“La maggioranza di governo, se così vogliamo chiamarla, fugge di fronte ai numeri reali e deve smentire quanto affermato ieri da Berlusconi, poichè le istituzioni europee e la società civile tutto vogliono tranne che una norma vergognosa e iniqua come quella del processo breve, che non sarebbe breve nè tantomeno europeo, bensì soltanto ‘sparito’. Mentre ieri nell’aula della Camera volavano insulti e parolacce, a Bruxelles cinquanta procuratori provenienti da 18 direzioni distrettuali antimafia discutevano con procuratori di diverse nazionalità e delle più alte isituzioni europee di una strategia per la lotta al crimine organizzato transnazionale: questo è lavorare per il bene della comunità”.
Lo ha detto Sonia Alfano, europarlamentare di Italia dei Valori e relatrice unica per il Parlamento Europeo del rapporto sulle mafie in Europa. Sonia Alfano, relatrice di una relazione d’iniziativa sulla criminalità organizzata nell’Unione europea che verrà presentata in commissione LIBE il 12 aprile dalla stessa Alfano con due esperti magistrati antimafia, ha ospitato a Bruxelles importanti esponenti della magistratura antimafia, e ai lavori hanno preso parte anche i vertici di Interpol, Europol, Eurojust, Corte dei conti europea, UNODC, BEI, la Commissaria agli Affari Interni Malmstrom e la Presidenza di turno ungherese.
Una due giorni intensissima durante la quale non sono mancati momenti in cui sono state evidenziate le sottovalutazioni della politica italiana: il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, che ha ricordato l’esigenza di un coordinamento con a capo un procuratore europeo, per esempio, ha sottolineato come “anni di sottovalutazione hanno fatto si che la mafia diventasse quello che è oggi. C’è un vuoto di volontà politica che solo l’Europa può colmare”. D’accordo con lui anche il pm Antonino Di Matteo, che ha sottolineato le capacità di infiltrarsi nel sistema politico e della pubblica amministrazione, ribadendo che in politica l’etica e la morale non possono aspettare sentenze di terzo grado. Il peso economico del crimine organizzato transanzionale e’ stato sottolineato da Scarpinato in una straordinaria analisi del fenomeno: “’La mafia si è adeguata al sistema della domanda e risposta tipica della mondializzazione. Dai servizi al cittadino, come prostituzione e droga, a quelli alle imprese, ad esempio gestione di appalti e smaltimento di rifiuti tossici. Non ci sara’ mercato in Europa se non si combatte la mafia”’. Secondo il procuratore di Reggio Calabria Nicola Gratteri “gli Stati membri non hanno percezione della pervasività della mafia in Europa”, ed è quindi necessario istituire “una legislazione europea omogenea” e sarebbe importante “poter fare indagini sul crimine organizzato senza passare per le rogatorie internazionali; Eurojust non assicura la giusta cooperazione giudiziaria”. Dello stesso avviso la relatrice e organizzatrice dell’hearing Sonia Alfano, che ha anche più volte sottolineato la necessità di riconoscere in tutti gli Stati membri il reato di associazione mafiosa, al momento esistente solo nell’ordinamento italiano. Tutti i relatori hanno condiviso e sostenuto il contenuto della relazione dell’On. Sonia Alfano, rilanciando le sue proposte ed evidenziando la necessità di parlare tutti lo stesso linguaggio, a livello europeo, sulla lotta alle mafie.
Nel corso dell’audizione alcuni deputati di diverse nazionalità hanno sottolineato l’unicità e la straordinarietà di un evento storico come questo, chiedendo alla relatrice ed ai magistrati presenti di non fermarsi a quest’unica audizione e di cominciare invece ad organizzarne in tutti gli Stati membri per sensibilizzare i governi sul tema.
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