe avere anche altre conseguenze.

I due comunicati nella loro versione integrale.

TraspariAmo?

Ancora una volta abbiamo atteso che il Sindaco traesse le inevitabili conclusioni di quanto accade intorno a sé ed alla sua maggioranza. Abbiamo sperato che in un sussulto di dignità, si decidesse a rassegnare le dimissioni “per giusta causa”, dopo l’ennesima notizia di stampa legata al coinvolgimento nella vicenda giudiziaria “Dama Nera” dell’azienda di cui è l’attuale legale rappresentante ed a seguito degli sviluppi clamorosi di un’altra recente inchiesta della Magistratura pattese.

Nel perdurante silenzio di tutti i componenti l’amministrazione (persino dei più decisi a brandire contro tutti gli avversari politici il vessillo della legalità) esprimiamo ai cittadini di Brolo alcune nostre riflessioni.

Ricordiamo tutti gli slogan sbandierati nella campagna elettorale del 2014 e l’avvento dei paladini-sceriffi, venuti ad affermare il rispetto della legalità prima di ogni cosa.

Ma dove sono adesso quelli che si presentavano come il cambio radicale? Cosa dicono i moralisti che dopo essersi pubblicamente incatenati, urlavano con sfrontatezza “ladri” dal balcone e dalle pagine dei social network?

Per carità! Nessuno è colpevole fino a sentenza di condanna, il garantismo deve essere un principio valido sempre, ma vorremmo sapere: fino a che punto è possibile tollerare l’immagine vilipesa della nostra Brolo?

“Noi siamo una storia diversa”, diceva il sindaco Ricciardello rispondendo ad una nostra sollecitazione e brandendo l’arma della trasparenza.

Una storia diversa come oggi le capita di affermare anche rispetto all’azienda di famiglia. Quell’azienda che in campagna elettorale faceva vanto di avere alle spalle.

Il sindaco Ricciardello, allora vice presidente ed oggi presidente del Consiglio di Amministrazione della società coinvolta in una indagine nazionale su corruzione in pubblici appalti, continua disinvoltamente ad umiliare l’intelligenza dei brolesi rinnegando il ruolo ricoperto all’epoca dei fatti nell’impresa di famiglia.

Ma a tal proposito, vogliamo porgere qualche interrogativo, riferito alla sua asserita rinuncia all’indennità di carica, in realtà percepita ed utilizzata per propaganda politica.

Sig. sindaco, senza la disponibilità dei lauti compensi percepiti nel 2014 quale vice presidente del consiglio di amministrazione, avrebbe potuto pubblicamente dichiarare durante la campagna elettorale di rinunciare all’indennità di carica? Ed ancora oggi, potrebbe continuare ad utilizzare tale indennità, per propaganda politica se non fosse il legale rappresentante di quella stessa società?

Nel fornire risposta agli interrogativi che sopra abbiamo voluto sollevare e magari rendere pubblico (per trasparenza) l’importo percepito (nel 2014 ed oggi) come componente del cda, ci risparmi astratti giri di parole sulla “governance” dell’azienda di famiglia, da sempre amministrata da suo padre e attualmente da lei.

Valuti l’opportunità di accogliere il nostro vecchio, ma sempre attuale, invito: si dimetta! Toglierebbe dall’imbarazzo se stessa ed il Paese.

Insieme ai proclami del rispetto della legalità sono scomparse anche le aspettative di quel rilancio economico e sociale di questa città che l’attuale amministrazione aveva parimenti cavalcato in campagna elettorale.

Brolo ansima e soffre sotto il peso di una crisi che non conosce fine e paga il pesante dazio di un fallimento politico, gestionale e anche d’immagine.

Un Paese schiacciato da una evidente incapacità amministrativa e che vede la propria immagine vilipesa dal fardello giudiziario di chi lo rappresenta dal punto di vista istituzionale.

Quell’amministrazione Germanà – Lallaro – Ricciardello che ha via via perso pezzi importanti (tre assessori e l’ex vicepresidente del consiglio risultata la più votata dell’attuale maggioranza con 292 preferenze) e che crediamo, alla luce degli sviluppi della recente inchiesta della Magistratura, vedrà qualche altro consigliere concludere anticipatamente la sua esperienza politica.

Il consenso ricevuto, già minoritario nei numeri, si è oramai dissolto come neve al sole.

Sig. Sindaco ponga finalmente fine a questa sofferenza.

Siamo certi, infatti, che anche i cittadini di Brolo – come dimostra la recente performance elettorale del candidato sostenuto apertamente da tutta la maggioranza – si sentirebbero sollevati.

