TERRONIA scrive a NAPOLITANO per il 150 annivversario dell’Italia
Comunicati Stampa

TERRONIA scrive a NAPOLITANO per il 150 annivversario dell’Italia

napolitanoLETTERA APERTA

Al Presidente della Repubblica Italiana on. Giorgio Napolitano

Al Presidente del Consiglio dei Ministri on. Silvio Berlusconi

Al Presidente della Regione Siciliana on. Raffaele Lombardo

Ill.mo Presidente,

il nostro comitato di iniziativa popolare “TERRONIA, nato provocatoriamente per tentare di pareggiare il dislivello tra chi istituzionalmente dovrebbe rappresentare gli interessi del popolo meridionale, e le vere esigenze di chi non può più aspettare,  e reclama a viva voce rispetto e dignità, sente oggi il bisogno, in prossimità del 17 Marzo, festa nazionale dell’unità d’Italia, di esternarle le nostre perplessità rispetto ad un unità nazionale mai pienamente raggiunta sotto i diversi profili economici e sociali.

“Gli ultimi dati socio-economici dell’Unioncamere, consegnano un dato allarmante sull’enorme gap che esiste tra i due lati dell’Italia che si sta facendo ancora più pesante che in passato. Di fatto negli ultimi 10 anni il gap di strade, autostrade, ospedali, scuole, ferrovie e altro si è allargato di un altro 1%.
In termini infrastrutturali il Sud perde rispetto al Nord Ovest per un buon 37,4%. Unica voce a favore del Sud è quella dei porti navali, un dato che sembra scontato e che vede un +6,6% rispetto al Nord, ma lascia di stucco rispetto al +72,15 del Nord Est su questo tema”. (dati UNIONCAMERE).
Questo è il quadro allarmante che la gestione politica ed amministrativa del nostro paese, sommata alle discutibili qualità di chi dovrebbe rappresentare la causa del Sud al Governo, consegna a noi meridionali e che oggi sentiamo il bisogno di raffigurarLe.

Ma in fin dei conti, quanto sopra, arriva solo a coronamento di politiche governative che mai veramente hanno voluto risolvere le grandi criticità del cosiddetto “mezzogiorno d’Italia”, e di quella Sicilia che, ad oggi, ha consentito e sciaguratamente consente ancora, l’arricchimento dei pochi rispetto alle necessità dei tanti, con uno statuto speciale mai preso sul serio neanche da chi ci ha governato, se non solo su quegli argomenti di inferiore importanza e che assolutamente minavano e minano il quieto arricchirsi di chi dalla nostra terra ha solo tratto benefici e nient’altro.

Poeti, politici e intellettuali nel 1861 pensavano di assistere al compimento di quel tanto auspicato sogno nazionale, ma in vero forse si realizzava solo un’unità politica, con l’assoggettamento del mal etichettato “primitivo Sud” a quelle necessarie indottrinazioni che tendevano a snaturalizzarci ed a svuotarci delle nostre ricchezze culturali, della nostra identità e delle nostre antiche e pregiate lingue.
Ma i nostri padri, ribelli e profondamente innamorati della terra siciliana, non accettarono l’invadenza di chi nulla aveva da insegnarci, e da qui la condanna ad essere definiti banditi, briganti, terroni, fannulloni insomma abitanti del mezzogiorno d’Italia e cugini parassiti del potente Nord.

Quanto sopra signor Presidente per farle capire che noi siciliani ed in generale il popolo meridionale ha pagato e paga ancora a caro prezzo, il proprio essere italiano, e la presente non vuole assolutamente essere o essere intesa come atto provocatorio e separatista, ma al contrario testimonianza di un popolo che ha la ferma intenzione di festeggiare il ricordo del proprio sacrificio e del tanto sangue versato per ottenere, a distanza di 150 anni, una data, il 17 Marzo, dedicata alla festa dell’Unità d’Italia.

