Nella giornata dedicata ai Martiri delle Foibe, il ricordo che ha voluto celebrare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Un comunicato ufficiale riportato dal sito istituzionale del Quirinale:
«Il Giorno del Ricordo richiama la Repubblica al raccoglimento e alla solidarietà con i familiari e i discendenti di quanti vennero uccisi con crudeltà e gettati nelle foibe, degli italiani strappati alle loro case e costretti all’esodo, di tutti coloro che al confine orientale dovettero pagare i costi umani più alti agli orrori della Seconda guerra mondiale e al suo prolungamento nella persecuzione, nel nazionalismo violento, nel totalitarismo oppressivo.
Foibe, non ritorsione contro il fascismo ma odio etnico e sociale
È un impegno di civiltà conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli istriani, dei fiumani, dei dalmati e degli altri italiani che avevano radici in quelle terre, così ricche di cultura e storia e così macchiate di sangue innocente. I sopravvissuti e gli esuli, insieme alle loro famiglie, hanno tardato a veder riconosciuta la verità delle loro sofferenze. Una ferita che si è aggiunta alle altre.
La sciagurata guerra voluta dal fascismo e l’occupazione nazista furono seguite, per questi italiani, da ostilità, repressione, terrore, esecuzioni sommarie aggravando l’orribile succedersi di crimini contro l’umanità di cui è testimone il Novecento. Crimini che le genti e le terre del confine orientale hanno vissuto con drammatica intensità, generando scie di risentimento e incomprensione che a lungo hanno segnato le relazioni tra popoli vicini.
L’Europa nata dalla pace e il dialogo ravvivato dall’affermazione delle democrazie hanno aperto e sviluppato una strada nuova. Queste memorie hanno guadagnato rispetto, dignità, ascolto. Sono storia vissuta, monito e responsabilità per il futuro.
Il ricordo, anche il più doloroso, anche quello che trae origine dal male, può diventare seme di pace e di crescita civile. Questo è l’impegno di cui negli ultimi anni il nostro Paese si è reso protagonista insieme alla Slovenia e alla Croazia per fare delle zone di confine una terra di incontro e prosperità, di collaborazione, di speranza. La scelta di Gorizia e Nova Gorica, che saranno congiuntamente Capitale della Cultura europea 2025, dimostra quanto importante sia per l’intera Unione che la memoria delle oppressioni disumane del passato sia divenuta ora strada dell’amicizia, della comprensione, del primato della dignità delle persone, nel rispetto delle diversità e dei diritti».
Tanti dibattiti negli anni hanno fatto seguito a quella che dovrebbe essere per l’intera nazione una giornata di ricordo. Oggi simbolicamente alla foiba di Basovizza e successivamente in Senato si terranno momenti di commemorazione proprio in ricordo di quello che fu uno sterminio e costrinse centinaia di migliaia di uomini all’esodo da Istria, Fiume e Dalmazia.
Estremizzare o peggio polemizzare su Giornate del Ricordo come quella del 10 Febbraio non deve appartenere ad una società civile.
È bene dunque sottolineare le lodevoli iniziative istituzionali che le cariche più alte dello Stato hanno voluto commemorare.
Andrea Celi
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