Prova d’attore per l’attore Daniele Gonciaruk in scena con otto ruoli diversi. Sala Laudamo, 13 e 14 aprile 2018, ore 21.00; 15 aprile 2018, ore 17.30
In una società come la nostra, sempre più piena di contraddizioni, i “signor k” ovvero gli uomini esclusi, derisi, emarginati, impoveriti dal capitalismo moderno, si moltiplicano tra l’estenuante precariato, la cattiva politica e la perdita di quei fondamentali valori che dovrebbero essere propri di una democrazia moderna ed evoluta.
Cosa accadrebbe a un uomo se una mattina si svegliasse in una cella di un carcere senza sapere come e perché ci sia finito e scoprisse d’improvviso che il mondo gli si è rivoltato contro?
In scena con otto ruoli diversi l’attore Daniele Gonciaruk.
Il male sociale e l’indolenza dell’uomo contemporaneo.
Dopo essere stato presentato con successo al Roma Fringe Festival 2016 arriva finalmente anche a Messina lo spettacolo firmato dall’attore e regista messinese Daniele Gonciaruk dal titolo di chiara ispirazione kafkiana: I Tormenti del Signor K.
Tra Kafka, Weiss e Brecht, autori ai quali il regista dichiara di ispirarsi per la sua messinscena, questo lavoro di elaborazione drammaturgia di Daniele Gonciaruk, è una favola comica carica di grottesco umorismo e critica sociale. L’opera racconta di un cittadino modello alle prese con una serie di avversità e vessazioni che la società gli impone senza che egli smetta di essere passivo e obbediente nei confronti dell’ordine sociale nel quale crede.
Il dramma si apre con il risveglio di Mockinpott, il protagonista della storia, in prigione, senza ch’egli ne conosca il motivo: convinto, però, della propria innocenza per l’ignoto misfatto per il quale sconta la pena, paga un avvocato per farsi liberare. L’avvocato, al quale interessa poco delle ragioni dell’uomo tanto da dimenticarne il nome e ribattezzarlo semplicemente K., riesce a spillargli più soldi del dovuto.
K. cerca consolazione a casa dall’amata moglie, la quale però lo allontana addossandogli colpe inesistenti per celare i suoi adulteri.
Anche il suo datore di lavoro lo ignora, scambiandolo per un barbone. Trovatosi senza casa, nome e lavoro, rifugge nei consigli in un improvvisato amico, Wurst, che lo porta da un medico. Qui viene operato per sanare i problemi dell’uomo, ma così non sarà ovviamente. Dopo uno scontro con l’ordine locale – rappresentato da un bieco boss locale – il signor K arriva da Dio al quale, finalmente, mostra il proprio sdegno.
K, il cui nome rimanda ai personaggi kafkiani de Il processo, è il simbolo della cieca obbedienza ai valori sociali: forte del fatto di essere un buon cittadino è certo di riconoscersi in un certo mondo. Quando questo non accade, gli strumenti che utilizza per uscire fuori dalle situazioni nelle quali viene a trovarsi non bastano. Sarà solo dopo l’incontro con Dio che cambierà il suo modo di vedere ciò che lo circonda.
In questa nuova edizione dello spettacolo presentato all’interno della rassegna curata dal Teatro Vittorio Emanuele alla Sala Laudamo, il signor k è interpretato dal messinese Gateano Citto, già allievo di Gonciaruk, il quale è invece in scena con ben otto personaggi, ognuno con una caratterizzazione ben specifica. Lo spettacolo ricco di musica e intermezzi canori si avvale ancora del messinese Gerri Cucinotta nel ruolo di Brandy, l’alcolizzato Clochard e di 4 allievi della Scuola Sociale di Teatro diretta dall’attore e regista messinese, nell’ordine: Marco Dell’Acqua, Simone Le Donne, Kevin Finocchiaro e Matteo Quinci, nel ruolo di “angeli”. La fonica dello spettacolo è curata da Nicola Bombaci mentre le luci sono affidate al maestro Renzo Di Chio. Elaborazioni musicali di Claudio Palana; assistente alla regia Rosalba Orlando.
Lo spettacolo sarà in scena venerdì 13 e sabato 14 alle ore 21 e domenica 15 alle 17:30 sempre alla Sala Laudamo.