Nelle parole di Teodoro Lamonica, il ricordo non solo di un amico e dell’ex sindaco di Gioiosa Marea “persona perbene, impegnata nella vita politica e sociale di Gioiosa a prescindere da tutto”, ma anche quello di un’epopea fatta di risvegli e voglia di partecipazione.
Danilo, a tutti noto come Diego, Scaffidi fu Sindaco negli anni 90.
“Lo ricordo da sempre ed in particolare quando nell’86 appena rientrato da Milano – con una esperienza molto intensa alle spalle da segretario provinciale e regionale della CGIL a tutela del comparto delle Telecomunicazioni della Lombardia – trovammo subito sintonie e intese umane e politiche. Ricordo con lui lunghi dialoghi, passeggiate e sogni. Diego era tra i pochi, al tempo, che frequentavano la locale sezione del PCI”.
La nota, accorata, ma zeppa di ricordi, di emozioni, è di Teodoro Lamonica, e la pubblichiamo con piacere condividendo la stima verso Diego Scaffidi. I suoi funerali si sono svolti stamani a Gioiosa Marea.
Infatti – continua Teodoro Lamonica – ero ritornato a Gioiosa Marea pieno di idee, con un approccio diverso al “fare politica” e mi catapultai nella vita politica del mio paese.
In sezione eravamo in pochi, ma fra questi c’era Diego. E’ stato un amico sincero, un caro compagno di lotta, una persona dolce, generosa, sensibile, sempre pronto a battersi ed indignarsi contro ogni forma di ingiustizia. Ora mi, anzi ci lascia un profondo senso di vuoto.
Ma tornando indietro nel tempo.
Sono stati anni di grande impegno, in una situazione difficile, dove c’era tanto da costruire, e da subito cercammo di aprire un intenso e costruttivo dibattito sia interno alla sezione del PCI che all’esterno.
Era tempo di elezioni amministrative. Noi avevamo grande iniziative avevamo idee nuove, oltre che sui progetti per una nuova Gioiosa, ma soprattutto in merito al dialogo e all’apertura on le altre forze politiche e sociali del paese. Avviamo confronti, incontri, dibattiti, e Diego Scaffidi era una presenza costante.
Mi ricordo le Feste dell’Unità, d’estate, gli incontri con i “compagni”, molti di questi giovanissimi che dal Bologna, Milano, Roma e Taranto, dal villaggio o dal camping di Calavà, luoghi gettonatissimi per passarci le vacanze a mare, si spostavano la sera al “centro”, per incontrarci, al Canapè.
C’era fermento. Era il tempo dell’ottimismo e con Diego decidiamo di presentare una lista per “Voltare pagina”.
Diego ne era l’animatore, l’entusiasta, quello che vedeva il bicchiere sempre mezzo pieno. Alla conta dei voti prendemmo un solo un consigliere comunale, mentre veniva eletto sindaco Basilio Cusmà Piccione. Andava bene lo stesso.
Si creò una maggioranza – 19 a 1 – e cominciò uno scontro politico duro, ma oggi potrei dire elegante, nel rispetto delle persone, delle idee, dove l’ideologia non frantumava i rapporti umani.
Dopo qualche anno viene commissariato il Comune. Erano gli anni di Tangentopoli e pure sui Nebrodi quel vento burrascoso cambiava le “logiche del passato e della politica”.
Teodoro Lamonica, continua il suo racconto:
“Noi avevamo da tempo sviluppato, iniziativa dopo iniziativa, a tessere la rete del confronto. Al tempo ero segretario del partito – ed era tempo di fermento anche in quello che ormai era l’exPCI – e riuscimmo a convincere tanta gente a stare con noi.
Diego come tutti noi, eravamo convinti che era il tempo di fare un grande balzo in avanti nel segno del rinnovamento.
Così venne firmato un documento politico con Basilio Cusmà Piccione – e voglio ricordare tra i tanti protagonisti del tempo anche Vincenzo Mobilia – e costruimmo una lista con tutti nuovi nomi della politica.
Riunione dopo riunione, una sera proposi che poteva essere Diego Scaffidi a guidarci.
Lui non lo sapeva neanche, perché era all’estero a vedere una partita, ma tutti fummo concordi sul suo nome.
La risposta fu popolare, un consenso senza se e senza ma, e su i lui si coagularono le speranze del cambio di passo avvertito da tutti.
Si creò intorno a lui un aggregazione di movimenti, nelle contrade, a San Giorgio, in maniera trasversale, senza steccati, e venne a formarsi una lista con tanti giovani”.
“Ricordo – continua Lamonica – che Diego era preoccupato, sentiva il peso delle responsabilità e passai giorni a discutere e con lui a parlare con le persone che lo spronavamo ad accettare, dicendogli “con te vinceremo”, così grazie all’impegno di tutta la squadra Diego divenne Sindaco.
Un grande lavoro di squadra, un volto popolare da subito, e non era ancora il tempo dei social, quello del primo sindaco comunista a Gioiosa Marea. Era impensabile, ma superando i pregiudizi e i pochi giudizi negativi, Diego vinse per tutti noi e fece cose buone”.
E conclude il sindacalista gioiosano: “Mi sembra impensabile parlare di lui con la consapevolezza che non c’è più. Un grande uomo, un gigante dalla barba bianca, solare e bonario.
Sono vicino alla moglie al dolore profondo dei sui figli di suo moglie di chi gli è stato vicino. Sono triste e forse anche arrabbiato per la sua perdita, per non avergli potuto dire ancora quanto lo stimavo, insieme a tutti quelli che lo hanno conosciuto e incontrato. Oggi piango un Compagno e un Amico.
Ciao Diego