– di Corrado Speziale –
La mostra dell’artista messinese, in corso presso Cocco Arte Contemporanea di Messina, è stata inaugurata lo scorso 21 dicembre e sarà aperta fino al 18 gennaio. Giorni e orari delle visite: mercoledì, venerdì e sabato, dalle 17,30 alle 20,00 o su appuntamento.
La personale è composta da ben 188 opere, tutte realizzate nel 2019, suddivise in 13 installazioni, in maggioranza pitto-sculture, nelle quali l’eclettico artista, classe 1947, esprime il proprio pensiero libero con dovizia di forme e colori attraverso materiali di recupero modellati e assemblati secondo lo spirito che da sempre lo contraddistingue.
Dai testi in catalogo, Laura Faranda, curatrice della mostra: “Acqua Santa – Tutti nel limbo prima dell’azione è un impatto, un inno alla vita, elogio di energia creativa, concetto, impulso, negazione di qualsiasi sovrastruttura”. Marta Cutugno: “Una esplosione di colori accesi e di forme stravaganti della materia; quest’ultima modellata con la perizia dell’artigiano e studiata con la determinazione del pensatore”. Marina Di Pasquale: “Sembra un invito a lasciarsi andare all’immaginazione ed a raccogliere oggetti, forme e materiali (di vario genere) come fa l’onda del mare quando incontra la riva”.
Stello Quartarone, artista da oltre mezzo secolo, è un autodidatta dotato di caratteristiche difficilmente eguagliabili, che attraverso le sue originalissime opere ama raccontare “storie”: così definisce le proprie personali che di tanto in tanto segnano un punto del suo percorso creativo. Nel corso della sua lunga carriera è stato affiancato e associato a molteplici luoghi e forze della natura come vulcani e deserti, il fuoco, il mare, le stelle, il cosmo. Affascinanti espressioni di vita generose, passionali, spesso contrastanti e misteriose. È così il suo modo di essere, di fare, di creare, essendo dotato di straordinarie capacità pratiche nel trasformare in arte le proprie idee. Di fatto è un artista tanto determinato quanto imprevedibile, di genere non precostituito, che regala energia e positività. Cosicché partendo da elementi esterni, i mutamenti e i movimenti innati che lo contraddistinguono lo hanno condotto a visioni interiori, ispirandosi alla psicanalisi di Jung e ai suoi “stati d’animo”.
Stello Quartarone, uomo e artista eccentrico, non ama tanto fare i conti col passato, pensa piuttosto al presente e al futuro. La spontaneità e l’immediatezza sono sue prerogative. Il suo curriculum lo esprime in maniera a dir poco singolare: “Una vita per l’arte”. Stop. Inutile insistere. Tanto riporta a chiare lettere, in coda, questo suo ultimo catalogo. Quantunque gli si elenchino di presenza innumerevoli personali e collettive, estemporanee, anche non catalogate, in Italia e all’estero, il suo concetto non muta: “Voglio essere considerato al momento, per ciò che realizzo ed espongo, non per il mio passato”, sostiene in maniera decisa. Per cui, ecco il senso di immortalare e raccontare una storia, quantunque non scritta ma espressa attraverso opere che scaturiscono dall’idea e dall’azione di chi è al tempo stesso pittore e scultore, capace di creare ad hoc manufatti utili allo scopo, adattare arnesi, materiali di recupero e quant’altro.
Adesso, in quest’ultima interessante e originale mostra, tutta composta da opere realizzate nell’ultimo anno, Stello Quartarone, amante per eccellenza delle contaminazioni e delle alchimie, da “eretico” qual è, come per provocazione, rappresenta ai visitatori “Acqua Santa”, segnando attraverso il limbo una fase di “passaggio”, l’ennesima. Questa è l’arte mutevole, cangiante, intrigante di Quartarone, che in maniera primordiale ricerca e sperimenta dentro spazi infiniti e indefiniti della dimensione interiore, del sogno e dell’immaginazione.
“Acqua Santa” è un’operazione artistica dalle tinte e dal pensiero forte in cui si fondono passioni e visioni dell’artista.
Colori, materiali e forme risaltano in 188 opere, distribuite in 13 installazioni, quasi tutte pitto-sculture in cui la cura e l’originalità nelle lavorazioni dei materiali fanno la differenza. “Tecnica mista”, recita un luogo comune nell’arte, ma il caso di Quartarone implica molto di più. La mostra è allestita presso lo Studio d’Arte contemporanea Cocco, di via F. Todaro a Messina, funzionale e accogliente, che al tempo stesso fa da cornice e sfondo in maniera semplice ed elegante a queste opere che lì verranno ospitate fino al 18 gennaio.
