Il deputato del Pdl Nino Germanà ha depositato una proposta di legge
tesa alla salvaguardia ed alla valorizzazione del patrimonio culturale immateriale, riconducendo la ratio di questo provvedimento alla necessità di perseguire l’esigenza di riscoprire il nostro passato per conquistare il Futuro, di ricordare la Storia per creare una nuova nostra Storia, e infine custodire e proteggere le diversità per proteggere l’unità e l’identità.
In un’epoca in cui la globalizzazione va sempre più assumendo i connotati di una sorta di totalizzazione culturale ed un’omologazione degli stili di vita, è indispensabile preservare e valorizzare quelle tradizioni “fiori dell’umanità” che costituiscono l’anima di un popolo e quindi la sua specificità, diversità ed alterità, rispetto ad un mondo nel quale i confini sono sempre più evanescenti e sbiaditi, ed in cui si sente crescere la necessità di riappropriarsi e custodire le tipiche e peculiari identità che, analizzate sotto un altro profilo, potrebbero altresì costituire un vettore di sviluppo sostenibile per le comunità e gli individui che di tale patrimonio sono creatori e custodi.
E’ imperativo preservare l’integrità del senso delle attività rientranti nei cinque ambiti identificati dall’UNESCO ovvero tradizioni ed espressioni orali (incluso il linguaggio) intesi come veicolo del patrimonio culturale intangibile; arti dello spettacolo; pratiche sociali, riti e feste; conoscenza e pratiche concernenti la natura e l’Universo, ed infine l’artigianato tradizionale, per i quali sono stati promossi programmi specifici di salvaguardia, ed i Paesi Membri sono stati incoraggiati ad adottare appropriate misure legali, tecniche, amministrative e finanziarie al fine di istituire dei Dipartimenti per la documentazione del loro patrimonio culturale immateriale e affinchè questo venga reso più accessibile.
Nell’Antica Grecia, la diffusione del sapere, dei miti e delle gesta eroiche, era compito precipuo degli aedi che, attraversando lontane città e lande desolate, tramandavano le conoscenze acquisite, oggi invece, si potrebbe traslare e trasferire il ruolo degli aedi, intesi come i messaggeri della cultura popolare, alle Associazioni Pro Loco che in ragione della loro stessa natura e forma mentis sono radicate nel territorio e rappresentano quindi le aggregazioni e l’espressione della società civile più vicina ed atavicamente legata ai cittadini che in esse non solo si riconoscono, ma attivamente partecipano alle attività promosse afferenti alle molteplici sfere di intervento turistico, sociale, culturale e sportivo.