Quattro aziende brolesi – rappresentate dalla studio dell’avvocato Gaetano Artale – avevano presentato ricorso impugnando innanzi alla magistratura amministrativa, a causa della penalizzazione che i pesanti ed immotivati vincoli imposti “a tappeto” quanto approvato nel dicembre 2016 con decreto dall’Assessorato Regionale Beni Culturali che ora ha 180 giorni per giungere all’adozione di eventuali misure di salvaguardia nell’ambito di un rinnovato esercizio dei propri poteri di programmazione paesaggistico-ambientale.
Ora con quattro sentenze pubblicate il 30 aprile u.s. il TAR Catania ha annullato il Piano Paesaggistico dell’Ambito 9 della Regione Siciliana, approvato nel dicembre 2016 con decreto dall’Assessorato Regionale Beni Culturali.
L’importante strumento di pianificazione territoriale interessava i comuni della fascia costiera e dell’entroterra della Provincia di Messina ed in particolare i territori di Alì, Alì Terme, Antillo, Barcellona Pozzo di Gotto, Basicò, Brolo, Casalvecchio Siculo, Castelmola, Castroreale, Condrò, Falcone, Ficarra, Fiumedinisi, Fondachelli Fantina, Forza d’Agrò, Francavilla di Sicilia, Furci Siculo, Furnari, Gaggi, Gallodoro, Giardini Naxos, Gioiosa Marea, Graniti, Gualtieri Sicaminò, Itala, Letojanni, Librizzi, Limina, Mandanici, Mazzarà Sant’Andrea, Merì, Messina, Milazzo, Monforte San Giorgio, Mongiuffi Melia, Montagnareale, Montalbano Elicona, Motta Camastra, Nizza di Sicilia, Novara di Sicilia, Oliveri, Pace del Mela, Pagliara, Patti, Piraino, Roccafiorita, Roccalumera, Roccavaldina, Rodì Milici, Rometta, San Filippo del Mela, San Pier Niceto, San Piero Patti, Sant’Alessio Siculo, Sant’Angelo di Brolo, Santa Lucia del Mela, Santa Teresa di Riva, Saponara, Savoca, Scaletta Zanclea, Spadafora, Taormina, Terme Vigliatore, Torregrotta, Tripi, Valdina, Venetico, Villafranca Tirrena.
In termini numerici, si tratta di circa 1.650,00 Kmq di territorio, corrispondente a poco più del 50% della superficie complessiva della Provincia di Messina ed interessa una popolazione di circa 640.000 abitanti, corrispondente a circa l’82% della popolazione totale della stessa Provincia.
All’indomani dell’approvazione del piano quattro aziende Brolesi, facenti capo agli imprenditori Lenzo (Mobylen s.r.l. e Porto delle Vite s.r.l ) ed Agnello-Giuffrè (La Residenziale s.r.l. e NP3 s.r.l.), decidevano di impugnarlo innanzi alla magistratura amministrativa a causa della penalizzazione che i pesanti ed immotivati vincoli imposti “a tappeto” comportavano per l’avvio, lo sviluppo o, in qualche caso,il completamento di loro iniziative edificatorie a carattere turistico-recettivo già oggetto di importanti investimenti e perfettamente compatibili con il sistema normativo di settore e con gli strumenti di programmazione territoriale previgenti.
La vincente linea difensiva elaborata dall’avvocato Gaetano Artale coadiuvato dal collega Avvocato Vittorio Indaimo ha trovato pieno avallo da parte dei Giudici del TAR Catania i quali hanno accolto il motivo di ricorso con il quale è stato evidenziato un rilevante vizio del procedimento di adozione ed approvazione del Piano e lo hanno annullato in toto.
Sono rimasti invece assorbiti, in ragione dell’accoglimento della censura di portata più ampia cui si è fatto cenno, gli altrettanto significativi motivi d’impugnazione, formulati nei ricorsi sulla base delle accurate perizie redatte dagli architetti Valentino Gammeri e Giuseppe Olivo, in riferimento ad una carente e sommaria motivazione sul piano tecnico-urbanistico dei singoli vincoli apposti sui terreni di proprietà delle aziende ricorrenti.
Il Tribunale Amministrativo, nella consapevolezza delle conseguenze dirompenti connesse all’integrale annullamento del piano paesaggistico ed alla caducazione di tutti i vincoli con lo stesso imposti, col fine di garantire le possibilità di applicazione di una normativa ambientale di rilievo anche per l’ordinamento europeo, ha conferito alla sentenza effetti conformativi rispetto alla successiva azione amministrativa modulando,sul piano temporale,la concreta efficacia della decisione di annullamento.
In quest’ottica è stato concesso all’Assessorato Regionale ai Beni Culturali un termine di 180 giorni per giungere all’adozione di eventuali misure di salvaguardia nell’ambito di un rinnovato esercizio dei propri poteri di programmazione paesaggistico-ambientale.
L’aspettativa esplicitata da molti amministratori locali dei territori interessati dall’importante strumento di programmazione, ma anche degli operatori economici della zona, è quella che l’Assessorato Regionale voglia cogliere l’occasione per non ingessare i territori con una pianificazione “calata dall’alto”.
Ci si attende che la politica regionale – anche tramite una opportuna concertazione con la Soprintendenza ai BB CC. e AA di Messina e con i Comuni – si impegni a seguito di un più attento studio da svolgersi sul campo, a garantire adeguati livelli di tutela per gli ambiti territoriali che veramente la meritano astenendosi dal gravarel’uso del territorio di limitazioni ampie e stringenti che, nel nome di una tutela del paesaggio e dell’ambiente pensata a tavolino ma poco aderente alla realtà, finiscano per penalizzare le possibilità di sviluppo del vasto ambito provinciale interessato senza cogliere peculiarità naturalistiche e vocazioni ambientali della fascia costiera e dell’entroterra collinare veramente meritevoli di tutela.