Storia a molti inedita, portata oggi alla ribalda da un servizio su “Italian Leaks” di Sandro Ruotolo. Le rivelazioni di un killer pentito, tra i responsabili del massacro dei carabinieri negli anni ’90 in Calabria, quando mafia & ‘ndrangheta avevano stretto un patto contro lo Stato. “Queste entità avevano un ruolo importantissimo nelle stragi siciliane e nelle stragi continentali” e viene fuori anche che i servizi segreti sapevano.
Silvio Ricciardo, riservato com’era parlava poco del “suo lavoro” e di quanto aveva fatto, rischiando anche la vita quando era, in divisa, a pattugliare le strade di regioni difficili come la Calabria o in Sicilia.
Oggi il suo collega di pattuglia – Vincenzo Pasqua – racconta quando furono oggetto di un attentato. Il primo di una lunga serie.
La loro pattuglia, alle quattro di notte, nel dicembre del 1993, fu oggetto di spari.
Dovevano eliminarli sparando da una “Regata” raffiche di mitra.. un’arma usata poi per sparare ad altri quattro colleghi, Fava e Garofalo e Serra e Musiscò.
Loro al tempo vennero ritenuti “miracolati”.
Era una strategia mirata ad eliminare i carabinieri in Calabria dice Consolati Villani, il killer pentito.
Quetso è l’ultimo elemento che emerge e che traccia il profilo di una “’Ndrangheta stragista”, mandante degli omicidi – alcuni dei quali falliti come quello a Silvio Ricciardo, per pura coincidenza – commessi in Calabria tra il ’93 e il ’94 contro i carabinieri.
Attentati che, secondo i magistrati di Reggio Calabria, sono inseriti nel più ampio contesto di un progetto criminale, la cui ideazione e realizzazione è maturata per destabilizzare il Paese anche con modalità terroristiche.
A parlarne a Ruoto sono alcuni pentiti, e vengono fuori inquietanti relazioni rra massoneria deviata, ‘Ndrangheta e Cosa nostra.
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti la ‘Ndrangheta, al pari di Cosa nostra, sarebbe stata parte attiva nell’attacco frontale contro lo Stato perseguita con le stragi di Firenze, Roma e Milano.
Un disegno destabilizzante voluto da Totò Riina e condiviso, secondo i magistrati di Reggio Calabria, dai clan della ‘ndrangheta De Stefano, Piromalli e Papalia.
Ma c’è di più. Sullo sfondo della strategia stragista si staglierebbe la presenza di soggetti occulti, provenienti dalle istituzioni deviate e collegati a settori del piduismo.
Un altra storia, un ulteriore elemento per ricordare Silvio, che dopo l’esperienza in Calabria, completò la sua permanenza nell’Arma presso la stazione di Gioiosa Marea, ma prima era stato anche a Brolo.
Poi combattè un’altra battaglia, contro un male incurabile, con determinazione e serenità, vicino ai suoi affetti e forte anche di un’ideale politico, nel segno della giustizia e della legalità, che ne hanno fatto un simbolo -non solo sui nebrodi – di quel Movimento 5Stelle che avviava ad affermarsi.
Il video
https://www.facebook.com/fanpage.it/videos/2269744903047171/