Presentato il monitoraggio effettuato dalla Funzione Pubblica a Messina e provincia. “Istituzioni sinora utilizzate per gestire sottogoverni o per curare interessi particolari. Si avvii fase di programmazione seria e vicina ai bisogni della gente”.
Analisi, conclusioni e proposte di un settore del quale si parla poco ma che svolge un ruolo importante nella vita di migliaia di persone nella nostra provincia. La Cisl e la Cisl Fp di Messina hanno presentato il dossier sulle Ipab, le Istituzioni di Pubblica Assistenza e Beneficenza, con un obiettivo.
“Il dossier – hanno spiegato il segretario generale della Cisl Tonino Genovese e il segretario della Cisl Fp Calogero Emanuele – vuole essere una denuncia dello stato di salute delle Ipab che in buona parte sono serviti solo ad elargire posti di sottogoverno o per curare interessi particolari legati alla gestione del patrimonio e non alla vera finalità che la legge impone”.
La Cisl ha effettuato un monitoraggio effettuato nella Provincia di Messina dal quale risultano essere presenti 19 II.PP.A.B. di cui 6 a Messina, 1 a Santa Lucia del Mela, 1 a Barcellona P.G., 2 a Patti, 2 a Milazzo, 1 a Sant’Angelo di Brolo; 1 a S.Filippo del Mela, 1 a Basicò, 1 a Francavilla di Sicilia, 1 a Gioiosa Marea, 1 Brolo, 1 S. Piero Patti;
Le II.PP.A.B., secondo quanto concluso al termine del monitoraggio dalla Cisl, dovrebbero concorrere alla realizzazione del sistema integrato dei servizi sociali, così come previsto dalla legge 328 /2000, in attuazione del principio di sussidiarietà e forti anche del radicamento che hanno nel territorio in cui operano, essendo enti che per origini e per tradizione, sono vicini ai bisogni di assistenza dei cittadini.
La Regione Siciliana in questi giorni ha elaborato un disegno di legge che ha per oggetto il riordino dei servizi integrati, prevedendo la loro trasformazione in aziende pubbliche o in associazioni o fondazioni, per culminare in caso di inadempienza all’estinzione delle stesse.
“Ma non basta il disegno di legge – hanno detto – è necessario aprire il confronto per approfondirne i contenuti dando la possibilità di condividere valutazioni e orientamenti tra i soggetti direttamente coinvolti in questi percorsi come Comuni, II.PP.A.B., organizzazioni e rappresentanze sindacali. E’ opportuno, pertanto, che in questa fase i Comuni assumano un ruolo attivo promuovendo confronti con i sindacati e le II.PP.A.B. per arrivare, ove possibile, alla sottoscrizione di protocolli d’intesa”.
“Il dossier – hanno evidenziato ancora Genovese e Emanuele – si conclude con delle proposte anche per gli organi istituzionali ed in particolare la Regione e i comuni per mettere mano al riordino e quindi alla necessaria normativa per dare senso al vero scopo che è insito nel ruolo delle Ipab. Ci rincuora il fatto che finalmente si parli delle Ipab. Purtroppo ciò avviene ancora una volta solo dopo che la Cisl accende i riflettori su una risorsa sprecata che, invece, può rappresentare uno strumento importante inserendo queste strutture nel più complesso sistema dell’assistenza attraverso l’integrazione con gli ospedali, i distretti sanitari, i medici di base, il 118, le guardie mediche e i comuni”.
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