A proporla fu Basilio Germanà, allora senatore di Forza Italia come il regista, oggi scomparso. Ma quel Consiglio Comunale pensò ad altro e restò una semplice idea. Zeffirelli veniva spesso, senza clamori, a Brolo.
Ora è lo stesso Basilio Germanà a ricordarlo: “Ebbi la fortuna di averlo come collega al Senato nel 1994, in quanto eletto in Sicilia, diventammo subito amici e parecchie volte mi raggiunse a Brolo. Riusciva facilmente a cogliere la sensibilità e l’umanità dei più deboli con i quali amava intrattenersi, lasciando tranquillamente aspettare gli Importanti. Uno dei pochi uomini che ha dato lustro all’Italia nel mondo. Ciao Franco mi mancheranno le tue costanti affettuosità e i tuoi puntuali auguri!”.
Con la morte di Zeffirelli scompare un gigante. Oggi il cinema e l’arte nel suo complesso piange Franco Zeffirelli, deceduto nella sua casa romana sulla via Appia dopo una lunga malattia. Aveva 96 anni. Sceneggiatore, attore, regista. Il suo contributo alla cultura italiana è stato enorme e di altissima qualità. Ha legato il suo nome a grandi produzioni che rimangono scolpite nell’immaginario cinematografico: Gesù di Nazareth, soprattutto, ma anche Fratello Sole, Sorella Luna, Amore senza fine, Storia di una capinera, Un tè con Mussolini. Splendide le sue innumerevoli regie liriche. L’eleganza formale, la cura estetica unite al gusto del racconto e al senso dello spettacolo lo hanno reso un maestro apprezzato nel mondo. Sapeva ammaliare raccontando. Le sue idee politiche erano molto vicine al centrodestra, fu fieramente anticomunista e ricoprì la carica di senatore in Forza Italia.
Fiorentino purosangue, Zeffirelli ebbe una infanzia difficile. Dopo la morte della madre, trascorre la sua infanzia nell’Istituto degli Innocenti di Firenze finché la zia paterna lo prese in custodia. Il suo padre naturale lo riconoscerà a 19 anni. Studiò nel collegio del Convento di San Marco a Firenze con Giorgio La Pira, futuro sindaco di Firenze. Disse in molte interviste Zeffirelli: «Fu lui a spiegarmi che l’aborto è un crimine e che i totalitarismi, fascismo nazismo comunismo, sono tutti uguali, ma il comunismo è più pericoloso». Zeffirelli, che durante gli anni della guerra fece la Resistenza da cattolico liberale, rivelò: «Rischiai di essere ammazzato dai comunisti. Li vidi fare cose orribili, assassinare un prete solo perché aveva benedetto le salme dei fascisti». In un’intervista rilasciata in occasione dei suoi 95 anni confidò: «In Italia ho sempre avuto dei problemi ma il grande pubblico era dalla mia parte e mi ha dato tante soddisfazioni». Anche perché i critici erano tutti di sinistra: «Con loro ho avuto un rapporto spesso difficile. Tanto che lasciai fuori i critici dalla prima de La lupa, con Anna Magnani».
Controcorrente, uomo libero, si definima omossessuale ma non gay, Zeffirelli disse in varie occasioni: «Ero il solo a essere anticomunista. Mi odiavano perché non mi accodavo. Addirittura perché credo in Dio». Zeffirelli è l’unico regista italiano che può fregiarsi del titolo di cavaliere dell’ordine dell’impero britannico (KBE) da quando l’ambita onorificenza gli fu appuntata nel novembre del 2004.
Tratto da “Il secolo d’Italia”