Sollevati dal peso della legalità ostentata come una bandiera ormai lacerata e, soprattutto, liberi dal fardello di una incapacità amministrativa che è servita solo a consumare vendette e allargare il solco delle divisioni sociali.

 

La replica – comunicato stampa – di Irene Ricciardello

È strumentale e ingiusto il vostro garantismo di facciata. … ma che ne sapete voi?

Durissima replica del sindaco di Brolo alla nota di stamani dell’opposizione consiliare brolese.

Sono in Romania, rispondo da qui, mentre sono impegnata a portar avanti progetti e lavori che assicurano reddito e stipendi, – attraverso quella che viene definita quasi spregevolmente “impresa di famiglia”e della quale sono orgogliosa, – a più di trecento famiglie quasi tutte di brolo e dell’hinterland.

Le cadute di stile diventano croniche, si affastellano, e rendono quest’opposizione prigioniera di se stessa, con problemi di identità e condizionata dalle esigenze dei padrini politici.

Io rispondo sotto due diversi ruoli: da Presidente del Consiglio di Amministrazione della Ricciardello Costruzioni Srl, prima e poi da sindaco di Brolo.

Come ho già detto qualche giorno fa, al fine di bloccare sul nascere ogni prevedibile strumentalizzazione, – ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire – preciso che si tratta di un atto dovuto, quello della magistratura, quale inevitabile conseguenza delle contestazioni mosse alla vecchia governance societaria.

L’addebito alla Società, in ogni caso, è di natura solo amministrativa.

Ma l’occasione è quella giusta, per tornare a ribadire la assoluta estraneità della Ricciardello Costruzioni srl – in ogni sua articolazione – rispetto ai fatti contestati nell’ambito del procedimento “Dama Nera”, certa che la richiesta di rinvio a giudizio non potrà trovare accoglimento e che, anzi, l’udienza preliminare del 23 gennaio 2018 rappresenterà la sede in cui, finalmente, sia il geom. Giuseppe Ricciardello – mio padre che stimo sopra ogni cosa, al di là dell’amore come figlia, ma nelle sue qualità di imprenditore, capace di creare dal nulla una delle più importanti aziende di costruzioni d’Italia, e come uomo retto, corretto, lungimirante, – che la Società che amministro, potranno vedere scritta la parola fine su una vicenda che ha procurato e procura ad entrambi intuibili danni, patrimoniali e non.

Una vicenda sulla quale assicuro tutti, a differenza di mio padre che tende a dimenticare, io non dimenticherò mai e chi sbaglierà, recando nocumento all’immagine della mia famiglia, pagherà caro e stia certo che lo porterò in giudizio sino alle estreme conseguenze.

Detto questo, da sindaco, non consento che alcuno entri nel merito della mia vita privata, di quanto come professionista percepisco come stipendio, e di cosa faccio dei miei soldi.

Dell’indennità che percepisco quale sindaco e che ho speso, come ben sanno i consiglieri d’opposizione, non per far propaganda, non mi serve, ma per attivare alcuni servizi, creare dei presupposti, per migliorare la qualità della vita dei miei concittadini: il giornale al centro anziani, un ringhiera per il miglior accesso in chiesa, i vocabolari per gli studenti, uno sguardo attento verso i ragazzini con disabilità… queste cose ho creduto corrette e giuste fare e delle quali non mi sono né messa medagliette al petto né fatto manifesti.

Questa è la differenza tra me e coloro che vivono in maniera parassitaria la politica, che sconoscono responsabilità e ruoli che la vita attribuisce a chi è capace di sopportarli e supportarli.

Sacrosanta affermazione quella che “Nessuno è colpevole fino a sentenza di condanna”, il garantismo deve essere un principio valido sempre, e di questo ne faccio bandiera … ma vorrei che si adottasse sempre ed in ogni modo.
“Noi siamo una storia diversa”, mi si rinfaccia che l’abbia detto.

Lo ripeto e anche qui ne faccio bandiera.

Altro in replica a quell’affermazione : “Brolo ansima e soffre sotto il peso di una crisi che non conosce fine e paga il pesante dazio di un fallimento politico, gestionale e anche d’immagine”.
Di chi è la colpa?

Ovviamente chi ha gettato nel baratro questo paese è proprio quella gestione politica vicina all’opposizione.
E qui mi fermo.

Tutto il resto compreso le note e attuali vicende giudiziarie non coinvolgono – come in passato in altre vicende – il comune e la sua macchina amministrativa.

Ognuno è responsabile di quel che fa e ne paga personalmente gli effetti.

L’amministrazione, a differenza di altre, non è intaccata nel suo agire né nella sua moralità etica.

Questa è la differenza.

11 Dicembre 2017

Autore:

redazione


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