Ieri la festa dei “mille”.
Può davvero chiamarsi così quella vista ieri sul lungomare brolese dove in tanti si sono commossi a cantare l’inno d’Italia; dove una “maglietta” è diventata un’opera d’arte collettiva; dove la partecipazione per la “voglia di esserci” è stata davvero grande, dove ognuno ha dato tanto, anzi di più, a partire dagli artisti che hanno lasciato la loro traccia sui passaggi pedonali del lungomare.
Ma la “festa tricolore” brolese, partita venerdì scorso è molto di più.
E’ il frutto di un’idea collettiva, fatta da tante personalità, ben organizzate, organicamente diverse, ma coordinate e fuse, alla fine , in un unico progetto, dove il singolo diventa “tutto”.
Ed allora, “chiamala se vuoi…” , per dirla alla Battisti, “unità”.
Così Sak-be, Istituto Comprensivo, Ufficio Turistico, Mauro Cappotto e Lorenzo Cassarà, Art House, ed ancora, Vittorio Ballato con le sue poesie, l’istituto d’Arte di Capo d’Orlando, la banda brolese, i ragazzi delle scuole, ed i mille volontari diventano un unico tricolore.
La cronaca della giornata è fatta da tante chicche.
La mattina di domenica, dopo un sabato “fatto” a decorare “strisce”, con la partecipazione di Nadia Cardaci, Carmelo Caracozzo, Vittorio Ballato, Jessica Pizzuto e Daniela Letizia (un momento artistico in perfetta sintonia con quello che ha visto i ragazzi delle “medie” brolese decorare con i passi della Costituzione, sul corso, qualche giorno fa, i passaggi pedonali), è iniziata con l’arruolamento dei mille.
Di fatto, l’artista Mauro Cappotto, con i suoi alunni, ha avviato la kermesse artistica tesa a realizzare una grande opera d’arte, mille magliette rosse, numerate e serigrafate, punzonate a mano, che poi sono diventate un grande quadro vivente, sulla spiaggia, evocando in un coloratassimo “quarto stato”, lo sbarco.. e tutti sono diventati pezzi di un’opera d’arte, anche portandosi a casa un pezzo di questa, la maglietta, “una di mille”.
Un arruolamento che è proseguito sino al pomeriggio quando sono state completate le punzonature, ed allora la banda ha intonato l’inno di Mameli, e le scuole dato avvio al programma di canzoni, pensieri, pezzi recitati, in un tripudio di coccarde e tricolore.
Discorsi ufficiali, senza protocollo, poi la foto ufficiale dell’evento, affidata a Lorenzo Cassarà, quindi al Castello per una simbolica presa della “cittadella”, e Brolo era un punteggiato di magliette rosse.
Certamente il coro collettivo dell’inno di Mameli, tutti con la mano sul cuore, è stato uno dei momenti più commoventi del pomeriggio, ma l’intera la giornata è stata vissuta con una grande tensione emotiva.
Le magliette sono diventate il simbolo della “festa”. Alcune avranno un’altra storia da raccontare, diventano una sorta di longa manu di Brolo “italiana”.
La numero zero andrà al leghista Calderoli, e di contro la numero uno al Presidente Giorgio Napolitano, che fortemente ha voluto questa festa come ha ricordato Salvo Messina, il sindaco, dal palco, in uno dei momenti introduttivi, ufficiali dell’evento.
Altre magliette andranno a Roberto Benigni, per aver fatto amare un inno nazionale sconosciuto nel suo testo, ma anche Dante e la Cultura; ai nipoti di Garibaldi; agli “eroi” della rivolta di Bronte, a mister “Lippi” per l’ultimo Mondiale vinto, al comandante delle Frecce Tricolore, uno dei simboli del Made in Italy, alla pari di Giorgo Armani; ed anche ai fratelli Taviani per il loro Allosanfan, al nobel Rita Levi di Moltacini, e poi al più giovane brolese ed al più anziano.
Massimo Scaffidi – Ufficio Stampa, Comune di Brolo