Bartuccio, da molti conosciuto semplicemente Bart, sarà l’unico fotografo siciliano a Matera, con una personale eesposizione fotografica, dedicata a Nega. Un suo scatto, datato 2004, che immortalava una bimba brasiliana, divenuto un simbolo e soggetto di ispirazioni per artisti da tutto il mondo.
A Matera, Nino Bartuccio esporrà nell’ambito di un ampio progetto denominato Coscienza dell’Uomo a cura di Francesco Mazza, Antonello di Gennaro e il direttore artistico Maurizio Rebuzzini.
Nega è una bambina brasiliana, figlia di un pescatore, la secondogenita di ben sette figli, oggi protagonista di un progetto, il “Nega Project”, che nasce con la volontà di reperire fondi per aiutare una tra le zone più povere del Brasile, inizialmente e di altri paesi successivamente.
Il progetto prende vita attraverso lo scatto di Antonino Bartuccio, ovvero il ritratto della bambina Nega, conosciuta durante un viaggio in Brasile, all’interno di un villaggio di pescatori.
Il programma del week end per vedere l’inaugurazione della mostra di Nega e visitare Matera capitale della cultura 2019 e Patrimonio dell’Umanità Unesco
Programma:
Partenza da Gliaca di Piraino sabato 16 Febbraio alle ore 8,00
arrivo a Matera previsto per le 15.00 sistemazione in Hotel
ore 18,00 – Inaugurazione Mostra fotografica di Nega nella Galleria Arti Visive – Via Delle Beccherie 41
Nino Bartuccio: fotografo, autore delle fotografie in mostra e cantore di emozioni
Domenico Raffaele Addamo: avvocato, in qualità di coordinatore del progetto Nega alla fine della mostra tutti in un ristorante a cenare.
Domenica 17
verso le 16,00 inizieremo il viaggio di ritorno
Il progetto si articola in una serie di mostre, scandite per trimestri e che si articoleranno per tutto l’anno, in modo di caratterizzare Matera come il centro di un laboratorio culturale intorno al tema della fotografia, tale da poter trasformare la Capitale della Cultura europea anche in una nuova “Capitale della fotografia”.
Il progetto Coscienza dell’Uomo per tutto il 2019 prevede complessivamente 40 mostre fotografiche, dieci ogni tre mesi, arricchite da convegni, incontri con gli autori e intellettuali legati al mondo dell’immagine o della società civile. Le sedi espositive sono dislocate nelle più prestigiose sedi del centro storico e distribuite nel territorio della città.
Il progetto ha preso ufficialmente il via il 12 e il 13 gennaio, per non sovrapporsi alla grande inaugurazione del 19 gennaio che ha la partecipazione del Capo dello Stato e del premier e la prima serie di mostre si articolerà per buona parte del mese di febbraio per poi dare spazio a nuovi autori. come Gian Butturini, Danilo De Marco, Franco Zampetti, Franco Canziani, Marco Moggio e Nino Bertuccio.
Oltre la presenza dei singoli autori, i convegni che hanno accompagnato le inaugurazioni delle mostre Caos apparente, di Gianluigi Colin, Contro la guerra. Ritratti dall’infanzia negata, di Pino Bertelli e Visitors, di Alberto Dubini, hanno segnalato l’autorevole presenza di don Pierluigi Di Piazza (tra tanto altro, fondatore del Centro di Accoglienza e di Promozione Culturale Ernesto Balducci, di Zugliano, in provincia di Udine, associazione di accoglienza per immigrati, profughi e rifugiati politici) e Arturo Carlo Quintavalle (storico dell’arte; già preside dell’Università degli Studi di Parma e fondatore del CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione.
