Il capo della procura di Messina ascoltato in commissione Antimafia nazionale con eleganza e risolutezza “risponde a distanza” alla relazione Fava, quella metteva in dubbio i fatti della notte del 17 maggio 2016: “Le nostre indagini comunque non si fermano”.
una risposta a distanza ai dubbi dell’Antimafia siciliana
“Sull’attentato Antoci la mia procura ha condotto indagini per due anni con i corpi di elìte dei carabinieri e della polizia e con un metodo inedito d’investigazione che ha ricostruito in tre dimensioni la scena del crimine – ha affermato il procuratore De Lucia – non sempre le attività della magistratura inquirente riescono a trovare i colpevoli e quando non ci riesce è un fallimento”.
E continuando “Quello che affermo sull’attentato Antoci è che non si può dire che non ci sia stato. Nel provvedimento di archiviazione del giudice questo è confermato in pieno”.
De Lucia sembra poi rispondere a distanza alla commissione regionale Antimafia.
“I fini delle legittime indagini politiche non sono quelli di rifare quanto che fatto dall’attività giudiziaria, ma di trovare rimedi da proporre alla legislazione siciliana sulla lotta alla mafia. I poteri sono diversi, tra quelli inquirenti e quelli della commissione regionale antimafia, che ha scelto di sentire alcune persone e trarre delle conclusioni da quello registrato da queste stesse persone. E’ chiaro che l’indagine sull’esecuzione di quell’attentato, che ripeto è stato attentato, non hanno consentito di trovare i colpevoli ma le indagini non si fermano. Altre istituzioni hanno occhiali diversi rispetto a quelli dell’autorità giudiziaria”.