Un sereno confronto si è svolto, recentemente, nella sede palermitana dell’MpA, tra il vice presidente del Consiglio Comunale Sandro Oliveri – portavoce del gruppo dei sottoscrittori della “proposta di legge d’iniziativa popolare per la rimozione dello stemma della Trinacria dalla bandiera della Regione Siciliana” –, e lo storico e uomo di chiesa mons. Michele Antonino Crociata – consulente spirituale del Movimento per l’Indipendenza della Sicilia –.
Nel corso dell’incontro, Crociata ha avuto modo di sottolineare che «lo stemma della Sicilia, con il suo simbolo e i suoi colori, esprime il fondamento storico della nostra autonomia e della nostra memoria e che la Triscele si è affermata come riferimento connotativo dell’Isola già dal sec. XII a. C.. I simboli – ha continuato il Crociata –, non si costruiscono ma si adottano e proprio in forza di ciò divengono riconoscimento identificativo universale e, quindi, inamovibili».
Sandro Oliveri ha subito evidenziato che «la proposta di legge, così come chiaramente sostenuto sin dal primo comunicato stampa, prendeva spunto dalla rimozione del simbolo per creare un’occasione di forte provocazione e richiamare le profonde radici cristiane del Popolo Siciliano, troppo spesso dimenticate in un’era d’imperante relativismo globalizzante».
Condividendo, pienamente, la valenza di rilanciare, sia in politica che tra la società civile, i valori sempre vivi del cristianesimo, mons. Crociata e Sandro Oliveri si sono dichiarati disponibilissimi a dar corso ad una serie d’incontri, tra sicilianisti e non, per promuovere la riscoperta delle nostre radici storico-culturali e religiose. La Triscele, dunque, resta al suo posto non essendo tra l’altro motivo di divisione per i siciliani, al di là di qualsiasi loro appartenenza politica o religiosa.
Giuseppe Musumeci
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