CANNES – Che delusione!
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CANNES – Che delusione!

Il “Deludente Festival di Cannes 2019” visto da Italo Zeus. E’ stato deludente non solo per la mancanza di premi per l’Italia, ma per i riconoscimenti in generale

Ecco l’elenco dei premi del 72esimo Festival di Cannes.

PALMA D’ORO: «Gisaengchung» («Parasite») di Bong Joon-Ho

GRAND PRIX: «Atlantique» di Mati Diop

MIGLIOR REGIA: fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne, con «Le Jeune Ahmed»

PREMIO DELLA GIURIA: ex aequo a «Les Misérables» di Ladj Ly e «Bacurau» di Kleber Mendonça Filho e Juliano Dornelles

MIGLIOR ATTORE: Antonio Banderas, per la sua interpretazione in «Dolor Y Gloria» di Pedro Almodóvar.

MIGLIOR ATTRICE: Emily Beecham, per la sua interpretazione in «Little Joe» di Jessica Hausner

MIGLIOR SCENEGGIATURA: Céline Sciamma per «Portrait De La Jeune Fille En Feu»

PALMA D’ORO PER IL CORTOMETRAGGIO: Vasilis Kekatos per «The Distance Between Us And The Sky»

MENZIONE SPECIALE: Elia Suleiman per «It Must Be Heaven»

CAMÉRA D’OR PER L’OPERA PRIMA: «Nuestras Madres» di César Díaz

Alcune note:

Sono tutti premi molto politicizzati e non è che l’Italia si sia fatta volere bene dai cugini francesi quest’anno.

Sono felice per il premio a Banderas come miglior attore per i film di Almodovar Dolore y Gloria che spero arrivi presto anche qui. Del resto Banderas non aveva mai vinto niente ed è un grande attore. Certo però che il nostro Favino, nei panni di Buscetta nel bellissimo film di Bellocchio, Il Traditore (vedi  la recensione) è stato straordinario, tanto che per la prima volta riesco a paragonare un attore italiano al grande Marcello Mastroianni.

Per quanto riguarda il vincitore, che a quanto si dice abbia riscattato un palmares scadente, posso solo anticiparvi la trama, dopo averlo visto ne farò la recensione. Si tratta di «Parasite» di Bong Joon-Ho.

Non è un film di mostri o di alieni, Parasite. C’è una famiglia di simpatici cialtroni senza un soldo, che vive in un seminterrato in uno dei quartieri più poveri della capitale coreana. Ce n’è un’altra, speculare, che invece naviga nell’oro, e che se pure è meno simpatica non è quello il punto, e che vive in una casa da sogno un tempo disegnata per sé da un grande architetto.

Il parassita è il giovane Ki-woo, che grazie a un amico, e falsificando un po’ di credenziali (perché, come i suoi familiari, è cialtrone ma niente affatto sprovveduto) riesce a diventare il tutor della figlia maggiore dei ricconi, e capisce che quell’aggancio potrebbe essere una svolta non da poco per lui e per i suoi, perché la signora della casa è “giovane e semplice”. Allora via a un piano, il cui primo step è piazzare sua sorella, spacciandola per una conoscente, come insegnante d’arte del fratellino della sua allieva.

Fatto sta che le storie e destini delle due famiglie s’incroceranno sempre di più, con dinamiche mica tanto scontate, e che le sorprese non finiranno quasi mai, perché anche altri personaggi emergeranno dalle viscere della storia.

Italo Zeus

28 Maggio 2019

Autore:

redazione


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