La nota dell’esponente regionale del Movimento 24 Agosto per l’ Equità Territoriale.
Ma cosa dite.
Utilizzare una parte dei 209 miliardi di euro del Recovery Fund per le infrastrutture del Sud? Siete dei poveri illusi, voi meridionali ed anche l’Europa che di quei fondi ne aveva vincolati circa il 40 per cento proprio al finanziamento delle infrastrutture del Sud ed un 70 per cento generale da destinare al Meridione. Questo deve aver pensato il ministro Paola De Micheli dopo aver “censurato” tutte le richieste dei governatori della Campania in giù, anzi dal Lazio in giù. Ma cosa vogliono questi, gli ha fatto eco il ministro per il Sud Beppe Provenzano, gli abbiamo già concesso il Freccia Rossa da Salerno a Reggio Calabria, dimenticandoci però di abilitare la rete ferroviaria all’alta velocità e ancora avanzano richieste. Il Ponte sullo Stretto? Non sia mai.Ricordatevi invece di inviare i 61 miliardi, che regolarmente vi “scippiamo” per far funzionare le nostre attività del prosperoso Nord”. Ma il Movimento 24A, fondato lo scorso anno a Napoli da un gruppo di meridionalisti convinti, facenti capo al giornalista e scrittore Pino Aprile, non ci sta e crea una pagina fb che chiama “Dillo alla ministra del Pd contro il Sud. La pagina operativa solo da pochissimi giorni ha già migliaia di sostenitori.
“Visto che la ministra De Micheli censura tutte le domande che le vengono fatte sulle infrastrutture al Sud e sul Ponte sullo Stretto – si legge alla voce “Informazioni sul gruppo” – scrivete le vostre domande in questo gruppo e noi le faremo arrivare tutte insieme a lei e al Parlamento Europeo.
L’iniziativa non è fine a se stessa e, oltre a rimarcare la condotta degna dei peggiori regimi totalitari, messa in mostra dal ministro espressione del primo partito di maggioranza relativa a sostegno del Governo, il Partito Democratico, è accompagnata da una serie di azioni che il Movivento intende intraprendere.
Il Movimento 24Agosto rappresenta in questo momento epocale, in cui anche l’Europa si sta svegliando, una voce fuori dal coro o meglio, forse l’unica voce che cerca di ridare dignità ad un territorio meraviglioso come il Mezzogiorno d’Italia,da un secolo e mezzo, scippato, umiliato e bisfrattato da ogni classe politica di ordine e grado. Non si riesce, infatti, a comprendere l’immobilismo e la mancata, quanto incresciosa opposizione dei ministri del Sud Italia. Ma forse a questo, pensavano che ci saremmo già dovuti abituare, viste le condizioni di sudditanza in cui ci hanno relegato, ma avevano fatto male i conti, noi gente del Sud, abbiamo un motto che ci identifca “umiliati si, ma umili mai” e questo ci porta a reagire. Non è più tempo di calare il capo.
Si è iniziato il percorso di rinascita con una sentita manifestazione lo scorso 6 ottobre davanti alla Camera dei Deputati e con l’acquisizione nei ranghi del Movimento di personalità politiche, elette sia a livello comunale che al Parlamento italiano, che ormai non si identificavano più con i partiti di origine. Ha dovuto urlare per farsi sentire in Senato, Saverio De Bonis, eletto a Matera con il Movimento 5 Stelle che ha aderito al Movimento 24A, perchè l’interrogazione presentata, per conoscere se i ministri Provenzano, Patuanelli e Gualtieri , “non siano del parere che per eliminare realmente il divario tra Nord e Sud la regola del 34 per cento dei fondi europei da destinare al Sud non sia più sufficiente e in che modo intendano superare l’impasse al fine di concentrare i maggiori finanziamenti sulla parte più debole del Paese, in modo da consentire un reale sviluppo”, non ha ottenuto ancora una risposta soddisfacente.
Di gravità inaudita è inoltre la consapevolezza che il Governo in carica, ha moltiplicato in appena dieci mesi il debito pubblico che è passato da 2 mila miliardi e 240 milioni di euro a 2 mila e 500 miliardi di euro e si prevede un ulteriore indebitamento entro dicembre di altri 100 milioni di euro. Una follia. Come intendono con questi numeri affrontare la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, elaborato nell’ambito delle attività per la partecipazione alla Next generation Eu, del quale l’Europa si è fatta carico per fronteggiare la crisi economica e sociale dovuta al Covid, è ancora tutto da vedere.
Le indicazioni di De Bonis si muovono verso “Agricoltura e turismo sostenibile, trasporti per collegare le aree isolate, sostegno alla piccola e media impresa e agli artigiani, sanità pubblica, scuole, ambiente”. Questi gli ambiti di intervento, secondo il senatore. “Con il Recovery fund – aggiunge – c’è finalmente l’occasione di porre rimedio a un abominio che dura da un secolo e mezzo in un Paese spaccato a metà, in cui al Meridione sono state sistematicamente sottratte le risorse e, con esse, la possibilità stessa del futuro, come ampiamente testimoniano i conti pubblici territoriali. La propaganda dominante vorrebbe convincere che c’è un Sud sprecone e lavativo, ma la verità risiede in una sperequazione che dura da decenni”.