LICEO PATTI, OGGI SI DECIDE SUI LOCAL I DELL’ASP. LA RABBIA DEGLI STUDENTI IN UNA LETTERA.
49 anni di parole, 49 anni di dialogo, 49 anni di promesse, 49 anni di battaglie, 49 anni di ILLUSIONI: e il cinquantesimo anno non sembra prometterci nulla di nuovo, nulla di meglio.
Anche quest’anno il “caso Liceo Scientifico di Patti” farà un buco nell’acqua?
Dall’ottobre del 2010 sono ricominciate le proteste degli studenti, attraverso l’autogestione prima (dal 20 al 22 ottobre), l’occupazione, durata quasi una settimana (dal 25 al 29 ottobre) subito dopo; ed è stato appunto in occasione di quest’ultima che sembrava si stesse muovendo qualcosa; infatti, giorno 27 ottobre, una delegazione di studenti si è recata presso la sede della Provincia per richiedere informazioni riguardo al caso. Qualche giorno dopo la Provincia ha risposto alle esigenze manifestate dagli studenti del Liceo, promulgando il “celebre” bando. Quest’ultimo prevedeva: “offerta immobile da assumere in locazione con patto di riscatto da adibire a Liceo Scientifico e Istituto Professionale”.
Le speranze di noi studenti riguardo una possibile locazione di un edificio già esistente nel territorio si affievoliscono: dove si può trovare un edificio già esistente a Patti, che ristrutturato possa corrispondere alle normative dell’Edilizia Scolastica? L’unica vera prospettiva resta la costruzione di un edificio “NUOVO”!
Ma dove trovare un “Pazzo” disposto a investire in una scuola?
Ebbene, giorno 2 dicembre (ultimo giorno per la presentazione delle offerte) di “Pazzi” se ne presentano addirittura DUE. Il 4 gennaio di questo nuovo anno, alla fine delle vacanze natalizie, una delegazione di studenti si reca nuovamente presso la sede della Provincia. Aperte le buste, gli studenti e i docenti presenti hanno subito la possibilità di conferire con il Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Messina, Nanni Ricevuto. Le sue parole quel giorno suonano per noi come fortemente rassicuranti come la visione all’orizzonte di una striscia di terra dopo mesi e mesi di navigazione!
Il Presidente Ricevuto, che in quel momento a noi studenti sembra l’immagine autorevole del “vir bonus dicendi peritus” presentato come oratore e politico ideale sui nostri libri di latino, ci dice di stare tranquilli, perché l’unico problema che avrebbero potuto riscontrare, sarebbe stato l’imbarazzo della scelta. Promette di venire lui medesimo a darci la buona notizia durante l’assemblea d’Istituto, da noi fissata appositamente per giorno 19 gennaio, ovvero il giorno successivo alla decisione finale della Provincia riguardo l’assegnazione dell’incarico.
E’ tutto troppo bello per essere vero e così, carichi di speranza e di sogni, torniamo a Patti forieri di buone notizie.
Purtroppo, però, giorno 18 gennaio emerge che nessuna delle due proposte è accettabile, in quanto il bando prevedeva la presenza di edifici già costruiti e non in fase di costruzione o comunque interamente da costruire.
La nostra rabbia esplode: dopo fiumi e fiumi di parole il “garante della costituzione della Provincia del messinese” non ha mantenuto la promessa fatta dinnanzi alla delegazione appena due settimane prima: il giorno stabilito il sig. Ricevuto non si è nemmeno presentato alla nostra assemblea, per spiegarci i motivi per i quali nessuna delle due proposte fosse accettabile.
Scaricati, bidonati, ECCO COME CI SIAMO SENTITI! Anche se, le “promesse politiche” ormai sono solo delle leggende, questa volta ci volevamo credere; questa volta LE AVEVAMO RICEVUTE in prima persona e abbiamo creduto che qualcuno ci stesse aiutando sul serio.
INVECE NO! Stavolta ci siamo illusi che Il Nostro Sogno si potesse realizzare. Era questo che ci avevano fatto credere! Ci eravamo quasi cullati in quella espressione “imbarazzo della scelta” con cui il Presidente Ricevuto ci aveva rassicurato, ne avevamo quasi gustato ogni sillaba e ci eravamo inebriati nel ripeterla ad ognuno dei nostri compagni, ai nostri genitori, nelle nostre case, nelle nostre piazze. Uniti come non mai in una “social catena” e convinti di dover far sentire più forte la nostra voce, insieme più di 100 tra alunni e professori e una rappresentanza di genitori, giorno 20 gennaio ci rechiamo al Consiglio provinciale.
Ottenuta la possibilità di partecipare e di esporre la nostra problematica, tre rappresentanti della delegazione hanno illustrati i disagi cui andiamo incontro ogni giorno e chiesto al Consiglio di voler supportare la nostra causa con un documento di indirizzo da presentare alla Giunta Esecutiva. Infine anche il sindaco pattese, Giuseppe Venuto, è intervenuto affermando di stare al nostro fianco in questa battaglia “infinita”.
Ci spiace constatare che la risposta da parte del Consiglio Provinciale è stata alquanto deludente ed evasiva: molti consiglieri non hanno dato esempio di civiltà; alcuni non si sono presentati; quelli che erano lì presenti, fatta eccezione per qualcuno con un po’ di buon senso, chiacchieravano tra di loro, fumavano, urlavano e si insultavano. Hanno, infine, cercato di strumentalizzare la nostra problematica per i loro fini politici, “perché è naturale che troppo conceda a sé chi non si vuol paragonare a nessuno” (Quintiliano, Istitutio Oratoria).
Delusi abbiamo lasciato la sede per il ritorno a casa, con i pullman da noi affittati; prima di uscire uno dei consiglieri ci ha promesso che il giorno seguente ci avrebbero mandato un documento con le decisioni prese nel Consiglio. Però non ci è arrivato nulla.
Dunque, ciò che ci è rimasto di questa seduta è semplicemente una profonda amarezza nei confronti del mondo politico ed una “mozione di sfiducia” nei confronti di chi ci dovrebbe adeguatamente rappresentare.
Come se non bastasse, è pervenuta l’ultima notizia dalla stampa, che, negli ultimi giorni, ha riscaldato gli animi degli studenti, dei professori e dei genitori: Venuto e Ricevuto stanno collaborando per trovare una sistemazione nei locali dell’ASL, come “locazione provvisoria” di sole otto classi di contrada Rasola.
A questo punto, viene da pensare che vogliono far finta di non capire, perché noi, l’abbiamo detto, e lo ribadiamo, vogliamo un liceo UNITO e non un’ulteriore scissione che ci allontanerebbe ancora di più dalla sede di Piazza Gramsci!
Approvando questa sistemazione saremmo punto e a capo, di nuovo in un edificio provvisorio, di nuovo andremmo incontro alle stesse difficoltà, agli stessi problemi.
Ora siamo stanchi, stanchi di questa situazione; però ormai siamo dentro l’occhio del ciclone e lotteremo per questa prospettiva e per ottenere ciò che ci spetta.
Come recita il nostro slogan NOI NON CI ARRENDIAMO!
Simone Letizia e Francesca Adamo