Osservando le installazioni, “Pece” descrive tutta la potenza della materia, con i suoi mutamenti e le sue trasformazioni: esplosioni di nero su base colorata, come una colata vulcanica che raffreddandosi, per incanto, immortala frammenti di sé. Ancor più significative e sensazionali, le composizioni arricchite con creazioni variegate, dalle forme indefinite, realizzate con plastiche di riciclo modellate a caldo che richiamano piccoli reperti fossili o gusci di molluschi.
“Prigioniero per l’Arte” rievoca l’esperienza, quella sì, rimasta nel “limbo” in senso negativo, delle celle d’artista nell’ex carcere di Rometta, dove Quartarone aveva dato un grande contributo, al momento caduto nel vuoto. Ma dalle fitte grate traspare comunque la speranza di vita che accompagna sempre l’artista nelle sue opere.
“Mut-Azione”: due termini in una appropriata associazione inerente al profilo dell’artista. Il primo passaggio verso la trasformazione, interferenze di evoluzioni in nero su rilievi bianchi. Complice una farfalla, sotto l’occhio femminile che orienta lo sguardo altrove.
“Stello Quartarone/Io appartengo all’Arte”. Titolo e opera fortemente identitari dell’artista. In essa, oltre alla serie di foto-immagine del protagonista, si coglie un importante frammento della sua storia: i piccoli talloncini numerati, presenti sulle opere, identificavano i ricettari dell’istituto psichiatrico “Mandalari”, dove Quartarone in passato ha realizzato progetti dall’alto valore artistico e sociale. Andati in disuso e gettati via, quei numeri, adesso, recuperati e reimpiegati dall’artista, fanno da pietra miliare nel suo percorso. Non a caso, “La migliore scuola dell’arte è la strada che percorri” è il pensiero che campeggia sulla sommità dell’installazione.
Un’altra parete con caratteristiche dichiaratamente “quartaroniane” ospita “Costruttivismo”, massiccia serie in legno bianco, articolato e lavorato, con frasi colorate in rilievo composte e scomposte, che descrivono l’energia e la passione contenute nel pensiero dell’artista.
Dopodiché, “Acquarello” e “Affresco”, in tema coi titoli, ci restituiscono un Quartarone alle prese con un’esplosione di colori e smalti asserviti ad una tecnica eccezionale: gli spazi vuoti sono stati creati soffiando sulla vernice. L’artista ne va fiero: “Mi piacciono molto, sono particolari, li ritengo inimitabili”.
Ritorno agli affetti e alle origini: “Maestranza”. Antichi arnesi da cucina e da artigiano disposti su legno riciclato e pece, rivivono in installazioni d’arte arricchite da ricordi: qualche attrezzo in metallo, risalente ai primi del 900, è opera del nonno dell’artista.
Sempre su questo tema, risalta l’immortalità di piccoli oggetti metallici che hanno accompagnato la vita di Stello Quartarone, applicati su pece: “Riciclo creativo fino alla santità”. Cosicché ha un senso regalare un’anima a qualcosa che ha fatto il suo tempo.
Ancora recupero di materiali tradotti in arte: vecchie lampade della pubblica illuminazione, riciclate e liberate dal gas, grazie a un’operazione certosina dell’artista, divengono anch’esse installazioni che accompagnano il percorso virtuoso del visitatore, assieme ad altre, verticali, all’angolo delle sale, che illuminano il percorso. Altri angoli contengono sgabelli – droni, per far volare alto con l’immaginazione.
Menzione speciale per un’installazione montata dopo l’inaugurazione: un’opera dall’alto valore etico e artistico rappresenta il pianeta Terra bruciato a causa delle sofferenze globali, sopra i grattacieli di una metropoli consunta.
Dunque, non resta che ricorrere all’“Acqua Santa”, distillata, in purezza. Contornata dai “colori dell’inconscio” come li ha definiti l’autore. La dedica va alla conoscenza, a tante personalità dell’arte e di altre forme di cultura, i cui nomi sono scanditi sulle opere. Operazione necessaria: sostare nel limbo e cogliere l’attimo propizio, prima della (prossima) azione, in sincronia con Stello Quartarone e la sua arte rigeneratrice, senza preconcetti, né confini.