foto e testi di Corrado Speziale
“I soldi del Ponte per la messa in sicurezza del territorio” è quanto hanno chiesto, in migliaia, ieri pomeriggio a Messina.
A piazza Cairoli, all’inizio della manifestazione, i partecipanti non sembravano così tanti, ma da lì a poco, quasi quattromila persone hanno “invaso” il centro di Messina per gridare ad alta voce il proprio dissenso verso la realizzazione dell’opera più controversa e di dubbia utilità, in virtù dei costi che comporta, della storia italiana.
Come previsto, c’erano solo pochi simboli d’appartenenza, come bandiere e striscioni. Infatti, si contavano giusto quelli di coloro che hanno preferito astenersi dai consigli degli organizzatori, che avevano proposto, in questa occasione, di dare priorità all’oggettività dei contenuti, discernendoli dalle inclinazioni politiche e partitiche di ciascuno. E in questo senso, opportunamente, non è mancato chi ha invece dato spazio alla propria creatività.
Ma per chi si era posto degli obiettivi precisi, stabiliti in base al difficile momento che sta vivendo la città su tutti i fronti “caldi”, dove la realtà del Ponte sullo Stretto occupa un ruolo di primo piano, è andata bene così.
Il corteo è partito intorno alle 17.00, e giunto alla prima “virata”, risalendo via Geraci, regalava già un bel colpo d’occhio, occupando l’intera corsia del tram assieme a quella carrabile, lato monte. Ed il numero dei manifestanti è andato via via crescendo, raggiungendo il culmine su via Cesare Battisti, tratto centrale del percorso che, imboccata via Garibaldi, si è concluso a piazza Cairoli, da dove il corteo era salpato.
Meta fissata in un secondo momento, a causa dell’inibizione del transito in piazza Unione Europea in quanto sede, l’indomani, della partenza della tappa del Giro d’Italia.
“Dedichiamo la manifestazione ai 37 morti nell’alluvione di Giampilieri, Scaletta, Briga, Molino e Altolia”, urlava Massimo Cammarata dal camion che faceva da apripista al corteo. Ed è proprio dai tragici eventi del 2009 che la manifestazione ha tratto ispirazione, essendoci svariati dubbi sulla possibilità che le zone colpite vengano messe interamente in sicurezza, a causa dell’indisponibilità, fino a questo momento, dei fondi pubblici necessari, a fronte di un iter progettuale del Ponte sullo Stretto che ha invece preso sempre più il sopravvento a discapito di prioritarie istanze dell’intero territorio.
Tema che riguarda anche la Calabria, tant’è che è stato ricordato anche Franco Nisticò, esponente politico della zona jonica calabrese, drammaticamente deceduto sul palco di Cannitello il 19 dicembre 2009, in assenza di un’ambulanza che lo soccorresse, nel corso dell’ultima manifestazione svolta su quella sponda.
Ed un pensiero, gli organizzatori, lo hanno rivolto anche a Vittorio Arrigoni, eco-pacifista assassinato a Gaza il 15 aprile scorso:
“Restiamo umani”, stava scritto in italiano ed in arabo sul mezzo che guidava il corteo.
I posti di lavoro destinati a perdersi da qui a qualche anno a causa delle dismissioni di strutture per l’irrompere del Ponte, senza che ci sia alcuna garanzia futura; le altalenanti e poco consistenti previsioni dei “pontisti” sugli impieghi di maestranze per la realizzazione dell’opera; la cessione al General contractor dell’Incubatore d’imprese, sottratto ai neolaureati messinesi in cambio di “miserevoli” periodi di tirocinio per qualche studente; gli incredibili sprechi di denaro pubblico fin qui perpetrati per la progettazione del Ponte.
Tutto questo mentre le abitazioni di tanta gente della zona sud di Messina e dei Nebrodi, sono inagibili e chissà per quanto tempo ancora lo saranno.
E poi ancora il rischio sismico, la carenza di sicure ed efficienti strutture primarie come le scuole e tanto altro ancora.
Sono stati questi i temi “urlati” durante il corteo, da tanta gente che cerca un futuro sereno per sé e per i propri figli.
Nonostante l’importanza dei temi della manifestazione, che riguardano direttamente le popolazioni colpite dall’alluvione del 2009, opportunamente invitate, non si è evidenziata nel corteo alcuna partecipazione ufficiale delle comunità che le rappresentano.
Di contro, è stato fatto pubblicamente appello dagli organizzatori ad intervenire, l’indomani mattina, a sostegno delle stesse, in occasione della protesta prevista in piazza Unione Europea prima della partenza del Giro d’Italia.
Dinnanzi ai riflettori accesi sulla “corsa rosa”, manifesteranno, in difesa dei propri diritti, anche tutte le altre rappresentanze messinesi portatrici di “istanze” sul drammatico problema del lavoro. Ed a sostegno di entrambe le situazioni la rete No Ponte – Comunità dello Stretto risponderà “presente”.
Al di là dei problemi strettamente legati al territorio, c’è chi ha anche pensato, prima e durante il corteo, di sensibilizzare la cittadinanza sui quesiti referendari oggetto della campagna “2 Sì per l’acqua bene comune”.
Alla fine tutti gli argomenti ispiratori della manifestazione hanno fatto da scaletta a Daniele David, Claudio Risitano e Marco Letizia, intervenuti sul palco allestito a piazza Cairoli, prima che conquistassero la “scena” i Kalafro, gruppo musicale calabrese impegnato energicamente in difesa degli ideali di libertà e legalità. Non a caso il loro ultimo album si intitola “Resistenza sonora”, ed è stato prodotto dal “Museo della ‘ndrangheta”, in cui “No al Ponte”, è il brano principale.
Un simpatico intrattenimento, prima che il corteo si articolasse lungo le vie cittadine, lo avevano offerto “Teti e Briossina”, ossia i due componenti del “Circobaleno”, rallegrando i manifestati con uno spettacolare lancio di gigantesche bolle di sapone che si sono alzate su piazza Cairoli.
Un bel segno di speranza per chi, con forza d’animo e senso di partecipazione, ha dimostrato, ancora una volta, di saper lottare pacificamente in difesa del territorio come bene comune, e quindi della propria dignità.