Brolo appare come un deserto nelle immagini scattate da Giuseppe Pidonti nei giorni del contenimento dell’epidemia.
Foto che fanno sentire il silenzio del parco giochi, delle vie senza traffico, di chiese vuote, slarghi deserti, bar chiusi.
Senza auto e tanti parcheggi, ma piene di un grande senso civico, di rispetto delle regole.
Perchè si fa così quando nell’emergenza collettiva ognuno deve far la sua parte.
Le foto sono di venerdì scorso, ed è evidente il contrasto fra la cittadina di oggi e di come la rammentiamo, facendo correre la nostra memoria ad appena qualche giorno fa con i suoi abitanti e un traffico sostenuto per le vie, i negozi aperti, il vociare anche dei tanti “curtigghi”.
Sono foto quelle che oggi rappresentano la cronaca del nostro quotidiano e che poi Giuseppe e Tindaro Pidonti saranno bravi ad archiviare nelle loro raccolte storiche per poi rivenderle fra quantant’anni, tra ricordi ed i tanti “io c’ero”. Foto che diventano testimonianze.
Perchè anche questo diventerà la storia di noi stessi.
Di certo il superamento della situazione contingente porterà un nuovo e più consapevole equilibrio di cui si avvertiva già la necessità.
Ed intanto per essere sempre positivi troviamo il gusto di ammazzare il tempo a suon di riviste polverose e vecchi fumetti, ascoltare i vinili, rileggere i numeri di Diabolik e Alan Ford, immergersi nelle “serie tv” che non avresti mai visto, cercare il buon libro lasciato in fondo al comodino, ma anche scoprire il linguaggio, la parola, il confronto di chi con te sta in quarantena forzata… scoprire nuovamente chi ti è a fianco, ma anche il piacere di leggere un messaggio sulla posta elettronica, che non sia semplicemente di lavoro, ma chi ti chiede “come stai?” avendo perso il tuo numero nelle mille rubriche telefoniche andate perse per la fretta di cambiar telefono.
Di tempo ne abbiamo.