Da qui il nostro invito al Presidente della Repubblica Italiana,ad un “combattente d’Italia” , ad intervenire per garantire, dopo oltre 1800 mesi di unità nazionale, il ripristino del dovuto e necessario riequilibrio tra il Sud ed il Nord d’Italia, con un Sud che possa finalmente vedere raccontata la propria verità storica sui testi scolastici, con l’annientamento dei luoghi comuni che dipingono i nostri combattenti siciliani come banditi e briganti, e non piuttosto, come grandi eroi che hanno dato la propria vita per consentirci ancora orgogliosamente di definirci Siciliani!

Capirà bene quanto importante potrebbe risultare un gesto del genere, potenzialmente utile a far riacquisire a tutti i meridionali quel senso di Stato, che se pur mai venuto meno nella maggior parte dei siciliani, ha consentito in tanti il proliferare di sentimenti negativi e non utili alla serenità della nostra Nazione.
Infine signor Presidente, al cospetto dell’unica idea che i diversi governi nazionali hanno saputo propagandare per il rilancio del Sud, ovvero il “Ponte sullo stretto di Messina”, emblema della pochezza intellettuale, culturale e programmatica di chi politicamente ci rappresenta, sarebbe bello assistere a vere politiche mirate all’espansione economica, imprenditoriale e sociale del Sud, che tengano realmente conto di quelle fondamentali e mai sin in fondo sfruttate, potenzialità territoriali, culturali e turistiche, necessarie per un reale rilancio delle economie.

Non abbiamo bisogno di un ponte per riprendere a sperare, ma basterebbero un ideale “passerella” che consentisse a noi siciliani e meridionali di essere maggiormente ascoltati nella potente Roma, quella grande città, sede del potere nazionale, che mai, neanche durante la triste alluvione del 1° ottobre 2009, quando 37 messinesi persero la vita sotto la violenza di un fiume di fango, ha saputo dimostrare reale interesse per il nostro popolo, lasciando a noi messinesi l’angosciante ricordo di promesse e ipocrite corone di fiori.

Ma noi siamo Siciliani signor Presidente, e per questo il 17 Marzo festeggeremo l’unità d’Italia, i nostri lavoratori si fermeranno, i negozi rimarranno chiusi, gli Enti pubblici si vestiranno di solenne, ed il nostro inno nazionale verrà cantato da tutti, compreso coloro che a distanza di oltre un anno ancora aspettano di rientrare nelle proprie case.

Questo signor Presidente, perché al contrario di chi nell’ultimo ventennio si è organizzato dal Nord con politiche secessioniste ed intuizioni neo razziste, noi continuiamo ad essere figli e fratelli di quest’Italia, nella speranza che la presente possa farLa riflettere, e giungere ad un’idea innovativa e rivoluzionaria che la contraddistinguerebbe per la Storia, l’opportunità il 17 Marzo 2011 di far affiancare al Palazzo del Quirinale il tricolore italiano, dalla bandiera giallo rossa con la Trinacria Siciliana in centro, in ricordo del sangue del sud versato per l’unità, ed in testimonianza di una tanto auspicata e finalmente trovata attenzione, per lo meno formale, nei confronti della nostra terra.

Questo non servirà mai a risarcirci dai tanti torti e delle brutalità subite, ma sicuramente consentirà a noi “terroni” ed a tutti gli italiani di guardare alla storia degli uomini e delle donne del Sud con il rispetto e la dignità dovuta.

Vede Presidente, a noi basta veramente poco, in fin dei conti siamo solo fieramente Siciliani!

I dirigenti del C.I.P. “Terronia”:

Roberto Cerreti

Sebastiano Tamà

Nino Previti    
Salvatore Mercadante        

Giuseppe Scattareggia         

Dario Restuccia

Rosario Lo Faro            

Marco Vonella            

Antonio Cucinotta   

Giuseppe Previti            

Giuseppe La Scala            

Carmine Franchina

15 Marzo 2011

Autore:

admin


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