Maschera, pinne, al posto del fucile un coltellino e poi il duro lavoro, ore in ammollo, per portar su.. un sacchettino, più o meno di duecento grammi, di patelle. Ma si corrono rischi… dalle multe alla salute.
Lo si osserva bene, va giù e su tra i bambini che con la paperelle giocano in acqua. Ha un obiettivo: ripulire gli scogli affioranti a pochi metri dalla battigia.
E’ meticoloso, non ne lascia una.. e sono piccolissime.
Il “nostro” sub pensa già al sughetto per gli spaghetti… non avrà il tempo per lasciar depurar le patelle raccolte.. e rischia di farsi anche un grave dano alla salute suoi e di chi dividerà con lui quella delizia gastronomica. Le patelle infatti .. sono dei grandi depuratori d’acqua salata. E poi raccogliendole si fa un danno all’ecosistema.. Ma lui, forse, questo non lo sa. Come sconosce che rischia una multa. Infatti è tassativamente fatto divieto pescare questo genere di mollusco.
Riassumendo brevemente:
La pesca sub può essere praticata dall’alba al tramonto, è invece vietata la pesca notturna sia per la pericolosità ed il rischio di imbattersi nelle reti dei pescatori che per la scorretta pratica antisportiva.
I limiti imposti sul pescato sono diversi; intanto bisogna sapere che il pescatore subacqueo può pescare soltanto pesci che superino le taglie minime, e che non si possono prelevare molluschi (eccetto i cefalopodi: polpi, seppie e calamari), e i crostacei.
Pertanto è vietata la pesca di aragoste, astici come la pesca delle patelle e cozze lungo la costa.
I limiti di cattura sono di 5 chilogrammi complessivi salvo preda singola di peso superiore cioè diverse prede per un totale di 5 chilogrammi o in alternativa un solo pesce del peso superiore ai 5 chilogrammi.
Ricordate inoltre che è assolutamente vietato vendere il pescato.
Spiega Emanuele Mollica, biologo marino e direttore dell’Area marina protetta Isole Ciclopi:
“Per quanto tempo siamo disposti ad ipotecare il mare alle future generazioni per un piatto di spaghetti con i ricci pescati in maniera massiccia e senza scrupoli? – e aggiunge – I ricci che noi mangiamo non sono le femmine, come si crede comunemente è una specie “colorata” che ha maschi e femmine e si chiama Paracentrosus Lividus mentre quello che chiamiamo riccio “maschio” è un’altra specie non commestibile, quella nera con gli aculei più lunghi. I ricci sono soggetti ad un “overfishing” cioè una pesca eccessiva e quindi le loro dimensioni si riducono, il quantitativo è sempre minore e, inoltre, raccogliendo solo una delle due specie, l’altra, che è competitrice, finisce per avere campo libero e ce ne saranno sempre di più».
Ma poi anche la pesca dell conchiglie e patelle diventa un atto devastante come quella degli “occhi di bue”:
“E’ una vera tragedia. La pesca dell’occhio di bue è quasi esclusivamente clandestina e vietata dalla legge perché fatta con le bombole abusivamente: Per catturare questi animali vengono rivoltate le pietre sul fondale danneggiando la specie. Ormai la dimensione delle conchiglie è sempre più ridotta. Diventa adulta in tre anni e raggiunge i 5 cm ma potrebbe arrivare anche a 7-8 cm, ma ormai questa misure ce le siamo dimenticate».
La legge ne vieta la pesca subacquea con le bombole, ma in questo caso anche se si pescano in apnea si fa comunque un danno ambientale enorme, perché girando la pietra, tutto quello che ci vive sopra, e che è amante della luce, finisce al buio e viceversa, quindi non si uccide solo il mollusco ma anche la vegetazione.
Limiti:
Per i ricci che limiti ci sono?
Gli appassionati che vanno con maschera e pinne possono prenderne al massimo 100 al giorno.
Anche per il prelievo illegale delle patelle si possono chiamare subito i carabinieri o segnalare il caso alla Capitaneria di Porto.
Successivamente all’intervento degli agenti, gli esemplari, che si presentavano fortunatamente ancora in vita, anche se alcuni con la conchiglia irrimediabilmente rovinata, sono stati consegnati al personale dell’Area Marina Protetta che ha provveduto, con il supporto del CNR-IAMC di Oristano, a riconoscerne la specie e rimettere gli individui nell’ambiente naturale.
Oltre ad essere un’attività illegale, la raccolta di organismi come le patelle presenta alcune criticità di particolare rilievo.
Al genere Patella appartengono diverse specie, difficilmente riconoscibili per un occhio non esperto: tra queste è presente la Patella ferruginea, l’invertebrato marino più a rischio di estinzione di tutto il Mediterraneo occidentale, a causa del prelievo da parte dell’uomo, del degrado degli habitat e della bassa fecondità e capacità dispersiva della specie.
per chi ama pescare:
http://scomunicando.hopto.org/notizie/i-consigli-di-unosport-brolo-quando-la-pesca-diventa-un-gioco/
http://scomunicando.hopto.org/notizie/unosport-anima-sportiva-a-brolo/
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