Dal 2007 in Italia si celebra ogni 9 maggio il Giorno della Memoria per tutte le vittime del terrorismo. E Brolo non ha voluto mancare l’appuntamento.
le parole dell’assessore Maria Vittoria Cipriano
Quasi un occulta regia univa i due fatti.
E oggi in una data simbolo si aggiunge un altro elemento. La beatificazione di Rosario Livatino.
Come ha detto Don Ciotti: “Con riconoscenza e gratitudine. Livatino sarà beato perché ucciso in odium fidei. Per disprezzo verso la sua fede cristiana, intransigente e pura che i mafiosi videro come ostacolo insormontabile a corromperlo. Lui era innamorato della vita, non era un uomo dalle grandi certezze, ma piuttosto dalle grandi e coraggiose domande, quelle profonde e feconde. Premessa del suo agire, si interrogava senza sconti, anche personalmente”.
Il presidente di Libera ne fa un ritratto preciso, commovente. “Il suo aderire al Vangelo è stato fondamentale, l’ha incarnato nelle sue scelte di vita e con altrettanta sincerità ha aderito alla legge, intesa come mezzo per il fine della giustizia. Responsabile verso le leggi e prima ancora verso le persone. Enorme era in lui il senso di responsabilità, le sue bussole erano la Costituzione ed il Vangelo. Gli amici, i colleghi ci hanno trasmesso anche la sua grande umiltà e trasparenza, virtù cristiane fondamentali. Scriveva nel suo diario che nessun uomo è luce assoluta ed era anche trasparente perché non aveva nulla da nascondere. Diceva che ogni magistrato non deve solo essere, ma anche apparire indipendente. Ho visto – conclude – i suoi diari, metteva la sua vita nelle mani di Dio. Ricorreva spesso la sigla “STD”, sub tutela dei. Sotto la tutela di Dio. Questo era Rosario Livatino”.