Piattaforma open data “Aziende confiscate”. 2.317 imprese confiscate, 32% in Sicilia
Nuovo impulso al sistema di destinazione e riuso dei beni sequestrati e confiscati ai criminali mafiosi. E’ stata presentata, ieri, al Viminale la piattaforma open data “Aziende confiscate”, un progetto per lo scambio di informazioni tra Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati (Anbsc), Unioncamere e InfoCamere.
Un progetto che mira a garantire la massima trasparenza sulla gestione e sulla destinazione dei beni stessi, a rafforzare il dialogo tra i vari soggetti interessati al mondo dei beni confiscati, a ridurre i tempi di assegnazione e i rischi che le aziende tolte alle organizzazioni criminali finiscano per chiudere, con conseguenze sia sul piano economico che sociale.
Il ministro Lamorgese ne ha evidenziato l’importanza quale strumento di supporto all’attività dell’Agenzia. La «connessione di dati tra le varie strutture», ha affermato, è elemento essenziale nel percorso di valorizzazione e riuso sociale dei beni sequestrati e confiscati.
Grazie all’iniziativa, finanziata dal Programma operativo nazionale “Legalità” 2014-2020 del ministero dell’Interno, sarà disponibile online un sistema di reportistica popolato con dati pubblici e privati. La componente privata, ad uso esclusivo dell’Agenzia, consentirà di monitorare, attraverso strumenti di business intelligence, il ciclo di vita e lo stato di salute delle aziende anche al fine della loro successiva destinazione.
Nella fase di avvio, invece, la componente pubblica conterrà esclusivamente dati, in formato aperto, su tipologia per territorialità delle imprese. Uno step iniziale al quale seguiranno ulteriori implementazioni.
Presenti all’evento il direttore dell’Agenzia Bruno Frattasi, l’Autorità di gestione del Pon Legalità Maria Teresa Sempreviva, il vice presidente UnionCamere Giorgio Mencaroni ed il capo progetto open data “Aziende confiscate” Alexander Balest.
Dagli ultimi dati disponibili, le aziende in confisca definitiva sono 2.317, il 90,8% delle quali si trova in 5 regioni, in Sicilia il 32%, Campania 17,5%, il 13,4% nel Lazio, 13% in Calabria, l’8,4% in Lombardia.
I settori più coinvolti sono le costruzioni, col 23% delle imprese confiscate, commercio (21,5%), ristorazione e strutture ricettive (8,5%), immobiliare (7,3%), manifatturiero (7,2%), trasporti e attività di magazzinaggio (5,6%), infine, l’agricoltura (4,5%).