“Una generazione in strada per il futuro”…
Sull’onda prorompente degli “indignados” spagnoli, anche i giovani di Messina, assieme a quelli di tante altre città italiane, sabato pomeriggio, hanno sentito il bisogno di alzare la voce e le braccia al cielo, in segno di protesta contro la classe politica.
Il colpo d’occhio non era certo quello di Plaza Puerta del Sol di Madrid, ma i contenuti, i motivi ed i segnali dell’indignazione erano gli stessi che hanno portato centinaia di migliaia di giovani, notte e giorno, nelle piazze di tutte le città spagnole, portando con sé la rabbia ed il coraggio, ma anche la speranza concreta che sia loro restituito il futuro negato.
“Dalla Spagna all’Italia un solo tam tam”, recitava infatti uno degli slogan della manifestazione, nel segno di una condivisione nata e cresciuta grazie ad Internet ed a Facebook, come già avvenuto nella sponda sud del Mediterraneo con la “rivolta dei gelsomini”.
Tanti giovani e non solo, studenti, precari, disoccupati, rappresentanti di associazioni che si battono per il riconoscimento dei loro diritti, si sono radunati tra Via lepanto e la Strada San Giacomo, accanto alla Cattedrale, per far capire che anche in Italia, in Sicilia e a Messina è giunta l’ora di dire “¡BASTA!” alle incertezze sul futuro di una generazione che sente ricadere su di sé tutte le inadempienze di una classe dirigente che sta gestendo nel peggiore dei modi questa delicata fase storica.
Non c’erano bandiere di partito, né tantomeno sigle ufficiali di organizzazioni politiche, ma si notavano i volti di chi, specie in questi ultimi tempi, è solito vedere in piazza, nelle strade e nelle sedi dove si discute di ambiente, lavoro, futuro, democrazia.
Stefania Radici, Daria Lucchesi, Giulia Zuccotti, Francesco Lucchesi, Tonino Cafeo, sono tra i promotori dell’evento che ha visto la partecipazione di alcuni rappresentanti dei comitati referendari per i “4Sì”, in vista della consultazione del 12 e 13 giugno prossimi.
Sono stati allestiti pannelli dove ciascun “indignado” ha potuto esternare il proprio punto di vista e le proprie idee sui contenuti della protesta, attraverso frasi, disegni e quant’altro. In un settore ricavato in un angolo della strada, sotto un grande albero, è stato predisposta l’amplificazione che ha dato forza alla voce di chi ha ritenuto opportuno esprimere il proprio disappunto attraverso parole sulla visione del mondo di una generazione sicuramente ferita, delusa, arrabbiata, ma per niente arrendevole e rassegnata alla precarietà del lavoro ed ai soprusi.
Parole che in tarda serata si sono tradotte in musica, con l’esibizione di alcuni gruppi locali.
Simpaticissimo un piccolo video-box, realizzato in cartone, all’interno del quale, chi ha voluto, ha potuto registrare un video-messaggio che segnasse il momento, affinché attraverso you tube il proprio volto e la propria voce penetrassero il muro dell’indifferenza eretto dai responsabili di questo sistema che, dati alla mano, sta divorando posti di lavoro, e quindi garanzie, opportunità e aspettative per il futuro. Dalla cantieristica ai call center, e dalla scuola ad ogni settore della ricerca e dell’industria, la sofferenza è univoca: la manifestazione di un deterioramento della situazione sociale. Ed ecco spiegata, allora, una mobilitazione di massa che sta valicando i confini di ogni singolo territorio e di ogni singola nazione.
Anche due giovani migranti, che hanno raggiunto Messina provenendo da terre lontane in cerca della sacrosanta dignità di uomini liberi, approntati venditori ambulanti che impiegano il sabato pomeriggio nella zona del Duomo per sopravvivere raccogliendo qualche guadagno, hanno avvertito il bisogno di utilizzare quella scatola di cartone per esternare il proprio disagio, con comprensibile imbarazzo, verso il Paese al quale hanno chiesto ospitalità.
Toti e Briossina, i due animatori di “Circobaleno”, presenti alle ultime manifestazioni No Ponte, anche stavolta hanno lanciato in aria giganti bolle di sapone, per la gioia dei bambini che li osservavano sorpresi ed entusiasti, inseguendoli come si inseguono i sogni: quelli, si sa, non si possono negare a nessuno.
Non a caso nello striscione principale, che si affacciava su piazza Duomo in un bel pomeriggio di primavera, stava scritto: “Siamo un esercito di sognatori, per questo siamo invincibili”.
testo e foto Corrado Speziale