Attualmente in corso quattro mostre personali:
Gianluigi Colin | Caos apparente (Ex Ospedale san Rocco / Piano terra; fino al 10 febbraio)
È l’assedio dell’immagine. Decine di migliaia di fotografie, quelle che arrivano ogni giorno ai grandi quotidiani, e che ritroviamo nelle pagine dei giornali, nei siti web, nei telegiornali. Gianluigi Colin raccoglie, assembla, ricompone il grande racconto visivo del mondo in una serie di grandi installazioni. In altri casi sceglie dei frammenti della contemporaneità, isola queste testimonianze dello scorrere del tempo. Ritroviamo volti usurati, ma anche luoghi, spazi, persone, eventi, paesaggi affastellati come un incombente, non gestibile eccesso di informazione, come un “rumore” di fondo assordante e invasivo. Una massa enorme di figure che inevitabilmente porta a non vedere più nulla. Gianluigi Colin vuole dirci esattamente questo: si deve alimentare la nostra coscienza per imparare a vedere.(Alla realizzazione dell’imponente installazione Caos Apparente hanno collaborato decine di studenti del Liceo Classico e del Liceo Artistico di Matera, che con la loro generosa partecipazione hanno concretamente reso possibile il montaggio e la visione dell’opera)
Pino Bertelli | Contro la guerra. Ritratti dall’infanzia negata
(Ex Ospedale san Rocco / Piano terra; fino al 10 febbraio)
Volti di bambini che accusano la malvagità di tutte le guerre, Volti dall’Africa, dal Medio Oriente e dalla tragedia di Černobyl’. Pino Bertelli riprende l’insegnamento etico dei maestri del reportage come Robert Capa, David “Chim” Seymour, Werner Bischof, Don McCullin, Philip Jones Griffiths; e ancora di più, quello di W. Eugene Smith, del quale Pino Bertelli segue la morale: «Vorrei che le mie fotografie non fossero solo documentazione di fatti di cronaca, ma un atto di accusa contro la guerra e contro la violenza brutale e depravata che attacca gli animi e i corpi degli Uomini. Vorrei che le mie fotografie fossero un potente catalizzatore emozionale e che possano contribuire a evitare che una simile follia criminale possa ripetersi di nuovo». Fotografie che figurano la violazione dell’Innocenza e la ferocia che ogni guerra riversa nella Storia. La Bellezza, la Sofferenza, l’Amore dei bambini che affiora in questi Ritratti dall’infanzia negata è un atto di accusa contro l’indifferenza, la violenza, la barbarie di tutte le guerre, è un invito alla pace che affiora nelle loro lacrime, nelle loro morti e nella vita sognata degli angeli.
Fabrizio Jelmini | Favela
(Ex Ospedale san Rocco / Primo piano; fino al 10 febbraio);
Toccante reportage fotografico ispirato dalla capacità di riconoscere ciò che l’occhio guarda e la mente vede. In una favela di Salvador de Bahia, nel Nordest del Brasile, si svolge una intensa vita quotidiana, regolata da una indigenza che non priva gli abitanti della propria dignità. Scatto dopo scatto, inquadratura dopo inquadratura, Fabrizio Jelmini prende per mano l’osservatore, e con discrezione lo accompagna in una situazione inattesa, non conosciuta, ma densa di umana consistenza. È quasi indefinibile questo suo esserci e non esserci allo stesso tempo; essere presente, in punta di piedi, con la propria personalità fotografica; non essere in alcun modo intrusivo, non prevaricare i soggetti inquadrati.
Alberto Dubini | Visitors
(Galleria Cine Sud; fino al 24 febbraio);
Si tratta di un’ampia selezione di immagini che Alberto Dubini ha realizzato all’interno di mostre fotografiche, piuttosto che nei concitati momenti di loro inaugurazione. Un reportage animato da sguardo ironico intorno ai Visitors, per l’appunto che frequentano gallerie, musei e mostre d’arte. Alle pareti, una concatenazione di immagini che ispirano una considerazione sovrastante: quasi un trompe-l’oeil tra le pieghe di mostre fotografiche e loro visitatori. Immagini che potranno anche rivelare qualcosa del soggetto seriale affrontato, come effettivamente rivelano.
Ma, soprattutto, svelano molto del loro autore, Alberto Dubini: della sua passione fotografica, della sua frequentazione costante della Fotografia, della sua partecipazione in prima persona. Così che, magicamente, i Visitors non sono più cento (quantità ipotizzata), ma centouno
Da segnalare che in coerente e avvincente comunità di intenti, una parte della mostra di Caos apparente, di Gianluigi Colin, si integra a quello di Contro la guerra. Ritratti dall’infanzia negata, di Pino Bertelli, in una compiutezza di emozioni che hanno dato vita a una inedita ed emozionante installazione dal titolo significativo Fai di ogni lacrima una stella che unisce due diversi linguaggi, quello della ricerca artistica e quello del reportage.
Il numeroso pubblico intervenuto ai convegni e alle inaugurazioni ha avvicinato il pensiero che ha costruito il progetto di Coscienza dell’Uomo, che si propone soprattutto almeno due indirizzi intorno al mondo dell’immagine: invito a osservare, piuttosto di giudicare; esortazione a pensare, invece di credere.
Fotografia, dunque, non come semplice racconto della realtà, ma autentico punto di osservazione per costruire un nuovo e più sensibile modo di capire il mondo e di alimentare le nostre coscienze.
Per ogni altra ulteriore informazione, e/o comunicazione, riferirsi a:
www.mat2019coscienzadelluomo.it
Francesco Mazza, cell: 320 4417923
Ottavio Gurrado: 349 5061387
per scaricare le immagini andare al seguente link: https://bit.ly/2REHn8I
Il progetto è stato reso possibile grazie al sostegno di: Comune di Matera, Sovrintendenza beni culturali, Cine Sud e le aziende sponsor: Canon, Hasselblad, Lumix, Hoya-Tokina, Nikon, Olympus, Sigma, Sony