Da Acquedolci, partendo dalla mostra iconografia su San Benedetto il Moro – inaugurata giovedì 2 Agosto e conclusasi il 12, nell’antica Chiesetta del Castello del paese – spunti i riflessione. Infatti è stato interessante soffermarsi sui concetti di Carità (educativa, materiale,sociale) e di Eguaglianza (tutela dei Diritti sotto il profilo dei doveri e dei compiti che le istituzioni devono tornare ad assumere nel momento formativo della coscienza civica), ma anche sulla centralità dell’uomo inteso nella sua unicità e varietà di culture.
Dieci giorni dedicati alla figura di Benedetto il Moro, Patrono di Acquedolci, santo siciliano figlio di schiavi africani condotti in catene proprio in questo territorio e nato libero per volere di un ricco possidente “proprietario” dei suoi genitori.
San Benedetto il Moro è una figura rivoluzionaria e quanto mai attuale, che consente di analizzare da vicino il tema dell’accoglienza e dell’integrazione in una Sicilia identitariamente varia e al contempo unica, che è stata plasmata da popoli e culture diverse.
La mostra è stata inaugurata con un incontro dibattito dal titolo “Cresce una Comunità che accoglie”, moderato da Enrico Caiola, al quale hanno partecipato l’avv. Alvaro Riolo (sindaco di Acquedolci), l’avv. Antonella Marchese (presidente dell’Associazione Antiviolenza Aldebaran Onlus) ed il prof. Salvatore Mangione (biografo e docente di storia e filosofia).
In un periodo storico in cui tra la popolazione è dilagante un sentimento tendente al razzismo, si è voluto discutere di valori buoni e di esempi concreti che tendono a favorire sempre la possibilità di realizzare una integrazione interculturale che sia motivo di crescita sotto il profilo comunitario.
“La comunità tutta cresce quando il singolo comincia ad accogliere, attraverso l’ascolto degli altri e delle esigenze dei vari gruppi operanti nella comunità, ma anche e soprattutto attraverso l’integrazione con coloro i quali non fanno parte della Comunità o ne vengono esclusi”, questo è stato il messaggio lanciato durante l’incontro da Enrico Caiola, moderatore del dibattito ed ideatore ed organizzatore della mostra iconografica.
L’iniziativa ha voluto rappresentare un’occasione per fare il punto sulla situazione sotto il profilo storico e analizzare le responsabilità per gli errori commessi durante le epoche (il riferimento è allo schiavismo ed allo sfruttamento degli esseri umani che ha avuto l’obiettivo della massimizzazione delle risorse ed il conseguente impoverimento di territori dai quali sono in corso enormi flussi migratori).
È stato interessante soffermarsi sui concetti di Carità (educativa, materiale,sociale) e di Eguaglianza (tutela dei Diritti sotto il profilo dei doveri e dei compiti che le istituzioni devono tornare ad assumere nel momento formativo della coscienza civica), ma anche sulla centralità dell’uomo inteso nella sua unicità e varietà di culture.
“Da anni l’Associazione Antiviolenza Aldebaran Onlus è impegnata in campagne di sensibilizzazione contro le discriminazioni e contro le violenze: dobbiamo farci promotori tutti della cultura della non violenza, e chi subisce deve avere il coraggio di denunciare avendo sempre a mente che esistono precisi strumenti di tutela apprestati dall’ordinamento giuridico a presidio dei nostri diritti”, questo in sintesi, il messaggio del presidente dell’associazione, l’avv. Antonella Marchese.
E’ stato possibile visitare gratuitamente la mostra – aperta sino alle 23:00 – in un Castello particolarmente valorizzato e reso ancora più suggestivo dal potenziamento dell’illuminazione, fortemente voluto e realizzato dall’amministrazione Riolo.